Apple ritarda parti di iOS 18 in Europa e dà la colpa al DMA
Apple ha ritardato i piani di implementazione in Europa di alcune funzioni dei suoi prossimi sistemi operativi (compresa Apple Intelligence) perché, come dichiarato a The Verge dal portavoce dell’azienda Fred Sainz, teme che il Digital Markets Act (DMA) europeo “potrebbe costringerci a compromettere l’integrità dei nostri prodotti in modi che mettono a rischio la privacy degli utenti e la sicurezza dei dati. Siamo impegnati a collaborare con la Commissione Europea proprio nel tentativo di trovare una soluzione che ci permetta di offrire queste funzionalità ai nostri clienti dell’UE senza compromettere la loro sicurezza”.
Tra i servizi interessati da questo ritardo, oltre ad Apple Intelligence con le sue svariate novità in chiave IA generativa, ci sono Phone Mirroring e SharePlay Screen Sharing. Al di fuori dell’Europa, Apple intende comunque lanciare queste e altre funzionalità all’interno dei prossimi iOS 18, iPadOS 18 e macOS 15 attesi tra settembre e ottobre, che dopo la decisione di Apple arriveranno quindi in Europa in versioni incomplete.
Il DMA, entrato in vigore a marzo, impone alle aziende “gatekeeper” designate (Apple inclusa) di osservare pratiche commerciali corrette e di interoperare con i prodotti della concorrenza in alcuni casi, oltre ad altri obblighi. Quando a gennaio Apple ha annunciato la sua intenzione di conformarsi al DMA, si era comunque lamentata delle implicazioni per la sicurezza.
“Il DMA richiede modifiche a questo sistema che comportano maggiori rischi per gli utenti e gli sviluppatori. Tra questi vi sono nuove possibilità di malware, frodi e truffe, contenuti illeciti e dannosi e altre minacce alla privacy e alla sicurezza. Questi cambiamenti compromettono anche la capacità di Apple di rilevare, prevenire e intervenire contro le app dannose su iOS e di supportare gli utenti colpiti da problemi con le app scaricate al di fuori dell’App Store”, si leggeva nella dichiarazione di Apple di inizio anno.
Entrando più nel dettaglio della decisione di Apple, la funzione Phone Mirroring, che sfrutta il Wi-Fi per gestire completamente il proprio iPhone da un Mac, rientra tra quelle “ritardatarie” in Europa perché Apple, per rispettare appieno il DMA, dovrebbe garantire lo stesso tipo di funzionamento anche con altre app e con altri sistemi operativi (e questo stesso principio di interoperabilità che spaventa Apple si può estendere anche a SharePlay Screen Sharing).
Più complessa la questione di Apple Intelligence. Alla base della decisione di Cupertino c’è ChatGPT, che seppur venga considerato uno strumento di ricerca esterno a Siri (e in futuro gli utenti potranno scegliere anche un altro motore generativo, in piena corrispondenza con i dettami del DMA), nell’UE richiede l’autenticazione tramite account e non può quindi essere una soluzione di ricerca anonima e non tracciabile come vuole Apple.
Se Apple dovesse portare in Europa ChatGPT all’interno di Siri seguendo le regole del DMA, i dati degli utenti Apple costretti a registrarsi a ChatGPT finirebbero a disposizione di OpenAI, cosa che l’azienda di Tim Cook vuole evitare assolutamente.
Per tutti questi motivi è difficile immaginare quale sarà il destino dei nuovi sistemi operativi di Apple nel mercato europeo. Queste funzioni arriveranno comunque seppur in ritardo (magari il prossimo anno) o in Europa non le vedremo mai?