Le incursioni di Elon Musk nei sistemi americani preoccupano gli esperti cyber

Le politiche dell’amministrazione Trump che hanno permesso al Department of Government Efficiency (DOGE), guidato da Elon Musk, di accedere ai sistemi e ai dati del Bureau of the Fiscal Service (BFS) hanno reso l’agenzia “più vulnerabile agli attacchi informatici”. Questa affermazione è contenuta in un’ordinanza del giudice Paul A. Engelmayer, della Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Meridionale di New York, depositata l’8 febbraio nel caso State of New York Et Al vs Trump Et Al, in cui 19 procuratori generali statali sostengono che l’azione del DOGE violi almeno una legge federale e la Costituzione degli Stati Uniti.
L’ordinanza di Engelmayer impone ora che qualsiasi impiegato governativo speciale che abbia avuto accesso ai dati del BFS dal 20 gennaio distrugga immediatamente tutte le copie scaricate dai sistemi del Dipartimento del Tesoro.
Inoltre, l’amministrazione non potrà concedere l’accesso ai dati del Dipartimento del Tesoro contenenti informazioni personali identificabili o informazioni finanziarie confidenziali, a meno che i destinatari non siano funzionari civili con necessità operative all’interno del BFS, abbiano superato i controlli di sicurezza e completato la formazione sulla sicurezza informatica come richiesto dalle leggi federali e dai regolamenti dipartimentali.
Elon Musk ha reagito all’ordinanza con un messaggio su X in cui ha definito Engelmayer “un giudice corrotto che protegge la corruzione” e ne ha chiesto l’impeachment, senza però fornire prove a sostegno delle sue accuse.
Nel frattempo, le attività di DOGE sembrano aver avuto un impatto diretto su diverse agenzie governative. Durante il fine settimana, il sito web del Consumer Financial Protection Bureau (CFPB) ha restituito un errore 404, suggerendo una sospensione temporanea dell’agenzia. Questo evento segue un rapporto del The Wall Street Journal secondo cui DOGE aveva preso di mira il CFPB. Musk ha commentato l’episodio con un messaggio su X: “CFPB RIP”.
Inoltre, sono emerse notizie secondo cui DOGE, con l’approvazione della Casa Bianca, avrebbe avuto accesso a sistemi altamente sensibili di diverse agenzie federali, tra cui l’Office of Personnel Management (OPM), l’United States Agency for International Development (USAID), la General Services Administration, i Centers for Medicare and Medicaid Services e il Dipartimento dell’Istruzione. Alcune di queste operazioni avrebbero incluso l’analisi di dati sensibili con strumenti di intelligenza artificiale su Microsoft Azure, con l’obiettivo dichiarato di eliminare inefficienze.
La scorsa settimana, secondo quanto riportato da The Verge, il DOGE ha avuto accesso anche ai sistemi del Dipartimento dell’Energia (DOE), che supervisiona le armi nucleari americane. La notizia ha suscitato preoccupazione al punto che il Segretario dell’Energia Chris Wright ha dovuto negare pubblicamente che Musk e e il suo dipartimento abbiano accesso ai segreti atomici.
E non può non colpire nemmeno il fatto che un diciannovenne che lavora per il DOGE abbia avuto accesso a sistemi sensibili del governo statunitense, anche se la sua passata associazione con comunità di criminali informatici avrebbe dovuto impedirgli di ottenere le necessarie autorizzazioni di sicurezza per farlo.
Nel frattempo, i Repubblicani stanno bloccando i tentativi dei Democratici di citare Musk a testimoniare sulla sua gestione di DOGE e, secondo alcune segnalazioni, il personale della NASA sarebbe stato istruito a rimuovere dai siti pubblici riferimenti a popoli indigeni, donne in posizioni di leadership e altri elementi in linea con un ordine esecutivo di Trump volto a contrastare le iniziative di diversità ed inclusione.