Eurispes, la Sanità italiana ha tre problemi da risolvere
Il 36° rapporto Eurispes si occupa anche di sanità tracciando un quadro della società italiana che vede la popolazione ultrasessantacinquenne ammontare a 14 milioni 177mila individui al 1° gennaio 2023, il 24,1% della popolazione totale.
Nonostante l’aumento di decessi degli ultimi tre anni dovuto alla pandemia, il processo di invecchiamento della popolazione prosegue: l’età media in Italia è salita da 45,7 a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023.
L’aumento della popolazione anziana comporta diverse sfide per il Servizio sanitario nazionale. Sfide da affrontare con i robusti finanziamenti del PNRR, la cui Missione Salute comprende 15,63 miliardi, oltre l’8% dell’importo totale, per riforme da realizzare entro il 2026.
La Missione 6 Salute (M6) comprende tutti gli interventi di competenza del Ministero della Salute, suddivisi in due componenti: reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale; innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario.
Un ulteriore passo avanti si è avuto con il decreto ministeriale 77/2022 del ministero della Salute, che definisce i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale.
Secondo il rapporto Eurispes sono tre i principali aspetti su cui il Ssn necessita di essere riformato. Il primo sono le lunghe liste d’attesa e debolezze strutturali a livello territoriale.
Il secondo è il fenomeno della migrazione sanitaria: nel 2021 ha raggiunto 4,24 miliardi rispetto 3,33 miliardi del 2020.
Il terzo è la carenza di personale e la mancanza di turnover: il 10% delle posizioni di medico di base rimane non occupato, situazione aggravata dal fatto che si prevede un significativo aumento dei pensionamenti, in questo senso, ventimila medici di base andranno in pensione entro il 2031, lasciando posti vacanti che non saranno compensati dalla disponibilità di nuovi medici.
Sanità digitale e telemedicina
Il dipartimento per la Trasformazione digitale collabora con il ministero della Salute per il raggiungimento di due obiettivi specifici in linea con “Italia Digitale 2026” e con le disposizioni del Pnrr: 1) il potenziamento del Fascicolo Sanitario Elettronico; in questo senso, l’85% dei medici di base dovrà adottare il Fascicolo entro la fine del 2025 mentre tutte le Regioni e Province Autonome dovranno adottare e utilizzare il Fascicolo entro metà del 2026; 2) promozione e finanziamento dello sviluppo di progetti di telemedicina: gli obiettivi indicati dal Pnrr prevedono che la telemedicina fornisca assistenza a trecentomila pazienti entro il 2025.
Nonostante le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, la transizione verso una Sanità Digitale presenta ancora diverse sfide da affrontare. La prima, riguarda la carenza di competenze digitali all’interno delle organizzazioni sanitarie, che posiziona l’Italia al diciottesimo posto fra i 27 Stati membri dell’Ue.
La seconda sfida è l’adeguamento delle strutture e dei servizi sanitari ai nuovi modelli e standard previsti dal decreto ministeriale 77/2022, inclusa la definizione dei criteri di accesso, erogazione e remunerazione delle prestazioni di telemedicina.
Un’ulteriore barriera è la digital illiteracy poiché la telemedicina si è focalizzata principalmente sui dispositivi tecnologici, e non sulla formazione del personale. Questo è ulteriormente aggravato dalla mancanza di una connettività veloce e uniforme su tutto il territorio nazionale.