L’insufficienza cardiaca si misura appoggiando lo smartphone al petto
Sfruttando i sensori di movimento di uno smartphone si risolvono i problemi di risorse sanitarie e di accesso tempestivo agli esami specialistici per l’insufficienza cardiaca. Sono i risultati dello studio condotto su oltre mille partecipanti che ha ottenuto risultati molto accurati sull’uso degli smartphone come strumento di misurazione per il rilevamento dell’insufficienza cardiaca, un problema sanitario in rapida crescita che interessa circa sessanta milioni di pazienti in tutto il mondo. I risultati sono stati pubblicati su Jacc nell’articolo Smartphone-Based Recognition of Heart Failure by Means of Microelectromechanical Sensors.
I risultati hanno rivelato un’accuratezza diagnostica dell’89%, un’Auc di 0,95, una sensibilità dell’85% e una specificità del 90%. La misurazione è stata effettuata appoggiando il telefono sul petto del paziente per due minuti per ottenere i segnali di movimento cardiaco. Sono stati arruolati circa mille partecipanti in regime di ricovero e ambulatoriale in tre siti di sperimentazione: l’ospedale universitario di Stanford (Usa) e due ospedali universitari di Turku e Helsinki (Finlandia). Ben il 38% dei pazienti con insufficienza cardiaca presentava anche fibrillazione atriale, dimostrando una performance accurata indipendentemente dalla presenza di fibrillazione atriale o di sottotipi di insufficienza cardiaca.
“L’assistenza primaria è di solito la prima a valutare un paziente con insufficienza cardiaca sottostante, ma gli strumenti di rilevazione disponibili sono molto limitati per diagnosticare questa complessa malattia. La nostra tecnologia è in grado di rispondere a questa urgente esigenza clinica non soddisfatta e di offrire un metodo di rilevamento altamente scalabile per medici e infermieri nell’assistenza primaria e in una configurazione di monitoraggio remoto dei pazienti, risolvendo essenzialmente l’attuale collo di bottiglia della cardiologia negli ospedali“, afferma il cofondatore e ceo di CardioSignal, il cardiologo Juuso Blomster.
Le risorse limitate, l’accesso limitato ai test e le lunghe file d’attesa aumentano il rischio di diagnosi ritardate o errate nell’insufficienza cardiaca. Oltre il 30% dei pazienti riceve la diagnosi di insufficienza cardiaca solo dopo il ricovero in ospedale, nonostante i sintomi siano spesso presenti da mesi o anni. I sintomi (affaticamento, mancanza di respiro) sono comuni a un’ampia gamma di condizioni. Uno studio ha rilevato che meno del 40% dei pazienti con sospetta insufficienza cardiaca viene valutato con un esame del sangue che misura il peptide natriuretico (NT-proBNP) quando si sospetta un’insufficienza cardiaca scompensata. I biomarcatori cardiaci digitali consentono di effettuare controlli più rapidi su un volume elevato di pazienti, invece di sottoporre il paziente a esami di laboratorio che richiedono un’interpretazione specialistica.
Come funziona
“Portare la capacità di rilevamento dell’insufficienza cardiaca come dispositivo medico in Europa è il prossimo grande passo per CardioSignal. L’insufficienza cardiaca è l’area in cui la nostra tecnologia può avere il maggiore impatto sulla salute nel mondo“, continua Blomster.
La tecnica è basata su un metodo proprietario di girocardiografia che misura le vibrazioni meccaniche indotte dal cuore sulla superficie del torace. La sensibilità dei sensori di movimento degli smartphone è estremamente elevata e può catturare le vibrazioni al di sotto della soglia dell’udito umano (20Hz). Nello studio, la misurazione è durata due minuti ed è stata effettuata in posizione supina con una leggera inclinazione del letto fino a 45°. I partecipanti sono stati istruiti a respirare normalmente, a evitare qualsiasi movimento non necessario, a non toccare il telefono e a tenere le braccia rilassate lungo i fianchi. Le misurazioni sono state effettuate in regime di ricovero e ambulatoriale da un operatore sanitario e a casa dai pazienti.