Gli HDD non sono morti: c’è una roadmap verso i dischi da 100 TB
Secondo un recente report di IEEE, le spedizioni totali di HDD (i tradizionali Hard Disk magnetici) continua a diminuire, ma il mercato degli HDD nearline per data center e aziende si è ripreso nel 2024 e la domanda continua a crescere per lo storage su HDD nelle applicazioni big data (inclusa l’IA), grazie al minor costo per bit dello storage su HDD rispetto a quello su SSD.
Queste unità ad alta capacità sono sigillate e riempite di elio, hanno fino a 10 dischi e possono includere attuatori doppi e le tecnologie heat-assisted magnetic recording (HAMR) e 2D magnetic recording (TDMR). Le capacità di archiviazione attuali sono fino a 32 TB, ma entro il 2026-2027 dovrebbero essere disponibili HDD da 50 TB, che come si vede nella roadmap sottostante potrebbero raggiungere addirittura i 100 TB nel 2037 (traguardo a cui puntano anche dischi ottici e nastri magnetici). Ciò dovrebbe consentire agli HDD di continuare a essere competitivi rispetto agli SSD per lo storage secondario e le applicazioni di archiviazione attiva.
Per ottenere elevate prestazioni funzionali di lettura e scrittura delle testine degli HDD, sono però necessari progressi critici nei materiali magnetici e non magnetici, che includono miglioramenti nei supporti e nei rivestimenti dei dischi, nonché testine in grado di supportare densità superiori a 160 Gb/cm2 (1.000 Gb/in2 o 1 Tb/in2). Inoltre, tecnologie come le già citate TDMR, HAMR e la registrazione magnetica a punti riscaldati richiederanno progetti di unità disco con nuovi processi e materiali.
Seagate Technology ha iniziato a distribuire HDD HAMR da oltre 30 TB per data center e anche Toshiba ha annunciato che distribuirà HDD HAMR con questa capacità entro il 2025, mentre Western Digital avrebbe brevettato soluzioni proprietarie che permetterebbero di raggiungere volumi di memoria ancora più elevati per i propri HDD.