La UE indaga su possibili accordi di cartello tra i costruttori di data center
La Commissione Europea sta effettuando ispezioni presso le sedi di aziende attive nel settore della costruzione di data center e, al tempo stesso, ha inviato richieste formali di informazioni a diverse aziende attive nello stesso settore.
La Commissione teme che queste aziende possano aver violato le norme antitrust dell’UE che vietano i cartelli e le pratiche commerciali restrittive (Articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea). La Commissione sta indagando in particolare su una possibile collusione sotto forma di accordi no-poach, ovvero quegli accordi in cui le aziende si accordano tra loro per non reclutare e/o assumere i lavoratori delle altre aziende.
Le ispezioni senza preavviso che la Commissione sta effettuando rappresentano una fase preliminare di indagine su sospette pratiche anticoncorrenziali e non esiste una scadenza legale per completare le indagini sulla condotta anticoncorrenziale. La loro durata dipende da una serie di fattori, tra cui la complessità di ciascun caso, la misura in cui le aziende interessate collaborano con la Commissione e l’esercizio dei diritti di difesa.
“Nell’ambito del programma di clemenza della Commissione, le aziende che sono state coinvolte in un cartello segreto possono ottenere l’immunità dalle multe o riduzioni significative delle stesse in cambio della segnalazione della condotta e della collaborazione con la Commissione nel corso della sua indagine. Individui e aziende possono segnalare cartelli o altri comportamenti anticoncorrenziali in forma anonima attraverso lo strumento di denuncia della Commissione. Questo vale anche per i dipendenti a conoscenza di accordi no-poach e/o di pratiche di fissazione dei salari tra datori di lavoro”, si legge nel comunicato della Commissione.