Gli USA bloccano le esportazioni Intel e Qualcomm in Cina: Huawei deve fare da sola

huawei mwc 2023
La mossa degli USA arriva dopo le pressioni esercitate dai falchi repubblicani al Congresso, che hanno sollecitato l'amministrazione Biden a intraprendere azioni più severe per contrastare Huawei.

Gli USA hanno revocato le licenze che consentivano a società USA come Intel e Qualcomm di esportare in Cina chip utilizzati per notebook e smartphone di Huawei. La mossa arriva dopo la recente uscita del primo laptop di Huawei dotato di IA, ovvero il MateBook X Pro con processore Intel Core Ultra 9, ma anche dopo le pressioni esercitate dai falchi repubblicani al Congresso, che hanno sollecitato l’amministrazione Biden a intraprendere azioni più severe per contrastare Huawei.

“Questa azione rafforzerà la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, proteggerà l’ingegno americano e diminuirà la capacità della Cina comunista di far progredire la propria tecnologia”, ha dichiarato la deputata repubblicana Elise Stefanik in un comunicato.

Una decisione destinata a danneggiare sia Huawei, che si affida ancora ai chip Intel per i suoi laptop, sia i fornitori USA che fanno affari con il colosso cinese. La Cina si oppone fermamente al fatto che gli Stati Uniti si spingano oltre il concetto di sicurezza nazionale e abusino dei controlli sulle esportazioni per reprimere le aziende cinesi senza alcuna giustificazione”, ha dichiarato il ministero degli Esteri cinese in un comunicato.

Nel 2019 Huawei è stata inserita in una lista di restrizioni commerciali degli Stati Uniti per il timore che potesse spiare gli americani, nell’ambito di un più ampio sforzo per ostacolare la capacità della Cina di rafforzare le proprie forze armate. L’inserimento in questa “lista nera” significa che i fornitori USA di Huawei devono richiedere una licenza speciale prima di esportare in Cina i loro chip. L’anno successivo un’autorizzazione concessa dall’amministrazione Trump ha però permesso a Intel di spedire processori per laptop a Huawei e, sempre dal 2020, Qualcomm ha venduto chip 4G per smartphone a Huawei e continua a concedere in licenza il suo portafoglio di tecnologie 5G a Huawei.

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La revoca delle licenze potrebbe però avere meno effetti del previsto per il produttore cinese, almeno nel settore mobile. Un’analisi di IFixit e TechSearch del SoC Kirin 9010 utilizzato dal recente smartphone top di gamma Huawei Pura 70 Pro suggerisce infatti che Huawei potrebbe aver apportato ulteriori miglioramenti nella sua capacità di produrre un chip avanzato con i partner cinesi, sebbene non si parli ancora di livelli prestazionali e produttivi pari ai chip più avanzati di Qualcomm.

Nel mirino dell’amministrazione Biden ci sono però anche nuovi controlli sulle esportazioni per limitare l’accesso della Cina (ma anche della Russia) ai modelli di intelligenza artificiale più avanzati sviluppati da aziende statunitensi come OpenAI, Google e Anthropic. Il Dipartimento del Commercio sta infatti considerando di limitare l’esportazione di modelli IA proprietari o closed source, il cui software e i dati su cui sono addestrati sono tenuti segreti.

L’obiettivo è prevenire che avversari possano usare questi potenti modelli IA per attacchi cyber o persino sviluppare armi biologiche. Una possibile soglia per determinare quali modelli sarebbero soggetti a restrizioni potrebbe essere basata sulla potenza di calcolo necessaria per addestrarli, anche se definire i criteri appropriati sarà una sfida, così come far rispettare i controlli sui modelli aperti.

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Professionisti AI, Gi Group Holding entra in Microsoft AI Lab

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La multinazionale supporterà i partner del progetto italiano di Microsoft nella selezione e formazione di specialisti, in primis di Data Science e Machine Learning

Gi Group Holding, la multinazionale italiana di ricerca del personale e consulenza HR, è entrata in qualità di partner nel progetto AI Lab di Microsoft, nato l’anno scorso (ne avevamo parlato qui) per promuovere le opportunità dell’IA generativa in Italia.

Grazie a questa partnership, spiega una nota, Gi Group Holding supporterà l’ecosistema dei partner dell’AI Lab for Professionals nell’individuazione e formazione di profili specializzati, a cominciare dagli ambiti Data Science e Machine Learning.

Più in dettaglio, da una parte Gi Group Holding – con la sua divisione QiBit specializzata nel settore ICT – si occuperà di gestire i processi di ricerca e selezione su base nazionale. Dall’altra, sulla base delle specifiche esigenze dei partner, disegnerà percorsi formativi ad hoc, insieme alla società Digital Thinks, gestendo l’intero processo, dalla selezione dei candidati all’inserimento delle risorse formate nelle aziende partner.

Gi Group Holding e Microsoft inoltre, continua la nota, realizzeranno nel corso dell’anno uno studio approfondito sull’impatto dell’AI generativa nell’evoluzione dei profili lavorativi.

Secondo le rilevazioni di Gi Group sul mercato del lavoro, tra i profili in più rapida ascesa nel campo AI spiccano i Prompt Engineer, specializzati nello sviluppo di prompt di intelligenza artificiale generativa, e gli LLMOps/MLSops Engineer, esperti nell’implementazione e monitoraggio di soluzioni basate su AI generativa e machine learning.

Inoltre crescerà anche la domanda di GenAI Designer e GenAI Artist, specializzati nella progettazione e creazione di layout, grafiche e concetti narrativi di tipo visivo attraverso gli algoritmi, e di GenAI Functional Consultant, con il compito di fornire consulenza alle aziende su come migliorare le operazioni e risolvere problemi complessi grazie all’AI generativa.

Il trend, trasversale ai diversi settori, emerge osservando le dinamiche evolutive del comparto IT, dove gli specialisti di intelligenza artificiale e machine learning – rileva un’indagine internazionale di Gi Group Holding insieme al Politecnico di Milano e Intwig – saranno in assoluto il ruolo in più rapida crescita a livello mondiale nei prossimi anni.

“L’attivazione di processi di ricerca e selezione specialistici e la costruzione di percorsi di formazione innovativi sono indispensabili per rispondere alla domanda di nuove competenze portata dall’intelligenza artificiale, in particolar modo l’AI generativa, a maggior ragione nel settore ICT, dove il mismatch tra domanda e offerta è tradizionalmente elevato – dichiara Elisabetta Paddeu, Division Senior Manager ICT di Gi Group –. Per di più spesso si tratta di figure e professionalità finora inedite sul mercato, che diventano necessarie e fondamentali con lo sviluppo di questa tecnologia. Siamo pertanto orgogliosi di collaborare con Microsoft Italia nel progetto AI Lab e di mettere la nostra esperienza e servizi a disposizione delle aziende partner di questo ecosistema”.

“Gi Group avrà un ruolo cruciale all’interno dell’ecosistema dei nostri partner, contribuendo con percorsi di formazione ad-hoc e aiutando le aziende a trovare professionisti qualificati per sfruttare appieno il potenziale dell’IA in modo etico e responsabile”, commenta Sara Anselmi, Direttrice della Divisione Global Partner Solutions di Microsoft Italia.

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