La sanità digitale italiana ha bisogno di cittadini competenti
In un mondo dove sempre più spesso si parla di mettere il paziente al centro della nuova sanità digitale sono fondamentali anche le competenze digitali dei cittadini. Classico tallone d’Achille italiano, il tema è stato indagato dal Politecnico di Milano, che con l’Osservatorio Sanità digitale ha cercato di capire con un’indagine se nel tempo ci sono state delle evoluzioni. Per questo è stato realizzato un modello “per mappare le competenze digitali che il cittadino dovrebbe sviluppare e che può dare una via per cercare di migliorare la situazione attuale”, come ha spiegato Emanuele Lettieri responsabile scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale.
Quattro tipi di competenze digitali
Quattro sono le tipologie principali di competenze definite dall’Osservatorio, a partire dalla digital literacy, la capacità di base di saper utilizzare strumenti digitali. Molti cittadini non la possiedono nonostante abbiamo due smartphone per persona.
Con Health literacy si intende la capacità di comprendere le informazioni di base utili a prendere decisioni sulla propria salute. I Digital soft skill permettono al paziente di comunicare online e condividere informazioni, e infine l’ehealth skill comprende le competenze per utilizzare in modo autonomo e consapevole le tecnologie digitali per la gestione della propria salute (saper usare le app fino alle terapie digitali).
Solo uno su 3 è in grado di capire informazioni online sulla propria salute
Nel suo sondaggio l’Osservatorio ha chiesto agli intervistati quanto si sentano adeguati a queste competenze e i risultati sono sconfortanti. In generale per queste quattro aree non si supera mai il 60%, un dato coerente con le analoghe rilevazioni dell’Istat, osserva Lettieri.
Quello relativo alla Digital literacy è il dato più alto con il 60%. Le aree di grandi attenzione sono però le altre con la health literacy dove uno su tre vanta una competenza adeguata, un dato che è più o meno simile a quello dei digital skill, dove uno su tre è in grado di comunicare in maniera adeguata e sempre uno su tre è capace di utilizzare strumenti sanitari.
Utilizzando la metafora della casa da costruire, Lettieri sottolinea come sia difficile “costruire l’edificio senza le competenze”. Senza contare che altre indagini dicono che otto italiani su dieci cercano informazioni online per la propria salute. Questo significa che solo uno su tre lo fa con competenza.
Lato professionisti il sondaggio conferma la necessità di lavorare sull’empowerment “e le priorità sono la health literacy e la capacità di comunicare perché anche una seduta di televisita diventa complicata se i protagonisti non sono capaci di comunicare”. Particolarmente bassi i dati tra gli over 64 dove solo il 13% sa gestire eventuali problemi tecnici, il 14% è in grado di identificare le fonti attendibili online e il 18% sa interpretare correttamente le informazioni sulla propria salute. I giovani hanno competenze sopra la media in tutte le aree.
Sette italiani su 10 vogliano servizi sanitari digitali
Nonostante la mancanza di competenze i cittadini sono molto interessati al digitale. Sette su dieci vogliono usufruire di servizi digitali e lo stesso dato vale per le farmacie (72%). “Il messaggio è che i cittadini vogliono servizi vicini a loro con facilità di accesso”, aggiunge il responsabile scientifico dell’Osservatorio. Altri dati dicono che il 30% ha prenotato online, il 24% che ha pagato online e il 45% scarica i referti. La differenza sulle età è poco marcata e chi utilizza i servizi digitali è in genere soddisfatto. Succede in otto casi su dieci.
I canali utilizzati per comunicare sono le app di messaggistica generica (59%), email (57%), sms (36%), piattaforme dedicate all’uso sanitario (20%). “In questi dati – conclude Lettieri – vediamo che il cittadino vuole diversi strumenti a disposizione, un’offerta ampia e soprattutto semplice. I criteri di scelta sono rapidità e immediatezza, vogliamo interagire facilmente e poi facilità di utilizzo. In secondo piano privacy e sicurezza perché si fidano”.
La conclusione è che il paziente vuole essere vicino al medico, ma per il medico è importante che il paziente non gli sia troppo vicino. Per questo è importante ricostruire questa alleanza terapeutica in maniera corretta e sostenibile per entrambi ed è necessario sempre di più parlare di sanità omnicanale digitale e analogica con canali coerenti fra loro e strumenti con modalità d’accesso attorno e vicino al paziente.