Anche il Governo italiano interviene sull’Ia. L’esecutivo ha approvato, con la richiesta alle Camere di una sollecita calendarizzazione, un disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale.

Il disegno di legge – recita una nota del governo – non si sovrappone al Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale approvato lo scorso 13 marzo dal Parlamento Europeo, di prossima emanazione, ma ne accompagna il quadro regolatorio in quegli spazi propri del diritto interno, tenuto conto che il regolamento è impostato su un’architettura di rischi connessi all’uso della intelligenza artificiale”.

Le disposizioni per la sanità

Il quadro generale dice che le norme prevedono che il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale debba basarsi sul rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà dell’ordinamento italiano ed europeo oltre che sui principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, valorizzazione anche economica del dato, protezione dei dati personali, riservatezza, robustezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità.

Inoltre, si specificano i principi che caratterizzano lo sviluppo e soprattutto la concreta applicazione nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’uomo, della prevenzione del danno, della conoscibilità, della spiegabilità. Si introduce la necessità del rispetto della cybersicurezza lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale.

Per quanto riguarda sanità e disponibilità “l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non può in alcun modo selezionare con criteri discriminatori condizionando e restringendo l’accesso alle prestazioni sanitarie. Prioritario è il diritto dell’interessato ad essere informato circa l’utilizzo di tali tecnologie. Si promuove la diffusione dei sistemi di Ia finalizzati all’inclusione, le condizioni di vita e l’accessibilità delle persone con disabilità. L’utilizzo dei sistemi di Ia in ambito sanitario deve lasciare impregiudicata la spettanza della decisione alla professione medica”.

I trattamenti di dati, anche personali, eseguiti da soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro per la ricerca e la sperimentazione scientifica nella realizzazione di sistemi di intelligenza artificiale per finalità terapeutica e farmacologica, sono dichiarati di rilevante interesse pubblico. Infine, viene istituita una piattaforma di intelligenza artificiale per il supporto alle finalità di cura e, in particolare, per l’assistenza territoriale.

Progetti di ricerca, non serve più l’OK del Garante Privacy

Un’altra novità in materia normativa arriva dalla modifica del Codice privacy.  “La riforma dell’art. 110 del Codice Privacy – scritta da Diego Fulco e da me, frutto del dialogo trasparente con il mondo della ricerca scientifica sanitaria e con il contributo dei migliori esperti di protezione dei dati italiani – è legge. Da oggi, gli studi retrospettivi osservazionali trovano una nuova primavera in Italia, al passo con il resto dell’Unione Europea e con il Gdpr”. Questo è il tweet con il quale Luca Bolognini, presidente dell’Istituto italiano per la privacy e valorizzazione dei dati, ha annunciato l’approvazione della modifica codice privacy in tema di ricerca.

D’ora in poi non sarà più necessaria la consultazione preventiva del garante della privacy per l’avvio progetti di ricerca sanitaria, ma solo l’ok del comitato etico territoriale.