Se c’è una cosa che è emersa chiaramente nell’evento di ieri in cui Apple ha presentato gli iPhone 16 (assieme ai nuovi Apple Watch e AirPods) è che non è affatto pronta per la sua tanto sbandierata Apple Intelligence, la piattaforma di IA generativa che Cupertino aveva svelato a giugno nel corso della WWDC 2024 e che, basandosi su hardware in locale, funzionerà solo a bordo degli iPhone 16, 16 Plus, 16 Pro, 16 Pro Max e dei precedenti 15 Pro e 15 Pro Max. Sapevamo già che il lancio di Apple Intelligence sarebbe stato in qualche modo ritardato rispetto alla presentazione dei nuovi iPhone e infatti ieri abbiamo scoperto che molte delle funzionalità di intelligenza artificiale illustrate durante il keynote non saranno disponibili al lancio, ma arriveranno in un secondo momento (si suppone con iOS 18.1) nel corso dell’autunno.

apple intelligence

Inoltre, ci saranno grosse limitazioni geografiche e linguistiche, con gli utenti USA che saranno i primi a poter utilizzare alcune funzioni IA e saranno seguiti dai canadesi e dai residenti in altri Paesi anglofoni come UK, Australia e Nuova Zelanda. Solo in un secondo tempo, a partire dal prossimo anno, Apple Intelligence sarà disponibile anche in francese, spagnolo e molto probabilmente giapponese (gli iPhone vanno molto forte sul mercato nipponico), mentre per le altre lingue (italiano compreso) bisognerà attendere ancora di più (2026?).

iphone ia

Tra l’altro quella che arriverà in autunno negli USA sarà una Beta di Apple Intelligence, mentre per la versione completa e definitiva con tutte le funzioni IA promesse da Apple a giugno non si hanno tempistiche certe. Perfino le home page dei siti europei di Apple non menzionano Apple Intelligence, a conferma di come anche Spagna e Francia dovranno aspettare ancora parecchio prima di vedere qualcosa di concreto.

Proprio quello linguistico sembra quindi essere il vero ostacolo che Apple si sta trovando di fronte, ancor più delle restrizioni normative di cui si era parlato nei mesi scorsi in relazione al Digital Markets Act europeo, che secondo Cupertino avrebbe ritardato lo sbarco di Apple Intelligence dalle nostre parti. Sicuramente, il contrasto tra Apple e l’UE ha una sua rilevanza, ma se fosse solo per questo perché Apple avrebbe ritardato Apple Intelligence anche in Canada (dove il francese è molto diffuso) o nei paesi del Sud America dove si parla spagnolo se non ci fossero appunto problemi legati alla lingua?

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L’evento di ieri ha anche messo in dubbio le proiezioni di alcuni analisti secondo cui i nuovi iPhone 16 avrebbero portato a un significativo ciclo di aggiornamento sfruttando proprio l’hype dell’intelligenza artificiale. Ciclo che forse ci sarà comunque trattandosi di nuovi iPhone (nonostante le novità dei nuovi modelli non siano eclatanti) ma che, di fronte a questi ritardi, potrebbe avvenire davvero solo con i prossimi iPhone 17… Europa permettendo.