Dieci ragioni per cui l’iPad Pro rottamerà il notebook
Malgrado del suo arrivo si sapesse quasi tutto, con l’iPad Pro Apple ha sicuramente colpito nel segno. Con un mercato dei portatili fermo da tempo e quello dei tablet che segna la sua prima battuta d’arresto, era il momento giusto per un cambio di strategia. E non è un caso che sul palco dell’evento di lancio ci fosse Microsoft, che vorrebbe anch’essa portare aria nuova negli ambienti di lavoro.
Del resto iOS in ufficio entra sempre più spesso, anche se all’iPad mancavano molte caratteristiche per farne lo strumento di lavoro principale. Da novembre, quando la nuova tavoletta arriverà anche nei negozi italiani, tutte queste esigenze, tranne una, saranno soddisfatte.
1. Lo schermo é quello giusto
La diagonale di un foglio A4 é di 14,3”, l’iPad Pro arriva a 12,9”, per cui siamo molto vicini a dimensioni da documento standard. Inoltre la straordinaria risoluzione da 5,6 megapixel (2732×2048 punti), che ne fa il riferimento assoluto per la categoria, offre a chi lavora il vantaggio della visione nitida e riposante a cui siamo abituati sulla tavoletta Apple. A questo va aggiunta l’intelligenza del display che regola la frequenza di refresh in funzione del contenuto, consentendo risparmi energetici e una visione sempre ottimale.
Apple dichiara che l’A9X è un processore di classe desktop, e che l’iPad Pro sarà più veloce dell’80% dei notebook in circolazione. Se così fosse, e non c’è motivo di dubitarne, in un sistema leggero come iOS 9 le prestazioni sarebbero abbondanti per qualsiasi compito. Oggi che la corsa all’oro dei gigahertz delle Cpu è diventata storia vecchia, e che gli acquirenti di Pc badano al sodo, l’iPad Pro, 1,8 volte più veloce dell’Air 2, ha le carte in regola per sembrare un fulmine e vincere a mani basse qualunque confronto dei tempi di reazione.
3. Il multitasking c’è davvero
Con l’introduzione dello split screen e dei popup, sull’ampio schermo dell’iPad Pro si può lavorare quasi come siamo abituati a fare su un notebook. Non è, e non sarà mai più, una vera gestione a finestre, ma sono garantiti spazi di lavoro contigui su app differenti, con qualcosa di più di un task switching. Suddividere i quasi 13 pollici dell’iPad Pro non è un problema, e tenendolo in orizzontale è quasi come avere davanti due iPad vecchia maniera.
4. Apple Pencil non é uno stilo
È mancata all’iPad fin dalla sua prima edizione, poiché Apple non è mai stata contenta dell’esperienza d’uso ottenibile. Ora la penna per iPad diventa realtà, e nessuno dubita che sarà infinitamente superiore a tutte le soluzioni che negli anni hanno tentato di sopperire a questa grave mancanza. La punta sottile, per controllare il singolo pixel, e una, si spera, perfetta gestione delle interferenze da palmo, potrebbero rendere Pencil l’elemento chiave di un gran numero di applicazioni professionali. Nel diametro di una comune matita si nasconde il controllo dei livelli di pressione e dell’inclinazione, una batteria, e un connettore per la ricarica direttamente dalla porta Lightning. Decisamente un bel progetto, peccato che si paghi a parte con altri 99 dollari.
5. Il Cad diventa comodo
La possibilità offerta dai tablet di svolgere attività di progettazione in qualunque luogo, magari direttamente in cantiere, diventa scontata con l’iPad Pro. Le prestazioni della Gpu integrata nell’A9X sono infatti due volte superiori a quelle, già notevoli, dell’Air 2, tanto da essere confrontabili con quelle di una console di ultima generazione. Questo vuol dire più poligoni e più dettagli gestiti in tempo reale, e nessun problema a operare alla massima risoluzione dello schermo eccezionalmente definito. Inoltre la fotocamera da 8 megapixel apre scenari d’uso professionale della realtà aumentata, finora limitati anche dall’hardware disponibile.
