Il futuro di Intel è senza il Pc
Nell’era dell’internet delle cose e dell’It come commodity, in cui le prestazioni sono date quasi per scontate, anche i punti fermi devono sapersi muovere. Così Intel, che ha costruito la sua fortuna sull’inatteso mezzo secolo di validità della legge di Moore, si prepara alla transizione mostrando nel suo Future Showcase 2015 uno spaccato di quello che ci aspetta per i prossimi anni, anche presentando il lavoro delle startup vincitrici del concorso make it wearable dello scorso anno.
Al centro dell’iniziativa, al posto dei processi di miniaturizzazione dei semiconduttori, ci sono i kit di sviluppo IoT certificati per Arduino, come il Galileo di seconda generazione e l’Intel Edison, l’Home Gateway per l’automazione domestica e soprattutto le prime applicazioni di RealSense 3D, la fotocamera integrata per sviluppare inedite modalità di interazione basate sul movimento e la cattura dei dati di profondità. Proprio sui molteplici utilizzi, attuali e potenziali, di questa tecnologia si è focalizzato gran parte dell’interesse di Intel, che del resto può già mostrare alcuni prodotti in grado di utilizzarla, secondo modalità affascinanti anche se vagamente embrionali.
Dal Nuc al Compute Stick
La realizzazione di computer con form factor più compatti possibile è uno dei segni del cambiamento in atto. L’impressione è che non potendo miniaturizzare oltre i processori, Intel si stia dedicando a rimpicciolire tutto ciò che alla Cpu fa da contorno. Il primo passo è stato il Nuc, barebone che costa 300 euro e stipa la potenza di un Core i5 o di un i3 di 5a generazione in uno scatolotto di 11 cm per 3 di spessore. Proseguendo su questa strada Intel ha prodotto il Compute Stick, ovvero la sua versione di un intero Pc in formato chiavetta. In questo caso il SoC è attualmente Atom Bay Trail quad core, versione Z3735F.
Il sistema è poco più grande di una chiavetta Usb, solo che termina con un Hdmi e ha 32 GB di storage più le interfacce microSD e Usb per le espansioni, il WiFi n e il bluetooth 4.0. Per un costo che si aggira sui 150 euro porta con sé Windows 8.1 aggiornabile a 10 e una capacità di calcolo paragonabile a quella di un tablet di ultima generazione. Il Compute Stick è già un oggetto utile, malgrado abbia ancora bisogno di una piccola ventola integrata per non rischiare di fondere nell’uso prolungato, e lo diventerà ancora di più nelle sue implementazioni future, visto che Intel ha già in programma di dotarlo dei nuovi Core M Broadwell a 14 nanometri. È probabile che nei prossimi anni sarà questo il formato standard di un Pc per uso personale e multimediale.
RealSense, più di una promessa
Dietro le fotocamere innovative, capaci di abilitare le funzioni RealSense, c’è Creative Labs, un nome ben noto agli appassionati di tecnologia con qualche anno sulle spalle. La società di Singapore ha infatti siglato un accordo con Intel di cessione di licenze nel 2012. La tecnologia, presentata da Intel già al Ces dello scorso anno, è simile a quella introdotta, finora con poca fortuna, dal Kinect di Microsoft.
Si tratta di una fotocamera che nell’implementazione più completa aggiunge un rilevatore di infrarossi e un laser per misurare i valori di profondità dei soggetti inquadrati, arrivando fino a ottenere una scansione 3D da 20 cm a 2 metri di distanza dall’obiettivo. Già la versione ‘light’, denominata Realsense Snapshot, può rilevare informazioni per consentire la messa a fuoco differita e misurare la lunghezza di oggetti sullo stesso piano focale. Il bello è che questa versione è progettata per essere montata su un tablet o uno smartphone, trasformandolo in uno strumento di misura molto versatile.
Realsense 3D è invece già integrata in alcuni prodotti in commercio come l’innovativo HP Sprout, un all-in-one pensato per progettisti di oggetti, con una doppia superficie sensibile al tocco e la capacità di catturare all’istante oggetti 2D e 3D, da modificare e produrre con una stampante 3D.
Ma le possibilità di Realsense vanno anche oltre. Il basso costo di questa tecnologia (la versione esterna è simile a una webcam e costa circa 100 euro) e la facile miniaturizzazione ne rendono scontata la diffusione su ogni genere di device. Inoltre un dispositivo con Realsense riconosce i gesti e le espressioni del viso meglio di una fotocamera tradizionale, rendendo possibili modalità di interazione del tutto nuove. Il sistema può inoltre fornire a robot e droni una capacità impareggiabile di analisi dell’ambiente circostante, rendendone il movimento assai più preciso e intelligente.
L’impressione è che non potendo miniaturizzare oltre i processori, Intel si stia dedicando a rimpicciolire tutto ciò che alla Cpu fa da contorno
Il problema è che a parte qualche applicazione affascinante, come la creazione di un avatar con le nostre caratteristiche facciali e il rilevamento della mimica, più i primi esperimenti di giochi con biofeedback, come l’inquietante Nevermind, RealSense resta una strada ancora tutta da percorrere dal punto di vista software. L’SDK, scaricabile qui, è certamente corposo e ricco di spunti, ma senza un diffuso interesse da parte degli sviluppatori per sfruttare a fondo le possibilità dell’hardware, ci vorrà tempo prima di coglierne i frutti.
Indossabili oggi e domani
Tra i progetti di indossabili venuti fuori dal contest a premi voluto da Intel ci sono diversi spunti interessanti, anche se alcuni sembrano una ennesima versione di prodotti simili già in commercio, come il tracker fitness Basis Peak o lo smart-gioiello MICA. Dimostrano però come Intel sia in grado di fornire tutta la tecnologia necessaria anche per questo tipo di dispositivi.
Più interessanti sono gli auricolari Biosport di SMS Audio, che integrano sensori ottici in grado di rilevare dall’orecchio il battito cardiaco e trasmettere il dato allo smartphone, senza richiedere alcuna alimentazione se non quella ricavata dalla presa per cuffie. I Pro Glove sono invece guanti da lavoro che incorporano sensori di posizione molto precisi e una scheda Intel Edison. I dati servono a raccogliere indicazioni da chi fa un lavoro manuale per semplificarne l’attività.
Sempre la scheda Edison è il cuore di Smart Splint, un dispositivo anatomico che può aiutare la guarigione di fratture o lesioni e al contempo fornire dati continui sulle variazioni di pressione dei pazienti, importanti per il dosaggio dei farmaci in caso di problemi neurologici.
La casa Intel-ligente
Si chiama con poca fantasia Home Gateway l’esempio di soluzione a cuore Intel per la domotica, anch’esso presentato tra le innovazioni del Future Showcase 2015. Basato sulla scheda di sviluppo Galileo, rappresenta un hub multipiattaforma capace di gestire qualsiasi dispositivo attualmente in commercio per l’automazione della casa, perfettamente compatibile ad esempio con le soluzioni Nest e Philips. Con l’Home Gateway è possibile usare tag Nfc per rilevare la posizione degli occupanti dell’abitazione regolando i dispositivi di conseguenza, dall’accensione delle luci al controllo del riscaldamento. Intel suggerisce che il sistema può persino servire a trasferire un contenuto multimediale da uno schermo all’altro seguendo i nostri spostamenti tra le stanze. In questo caso meglio evitare gli schermi nel bagno, per non rendere imbarazzanti le videochiamate.