Dopo una battaglia legale durata otto anni, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza definitiva stabilendo che Apple ha beneficiato di ingenti sgravi fiscali in Irlanda, in violazione delle norme UE sugli aiuti di Stato. La vicenda iniziò nel 2016, quando la Commissione Europea (CE) dichiarò che un accordo fiscale tra Apple e l’Irlanda violava le leggi dell’Unione Europea sugli aiuti di Stato e chiese alla società di pagare 13 miliardi di euro in tasse arretrate. Nel 2018, il conto fiscale richiesto ad Apple salì a 14,3 miliardi di euro, includendo interessi.

Questi aiuti di Stato erano legati ai trattamenti fiscali dei profitti generati da Apple fuori dagli Stati Uniti attraverso le sue entità Apple Sales International (ASI) e Apple Operations Europe (AOE) tra il 1991 e il 2014. Nel 2020, il Tribunale dell’UE annullò la decisione della CE, affermando che la Commissione non aveva sufficientemente dimostrato che Apple avesse beneficiato di un vantaggio selettivo. Tuttavia, in un’ultima svolta, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato la sentenza del Tribunale, confermando la decisione originale della Commissione.

apple

Margrethe Vestager, Vicepresidente della CE, ha definito questa sentenza “una grande vittoria per i cittadini europei e per la giustizia fiscale”, sottolineando che l’Irlanda ha ora l’obbligo di recuperare gli aiuti di Stato illegali concessi ad Apple. Questo caso non riguarda solo Apple, ma si inserisce in un contesto più ampio di lotta all’evasione fiscale da parte delle grandi aziende tecnologiche.

Dal punto di vista finanziario, Apple dovrà ora rinunciare ai 13 miliardi di euro che erano stati depositati in un conto di garanzia in attesa dell’esito del caso. Tuttavia, il fatto ancora più importante è la percezione che le autorità e i tribunali dell’UE siano pronti a usare il loro potere collettivo per riportare, quando necessario, le grandi aziende tecnologiche sotto controllo.