Nuovo nome e nuovo team per i Google Glass
Già negli scorsi mesi avevamo riportato notizie secondo le quali il progetto dei Google Glass era tutt’altro che tramontato o sepolto; se mai stava cambiando pelle, assumendo una rilevanza più business che non consumer come inizialmente progettato da Google. La notizia delle ultime ore, non ancora confermata ufficialmente dalla grande G, nasce innanzitutto dallo slogan Glass and beyond, il nuovo motto che secondo alcuni rumor sarebbe stato adottato dalla rinnovata divisione wearable di Google.
Rumor che riportano anche la notizia di una profonda ristrutturazione di questo comparto di Google, che sarebbe stato rinominato in Project Aura nel tentativo di svecchiare quanto fatto finora, fa dimenticare gli errori fin qui commessi e ridare impulso e capacità di innovazione al settore degli indossabili. Ricordiamo infatti che a inizio anno Google ha interrotto la vendita dei Google Glass destinati agli sviluppatori a causa della scarsa richiesta, trovandosi così “costretta” a ripensare all’intero progetto e spostandolo appunto verso un’utenza business-professionale.
Per far partire Project Aura con il piede giusto, Google avrebbe assunto nuovo personale, portando nel suo nuovo “laboratorio” diversi nomi noti provenienti dal Lab126 di Amazon, l’incubatore di idee innovative in ambito hardware del colosso statunitense che recentemente è andato incontro a una profonda ristrutturazione dopo il colossale flop e la cessata produzione del Fire Phone. Si fanno in particolare i nomi di Tina Chen, uscita dal Lab126 ad agosto dopo aver lavorato sull’assistente domestico smart Echo, di Dima Svetlov e di Amir Frenke, entrato nel mese di giugno come direttore dello sviluppo del software.
Secondo altre indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, il team di Project Aura non starebbe lavorando solo su una nuova versione dei Google Glass, ma anche su altri tipi di dispositivi indossabili. Da notare infine che Project Aura non va confuso con Project Ara, altro progetto di Google che si occupa invece della produzione di uno smartphone modulare componibile come un Lego e atteso nel corso del prossimo anno.