TikTok potrebbe ancora salvarsi negli USA: segnali di apertura da Corte Suprema e Senatori
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di intervenire nel dibattito su TikTok, accettando di valutare la costituzionalità della legge (approvata dal Congresso ad aprile) che prevede il divieto negli USA dell’app a meno che non venga venduta entro il prossimo mese. Le udienze orali sono fissate per il 10 gennaio, nove giorni prima della scadenza per la cessione o il blocco dell’app.
La legge si basa su presunti rischi per la sicurezza nazionale derivanti da TikTok, che ricordiamo essere di proprietà del colosso cinese ByteDance, vieta l’app dagli store mobile di Google e Apple e impone ai fornitori di servizi web di interrompere il supporto, pena severe sanzioni economiche.
TikTok, che da parte sua nega ogni manipolazione da parte del governo cinese, sostiene che questa normativa violi il Primo Emendamento, sopprimendo senza precedenti la libertà di espressione di 170 milioni di utenti americani. Sebbene le preoccupazioni bipartisan riguardino la proprietà cinese, non sono mai stati forniti esempi concreti di utilizzo dell’app per raccogliere dati o diffondere disinformazione, tanto che anche secondo sei esperti legali chiudere TikTok per minacce non specificate rappresenta una violazione costituzionale.
Questo mese, una corte d’appello ha confermato la legge, sostenendo di proteggere la libertà di espressione impedendo al tempo stesso a un avversario straniero di influenzare i cittadini statunitensi. Tuttavia, gruppi come l’Electronic Frontier Foundation e l’ACLU hanno chiesto alla Corte Suprema di annullare il divieto, definendolo una misura antidemocratica.
Intanto, Donald Trump, promotore del primo tentativo di ban, ha espresso posizioni ambigue, dichiarando di voler “salvare” l’app ma lasciando aperta la possibilità di vietarla se emergessero prove concrete di un controllo cinese.