BYOD: quando i soldi cambiano tutto
Stipendi, rimborsi, crediti; non c’è niente di meglio del denaro per accendere gli animi. I dipendenti vogliono essere pagati per usare i propri smartphone e tablet per lavoro, mentre le aziende non vogliono sostenere spese per l’uso personale. La questione su chi debba pagare ha reso il tema del BYOD (Bring Your Own Device) molto controverso.
Ecco spiegato il motivo per cui i dipendenti denunciano i loro datori di lavoro, perché lo scorso anno la Corte d’appello della California è stata costretta a intervenire sulla questione e perché le società di gestione aziendale mobile (EMM), assieme agli operatori wireless, stanno spingendo verso soluzioni per dividere i conti.
Dividiamo
A metà gennaio AT&T ha avviato la sua Work Platform per permettere la divisione dei conti all’interno di soluzioni EMM da parte di realtà importanti come MobileIron, AirWatch e Good Technology. Quest’ultima ha annunciato che il suo programma Good Work With Data permetterà al personale IT di separare l’utilizzo dei dati personali e lavorativi sullo stesso dispositivo (sia esso iOS o Android), fatturando automaticamente le spese sia all’azienda, sia al dipendente.
“È un passo nella giusta direzione”, afferma Ravi Waran di Albemarle, produttore globale di componenti chimici che sta adottando lo “split-billing” di Good Technology. “Fornisce la giusta protezione all’azienda e ai suoi dipendenti”.
Waran aggiunge che la soluzione di Good Technology permette anche di sfruttare su un singolo dispositivo diversi operatori wireless. Un’azienda ad esempio può ricevere una fattura da AT&T, mentre il dipendente ne riceve una da un altro operatore. La maggior parte dell’utilizzo di dati per lavoro fatturato all’azienda arriverà principalmente da email di lavoro e dai relativi allegati, così come dalle applicazioni del workflow.
La divisione dei conti potrebbe estendersi anche ai telefoni aziendali e non solo a quelli dei dipendenti
Questa divisione automatica dei conti mette la parola fine a rimborsi e compensi eccessivi. Ciò significa che non c’è più bisogno di compilare moduli per i rimborsi delle spese sostenute, di pagare costi nascosti e di avere a che fare con tutte le questioni fiscali inerenti gli stipendi. Waran sottolinea però come non tutti accoglieranno con piacere lo “split-billing”. Se infatti da un lato i dipendenti possono risparmiare sul loro piano dati, altri lavoratori che finora hanno sfruttato i rimborsi per sostenere le spese per i loro telefoni potrebbero non prenderla molto bene.
La divisione dei conti potrebbe estendersi anche ai telefoni aziendali e non solo a quelli dei dipendenti. Il CEO di Good Technology Christy Wyatt afferma che una piccola quantità di aziende sta cercando di introdurre questo sistema anche nella gestione dei telefoni aziendali.
“Questa sezione del mercato è del tutto nuova”, dice Wyatt. “Penso che assisterete a molte e differenti strategie che verranno implementate e sperimentate in ambito mobile nei prossimi 12-18 mesi. Sarà un periodo veramente formativo per questo tipo di gestione”.
Per i CIO la soluzione di Good Technology riferita ai soli dati rimane comunque un buon punto d’inizio, con quella per le chiamate che arriverà sicuramente in un secondo tempo.
“Rimane da capire se questa soluzione possa essere estesa anche alle chiamate vocali, magari come quelle vecchie carte telefoniche con cui componevi un prefisso e poi il numero e la chiamata veniva addebitata all’azienda”, continua Waran. “Qualcosa del genere, unito alla divisione dei dati, risolverebbe parecchi mal di testa e seccature varie che potrebbero presentarsi in alcuni di questi programmi BYOD”.