Meta paga 25 milioni a Trump per chiudere la causa sul blocco degli account

Meta, depositando la notifica dell’accordo presso la corte federale di San Francisco, ha accettato di pagare circa 25 milioni di dollari per risolvere una causa intentata dal Presidente USA Donald Trump, in merito alla sospensione dei suoi account social da parte della società dopo il tristemente famoso assalto del 6 gennaio 2021 al Campidoglio.
Trump aveva intentato una causa contro Twitter, Facebook e Alphabet (nonché contro i rispettivi amministratori delegati) nel luglio del 2021, sostenendo che queste piattaforme e i loro CEO avevano illegalmente messo a tacere le sue opinioni. Dell’importo dell’accordo, 22 milioni di dollari saranno destinati a un fondo per la biblioteca presidenziale di Trump e il resto alle spese legali.
Secondo il Wall Street Journal, le discussioni sulla causa, che non erano andate molto avanti dall’autunno del 2023, erano ricominciate dopo che lo scorso novembre Mark Zuckerberg aveva fatto visita a Trump in Florida, con l’evidente scopo di ricucire un rapporto piuttosto teso e difficile (a un certo punto Trump, prima delle ultime elezioni presidenziali, aveva addirittura minacciato di mettere in carcere Zuckerberg).
Non è un caso che a dicembre Meta abbia dato un contributo di 1 milione di dollari al fondo per l’insediamento di Trump e che alcune settimane fa abbia messo fine ai suoi programmi di diversità, equità e inclusione (DEI), eliminato il suo programma di fact-checking di Facebook e Instagram negli Stati Uniti e ridotto i limiti alle discussioni su argomenti controversi come l’immigrazione e l’identità di genere.
Per non parlare della nomina di Joel Kaplan, repubblicano di spicco, a responsabile degli affari globali di Meta e l’ingresso nel CDA della compagnia di Dana White, amministratore delegato di Ultimate Fighting Championship (UFC) e amico intimo di Trump.
Un cambio di rotta, quello di Meta nei confronti del nuovo Presidente USA, che non stupisce più di tanto, anche se emerge con ancor più evidenza lo scarto tra utenti privilegiati (come Donald Trump) e le migliaia di persone a cui l’account Meta è stato sospeso o bloccato e che non riescono nemmeno a parlare con una persona per far sentire le proprie ragioni.