L’IA ha il potenziale per ridurre in modo significativo i costi della ricerca farmaceutica snellendo la scoperta dei farmaci, ottimizzando gli studi clinici e riducendo al minimo i costosi fallimenti grazie a previsioni e valutazioni di efficacia basate sui dati. Questo potenziale è stato riconosciuto dai professionisti dell’industria farmaceutica nel report The State of the Biopharmaceutical Industry – 2025 di GlobalData.

Secondo Urte Jakimaviciute, Senior Director of Market Research and Strategic Intelligence della divisione healthcare di GlobalData, migliorare la produttività della R&S farmaceutica è fondamentale perché si accelera lo sviluppo di nuovi farmaci, consentendo alle aziende di innovare in modo più efficace, di rispondere alle esigenze mediche emergenti e di mantenere un vantaggio competitivo in un mercato in rapida evoluzione, affrontando al contempo i costi crescenti e le lunghe tempistiche che minacciano la sostenibilità a lungo termine.

diagnosi ai digitalhealth dwi dino amadori

Anche il miglioramento della produttività è fondamentale, in quanto si allinea con la più ampia tendenza all’adozione dell’IA in tutti i settori, che sta spingendo le aziende farmaceutiche a integrare tecnologie avanzate per rimanere competitive e stare al passo con le tendenze della digitalizzazione.

Nel report, i professionisti dell’industria farmaceutica hanno inoltre identificato la generazione e l’ottimizzazione di lead nella scoperta di farmaci come le aree in cui l’IA è stata integrata in modo più efficace finora (segue l’identificazione dei target, un altro processo cruciale nella fase di ricerca e sviluppo).

“Sebbene il ruolo dell’IA nella scoperta dei farmaci sia ancora in evoluzione, con molti farmaci ancora in fase di scoperta o nelle prime fasi di sperimentazione clinica, si prevede che in futuro un numero crescente di farmaci scoperti dall’IA entrerà nel mercato. Ciò sarà determinato dalla continua necessità di migliorare l’efficienza e la velocità del processo, dai fattori di economicità e dai continui progressi dell’IA stessa, oltre che dalla crescente accettazione delle normative sull’uso delle tecnologie”, conclude Jakimaviciute.