6. Anche Microsoft ci crede
Che a pochi giorni dal lancio di Windows 10, Microsoft ci tenga a presentare una versione di Office ottimizzata per iPad Pro, è senz’altro un segnale di convergenza d’intenti. A Redmond hanno oramai abbandonato l’idea di guadagnare direttamente col sistema operativo, e la diffusione dei tablet sul posto di lavoro non può che rappresentare un vantaggio per tutti, anche se hanno una mela sul dorso. È un implicito riconoscimento della possibilità dell’iPad Pro di sfondare dove i tablet Windows non hanno saputo aprire una breccia.
7. Le tastiere non sono morte
Se il mouse è roba vecchia, destinata lentamente alla pensione, non si può dire altrettanto della tastiera. I progettisti dell’iPad Pro non hanno dimenticato questo aspetto, a partire dalla tastiera su schermo, comoda e ampia come una tradizionale. Ma la vera novità è l’aver ripreso il concetto introdotto da Microsoft con il suo Surface, della tastiera-cover agganciata magneticamente. Sulla qualità del prodotto Apple non possiamo ancora dir nulla, e in passato ci sono state anche cover con la mela che non hanno brillato per robustezza. Certo, 169 dollari non sono pochi e sarebbero meritati solo con un’ergonomia fuori del comune.
8. Dura più di un notebook
Dieci ore di batteria possono non sembrare tante, ma viste le dimensioni dello schermo, la risoluzione e le prestazioni complessive dell’iPad Pro, rappresentano un risultato notevole. Pochi portatili possono davvero garantire questa autonomia, e quelli che lo fanno costano più della tavoletta Apple o non hanno le sue capacità con la grafica 3D. Il sistema è peraltro certamente privo di ventole, il che lo rende probabilmente il portatile senza parti in movimento più veloce al mondo. Vedremo come andrà con la dissipazione del calore.
9. Non si sovrappone allo smartphone
Con i suoi 10 pollici, l’iPad era stato soppiantato per molti versi dai grandi smartphone, ormai usatissimi per leggere e navigare. Il nuovo formato fa diventare la tavoletta, a tutti gli effetti, uno strumento per creare contenuti. Quello che il notebook rappresentava rispetto al primo iPad, nato più che altro come viewer. In questo senso l’accoppiata smartphone e iPad Pro è più razionale di quella tra smartphone e iPad tradizionale, da cui, è bene ricordarlo, il Pro con i suoi 713 grammi, non si discosta molto in termini di peso e maneggevolezza.
10. Lo storage viaggia in classe ac
Oggi è più accettabile considerare un device, anche professionale, privo di una adeguata capacità di storage. L’ottima velocità wireless della rete 802.11 ac con Mimo permette di collegare agevolemnte un Nas per trasferire il necessario. E in mobilità c’è la versione LTE da 150 Mbps. Accettabile, abbiamo detto, ma comunque non di buon grado.
Nella assente capacità di espansione della memoria di archiviazione, o anche solo nella mancata possibilità di collegare una chiavetta Usb, sta infatti il principale difetto dell’iPad Pro. Una mancanza molto grave per un prodotto professionale, a cui Apple potrebbe porre rimedio facilmente producendo un accessorio dedicato.
Peraltro Steve Wozniak stesso aveva criticato l’iPad per la presenza di soli 128GB di capacità massima. Immaginiamo cosa potrà dire di questo modello, dalle straordinarie potenzialità, capace di editare tre flussi video 4K contemporaneamente, che di certo non occupano poco spazio, ma impossibilitato a superare la stessa memoria di un 10 pollici qualsiasi.
Quanto al prezzo, forse proprio grazie a questa limitazione, il Pro resta meno caro di un Macbook Air, 799 dollari per l’inutile, se non per specifiche applicazioni verticali, edizione da 32GB, 949 dollari per il 128 GB con Wifi e 1079 se si vuole anche l’Lte. Poca scelta, che sembra denotare una certa timidezza di Apple per il futuro di questo prodotto. A Cupertino prevedono forse, più che una rivoluzione, una conquista graduale del terreno dei notebook, e probabilmente non sono ancora pronti a dire addio a OSX.