In fuga da VMware, il provider austriaco Anexia migra 12.000 VM verso KVM

Anexia, provider cloud austriaco con oltre 100 sedi globali, ha completato una significativa migrazione di 12.000 macchine virtuali (VM) a causa dell’aumento esponenziale dei costi di licenza VMware, introdotti da Broadcom dopo l’acquisizione del colosso dei software di virtualizzazione. Secondo Alexander Windbichler, CEO di Anexia che ha anche valutato azioni legali, l’incremento delle tariffe di licenza superava il 500% e imponeva condizioni di pagamento insostenibili, tra cui pagamenti annuali anticipati con contratti biennali.
Cambiamenti che avrebbero gravemente compromesso i flussi di cassa e la competitività di Anexia, che, vincolata da contratti con i clienti, non poteva trasferire su di loro tali costi. Per togliersi dal “giogo” di VMware-Broadcom, Anexia ha sfruttato la propria esperienza con Netcup, una società affiliata che utilizza una piattaforma basata sull’hypervisor open-source KVM (Kernel-based Virtual Machine).
Grazie all’uso di un livello di astrazione chiamato Anexia Engine, i clienti non interagivano direttamente con VMware, semplificando il passaggio a KVM. Inoltre, l’utilizzo di storage NetApp indipendente dall’infrastruttura VMware ha facilitato la transizione dei dati.
Un ulteriore vantaggio è stato rappresentato dalla compatibilità di KVM con il formato VMDK di VMware, che ha reso possibile il boot delle VM migrate senza necessità di modifiche sostanziali. Per gestire il processo, il team di sviluppo di Anexia ha creato un tool specifico che analizzava le VM e consentiva la migrazione con un semplice clic, richiedendo solo un breve riavvio per completare il trasferimento.
La migrazione, completata entro maggio 2024, è stata comunque una delle operazioni più complesse mai affrontate da Anexia. Il trasferimento temporaneo di VM duplicate durante la migrazione ha infatti richiesto una pianificazione accurata per evitare carenze di capacità hardware. Nonostante queste difficoltà, il progetto è stato realizzato senza espandere l’infrastruttura fisica, un risultato notevole considerando la distribuzione geografica delle operazioni di Anexia.
Con la conclusione della migrazione, Anexia ha inoltre mantenuto tutti i suoi clienti, eliminando i costi delle licenze VMware e liberando risorse per investire in soluzioni open-source. Di fronte a questi risultati, Windbichler ritiene che altre aziende seguiranno l’esempio di Anexia, citando il diffuso e attuale mix di malcontento e sfiducia nei confronti di Broadcom.