La IA scende dal cloud e atterra a Milano, all’AWS Summit 2024
Nonostante non fossero previsti annunci o novità nell’offerta rispetto a quanto già presentato negli ultimi eventi internazionali – in particolare all’AWS re:invent di fine novembre – l’edizione milanese di AWS Summit non ha mancato di attirare un gran numero di partner e visitatori. Con più di 7.000 partecipanti, 100 Sessioni e oltre 65 casi aziendali, quello del 23 maggio è stato il Summit più grande di sempre in Italia, tanto da risultare in certi punti e momenti decisamente affollato.
Tra i temi portanti nei keynote di apertura e nelle sessioni parallele, troviamo ovviamente l’intelligenza artificiale. In particolare la IA generativa, articolata in un’offerta che dall’hardware (i processori della casa Trainium e Inferentia, oltre a quelli marchi terzi sempre offerti in modalità as-a-service), risale lo stack verso il framework Bedrock che permette di combinare differenti modelli LLM con i dati aziendali proprietari, gestendo livelli di accesso e guardrail di sicurezza, per costruire applicazioni enterprise di intelligenza artificiale.
Salendo ancora di un livello, arriviamo ai tanti modelli accessibili in modalità serverless e ad Amazon Q, l’assistente virtuale di AWS, declinato nelle due versioni Business (con possibilità di interpellare e interpretare i dati aziendali per ricavare analisi e insight) e Developer (che oltre ad automatizzare e velocizzare lo sviluppo di codice, è ovviamente un grande esperto dell’infrastruttura AWS e delle sue configurazioni.
Becky Weiss e l’approccio di AWS all’intelligenza artificiale
Abbiamo discusso di questi temi con Becky Weiss, Senior Principal Engineer di Amazon Web Services, subito dopo la sessione plenaria di apertura dove insieme al VP Sud Europa Julien Groues ha tenuto il keynote principale.
Le abbiamo subito chiesto quale fosse la sua percezione sullo stato di preparazione delle aziende italiane – generalmente più piccole e spesso meno competenti delle controparti europee e americane – rispetto al tema “generative AI”, ma Weiss si è mostrata fiduciosa: “Quel che amo di più del modo in cui stiamo sviluppando le soluzioni di IA, è che abbiamo preso un approccio in pieno stile AWS. Se guardi al nostro passato, negli ultimi vent’anni abbiamo preso tecnologie che in precedenza erano accessibili solo a grandi aziende, con grandi staff specializzati e vaste risorse economiche, e le abbiamo messe a disposizione di aziende di ogni dimensione in modalità as-a-service, rimuovendo le barriere di accesso. Prima di S3, per avere un sistema di storage era necessario pianificare l’occupazione di spazio, progettare un’infrastruttura, acquistarla e installarla. Ora basta acquistarla quando serve, a un prezzo per gigabyte definito”.
Democratizzare l’accesso alla IA
Veniamo al giorno d’oggi e all’intelligenza artificiale. “Oggi può sembrare che per accedere all’intelligenza artificiale sia necessario avere grandi infrastrutture su cui addestrare dei modelli fondativi, con competenze molto specializzate. Già in passato abbiamo iniziato a usare lo stesso approccio AWS con SageMaker, ma quel che trovo più interessante oggi è Bedrock, che considero un servizio molto ‘in stile AWS’. Per usarlo non serve avere competenze specializzate in AI generativa, ma puoi costruire applicazioni AI usando le sue API per collegarlo ad altri servizi AWS, pagando solo per quel che usi”.
Quel che trovo più interessante oggi è Bedrock, che considero un servizio molto ‘in stile AWS’
C’è però un caveat, secondo Weiss: “chi ha già spostato in cloud i propri dati, su cui la IA dovrà lavorare, si troverà in una posizione di vantaggio, potendo consolidare più velocemente le attività fatte in attività di data foundation, data lake e protezione degli accessi”.
Il momento giusto per adottare la IA
Vista la velocità con cui si susseguono gli annunci sul tema della IA, molte aziende sono incerte sul momento più adatto per adottare la tecnologia. Salire sul treno ora, oppure aspettare nuovi modelli più potenti e soluzioni più affinate? Ancora una volta, per Weiss, la risposta a questo dilemma risiede in Bedrock, perché “permette di cambiare modello, sperimentare, usare una versione nuova quando esce, mettendo a confronto differenti modelli per verificare di volta in volta quale sia il più adatto alla situazione, garantendo una sufficiente flessibilità, mantenendo i guardrail di sicurezza impostati e le regole di accesso privilegiato alle informazioni”.
L’impatto sull’occupazione del personale IT
Durante il keynote, Weiss ha detto che l’IA generativa – anche quella applicata allo sviluppo software e all’automazione delle infrastrutture – non eliminerà posti di lavoro nell’IT, ma anzi li aumenterà. La previsione stride con il fatto che – coincidenza o no – da quando ChatGPT ha fatto la sua apparizione in pubblico, l’industria IT americana ha subito la più grande ondata di licenziamenti mai vista a nostra memoria.
“Non ho sfera di cristallo – dice Weiss – ma se ripensiamo a quanto è successo con il cloud, questo ha abbattuto moltissimo il lavoro da fare per creare e gestire infrastrutture IT, grazie ad API e automatismi. Eppure la domanda di persone qualificate non è diminuita, anzi. Oggi servono più persone, con nuove competenze, perché il cloud ha fatto aumentare la domanda di tecnologia e molte più aziende possono approfittarne”.