Microsoft ha recentemente accusato Google di aver creato un gruppo di provider cloud come facciata per attaccare la propria posizione sul mercato. In un post pubblicato da Rima Alaily, viceconsigliere generale di Microsoft, l’azienda ha affermato che un nuovo gruppo, definito come “astroturfing” (ossia un’organizzazione che finge di essere di base popolare ma in realtà è supportata da interessi aziendali), è stato organizzato da Google con lo scopo di screditare Microsoft agli occhi delle autorità regolatorie e dei policymaker. Alaily sostiene che Google abbia cercato di nascondere il proprio coinvolgimento attraverso il reclutamento di alcuni provider cloud europei, designati come volti pubblici dell’iniziativa.

Il gruppo in questione, che sembra essere la Open Cloud Coalition (OCC), ha attualmente dieci membri, inclusi Google Cloud e vari operatori cloud del Regno Unito e della Spagna. L’OCC dichiara di voler promuovere standard aperti, eliminare pratiche di licenze restrittive e lavorare con i policymaker per regolare il mercato del cloud in modo più equo, stimolando la concorrenza e l’innovazione.

Microsoft ha messo in dubbio la genuinità di queste intenzioni, accusando Nicky Stewart, consigliera senior dell’OCC ed ex capo strategico dell’ICT presso il Cabinet Office del Regno Unito, di aver criticato le tattiche di vendita di Microsoft in un’inchiesta del governo britannico. Inoltre, Microsoft ha sostenuto che Google ha proposto l’adesione a questo gruppo a diverse aziende, molte delle quali hanno declinato, affermando che sarebbe stato Google a finanziare e dirigere l’operazione per indebolire la presenza di Microsoft nel mercato cloud dell’Unione Europea e del Regno Unito.

costi cloud e on premises

Microsoft vede l’OCC come un tentativo di distrarre dal contesto attuale, in cui Google è sotto scrutinio per questioni di antitrust. Alaily ha osservato che, con Google in difficoltà a causa delle numerose sfide legali in ambito concorrenziale, l’azienda starebbe cercando di rafforzare il proprio servizio cloud, Google Cloud Platform, attaccando Microsoft.

Oltre a queste nuove tensioni, Microsoft ha recentemente risolto una disputa con un altro gruppo del settore cloud, il Cloud Infrastructure Services Providers in Europe (CISPE). CISPE aveva accusato Microsoft di offrire il proprio software a prezzi scontati ai clienti che utilizzano il servizio cloud Azure, una pratica considerata anti-competitiva. L’accordo tra Microsoft e CISPE ha portato a concessioni, ma ha escluso dal patto Google Cloud, AWS e Alibaba Cloud, considerati attori con posizioni di mercato diverse rispetto ai membri di CISPE.

Da parte sua, Google ha risposto accusando Microsoft di pratiche di licenze anti-competitive, sostenendo che i costi per l’utilizzo dei prodotti Microsoft in cloud diversi da Azure sono aumentati considerevolmente. Questo contrasto evidenzia come la concorrenza tra i giganti del cloud sia particolarmente accesa, specialmente in un periodo in cui entrambe le aziende sono sotto la lente delle autorità per pratiche considerate discutibili.

La situazione appare tesa e l’accusa di astroturfing sottolinea un punto critico: Microsoft e Google stanno cercando di influenzare l’opinione pubblica e i regolatori in Europa, ma con modalità differenti. È probabile che nei prossimi mesi la contesa si intensifichi ulteriormente, con entrambi i contendenti che cercheranno di ottenere un vantaggio nel crescente mercato del cloud.