Secondo Steve Brazier, ex CEO di Canalys e attualmente Fellow presso Informa, il settore hardware tecnologico potrebbe affrontare una crisi esistenziale. Durante il Canalys Channels Forum a Berlino, Brazier ha lanciato un messaggio chiaro: il ciclo di innovazione che ha alimentato la crescita del settore per oltre tre decenni sembra giunto al termine.

“Per 30 anni, il canale ha prosperato seguendo l’innovazione hardware”, ha affermato Brazier. “Ma oggi annunciamo un punto di svolta: il settore hardware non sta più crescendo. Stampanti, PC, server, storage, Wi-Fi e routing sono stagnanti. Non in declino, ma nemmeno in crescita.”

Il problema, come sottolinea anche Paul Kunert di The Register, riguarda sia i produttori, sia i fornitori di terze parti che tradizionalmente hanno distribuito e supportato l’hardware. Brand storici come Cisco hanno registrato cali significativi nei settori chiave come quello dei router, mentre HPE ha visto crescere i ricavi solo grazie alla vendita di server AI, un segmento poco redditizio e spesso fuori dal canale tradizionale.

Le nuove tecnologie, come il metaverso, la stampa 3D e l’IoT, non si sono dimostrate motori di crescita significativi, mentre la cybersecurity rappresenta un’eccezione, continuando a mantenere una crescita a doppia cifra a causa della continua attività dei cybercriminali.

La situazione appare più critica in Europa, dove la crescita economica è rallentata rispetto agli Stati Uniti. Brazier attribuisce parte del problema alla minore immigrazione, un tema politicamente delicato. Aziende europee come Computacenter, che operano anche negli Stati Uniti, hanno inoltre attenuato il calo del commercio nel Regno Unito diversificando i mercati.

Canalys box moving

Un altro aspetto cruciale riguarda l’espansione del cloud. Grandi rivenditori come Insight, CDW e WWT stanno acquisendo competenze e aziende specializzate in migrazione e gestione del cloud, dimostrando che il valore aggiunto è sempre più legato ai servizi piuttosto che al semplice hardware.

Non tutti però concordano con la visione pessimistica di Brazier. James Rigby, CEO di SCC, ha definito il discorso “esagerato” e vede speranze nella migrazione a Windows 11 e nell’adozione dell’intelligenza artificiale come motori di domanda futura.

Canalys, tuttavia, sottolinea che l’incertezza geopolitica sta frenando i budget tecnologici. Dopo il ciclo di rinnovo forzato dalla pandemia, il mercato è infatti saturo di dispositivi come PC e infrastrutture di rete e i dati di mercato mostrano che gli investimenti in partner di canale hanno sottoperformato rispetto all’indice S&P500.

Brazier ha anche evidenziato un problema di fondo per l’industria europea: la dipendenza dalle aziende tecnologiche statunitensi, con i lavoratori che pagano indirettamente un “tassa” mensile di 100 euro per accedere a strumenti di lavoro americani. Con l’adozione dell’IA, questa cifra è destinata a salire, senza che il canale europeo ne tragga benefici significativi.

Infine, sempre secondo l’ex CEO di Canalys, Il settore dell’IA, dominato dagli hyperscaler e da startup supportate dalle loro infrastrutture, ha escluso il canale tradizionale. Se la bolla dell’intelligenza artificiale dovesse scoppiare, le conseguenze sarebbero simili a quelle della crisi del dotcom, con un impatto diffuso su tutto l’ecosistema tecnologico.