Aruba ha inaugurato ieri l’Hyper Cloud Data Center di Roma, il suo quarto data center in Italia che sorge nel Tecnopolo Tiburtino (Roma Est) e si estende su un’area di 74.000 m², con 52.000 m² di superficie destinata ai data center di cui oltre 30.000 m² dedicati alle sale dati. A pieno regime, il campus comprenderà cinque data center indipendenti per un totale di 30 MW di potenza IT, erogati con un livello di ridondanza 2N o superiore. Al momento è operativo il primo edificio, mentre l’arrivo del secondo è previsto per la seconda metà del 2025.

Il campus si posiziona come il luogo ideale per ospitare i dati, le infrastrutture e i sistemi di aziende di ogni dimensione, dagli hyperscaler alla Pubblica Amministrazione, nonché dei grandi player internazionali che hanno bisogno di avere un punto di presenza più vicino al Centro-Sud e all’area del Mediterraneo, grazie anche all’approccio carrier-neutral che consentirà di accedere a interconnessioni con altre regioni.

Aruba Hyper Cloud Data Center

Questa nuova infrastruttura, per cui Aruba ha investito oltre 300 milioni di euro, si aggiunge al network di data center di proprietà del Gruppo, che comprende già il Global Cloud Data Center di Ponte San Pietro (BG) e due data center ad Arezzo. Progettato e costruito internamente dal team di esperti di Aruba, l’Hyper Cloud Data Center offre soluzioni personalizzate di colocation ad alta efficienza, dalle porzioni di rack ad intere sale dedicate, fino a private cage e cross connections.

Attraverso questo data center vengono inoltre erogati i servizi di Aruba Enterprise, tra cui quelli Trust, Cloud e Managed, garantendo continuità operativa e soluzioni di Disaster Recovery e Business Continuity.

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La certificazione ANSI/TIA-942-C Rating 4 Constructed Facility rilasciata da EPI (uno dei principali provider mondiali di data center training) rappresenta uno dei principali punti distintivi del nuovo data center e assicura, a seguito di rigorosi controlli, il pieno rispetto della norma non solo in termini di design e progettazione, ma anche di conformità di quanto effettivamente costruito. A ciò si aggiunge l’approccio “green-by-design” grazie alla presenza di impianti fotovoltaici e a sistemi di raffreddamento ad alta efficienza (free-cooling). 

“Con l’attivazione dell’Hyper Cloud Data Center di Roma, possiamo aumentare significativamente la capacità di spazio e potenza a disposizione dei nostri clienti, rispondendo alla rapida crescita dei consumi prevista dallo sviluppo del cloud e di tecnologie come l’intelligenza artificiale” ha commentato Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba. “Questo nuovo campus è il risultato del nostro impegno nell’ideare soluzioni che massimizzano affidabilità ed efficienza, minimizzando al contempo l’impatto ambientale”.

Design ed efficienza energetica

Il design del data center, realizzato da un team di progettazione interna, riprende e migliora molti dei concetti già implementati nel campus Aruba di Ponte San Pietro, come i corridoi isolati con circuito di aria calda/fredda o il pavimento flottante con un’altezza di due metri, che consente di nascondere tutti gli impianti e le reti sotto agli armadi permettendo comunque ispezioni, configurazione e manutenzione con la presenza di personale.

Seguendo i principi dell’approccio green-by-design adottato da Aruba, l’impianto di raffrescamento free cooling utilizza un circuito chiuso per l’acqua, consentendo un consumo minimo di questa risorsa importante, mentre gran parte delle superfici degli edifici sono coperti da pannelli fotovoltaici. Aruba non dichiara pubblicamente la PUE (Power Usage Efficiency), ma questo dato viene comunicato in fase di contrattazione ai clienti che lo richiedano.

Come già sperimentato nel data center di Bergamo, è anche possibile installare impianti per il raffreddamento a liquido direttamente negli armadi, una tendenza in crescita visto l’enorme assorbimento delle più recenti GPU utilizzate per applicazioni di intelligenza artificiale.

Oltre alla colocation di server negli armadi strutturati, i clienti potranno riservare intere sale o installare gabbie come ulteriore protezione fisica, requisito imposto a chi opera in determinati settori regolamentati.