Ecco come è fatto Facebook Reactions, il “Mi piace” con sei sfumature emotive
Non si tratta di un pulsante “Non mi piace”, come era stato inizialmente ventilato, ma Facebook sta sperimentando una serie di “reazioni emotive” che potranno essere comunicate attraverso il pulsante Like. Gli utenti in Irlanda e Spagna stanno già sperimentando un set di faccine (emoji) chiamato Reactions, inserite all’interno dell’iconico bottone col pollice alzato.
Invece del utilizzare il solo Like, gli utenti potranno esprimere amore, risate, felicità, stupore, tristezza e rabbia. Chi preferisce non scendere in questi dettagli, potrà continuare a usare il pulsante Mi piace come al solito, e sarà comunque la scelta predefinita.
Non è ancora chiaro se Facebook introdurrà Reactions in altri paesi, ma anche se non sarà nella forma sperimentata in Spagna e Irlanda, è molto probabile che qualche cambiamento simile avrà luogo prima o poi.
Da molto tempo gli utenti chiedono l’introduzione di un tasto “Non mi piace”, da usare in quelle situazioni in cui si vuole comunicare vicinanza al tema di un post ma non si vuole dire che di apprezzare il contenuto del suo messaggio. Nel 2010 circiolò pure un malware che tentò di sfruttare questo desiderio per secondi fini.
È capitato a tutti. Un amico pubblica un toccante aggiornamento che annuncia la morte di una persona cara. Il primo impulso è di premere “Like” per esprimere solidarietà, ma ci si ferma nel momento in cui si realizza che dire “Mi piace” non è decisamente appropriato in questo caso.
Malgrado ciò, Facebook aveva finora resistito alla tentazione di inserire un pulsante “Non mi piace”. In dicembre, l’azienda aveva annunciato invece di voler testare alcune alternative che avrebbero consentito di esprimere una gamma di emozioni più vasta. A settembre, il CEO Mark Zuckerberg annunciò che Facebook stave lavorando a un sistema per permettere agli utenti di esprimere empatia.
è ingenuo pensare che Facebook introdurrà Reactions solo per compiacere gli utenti: l’obiettivo è la sentiment analysis sui social
Pensare che Facebook introdurrà questa modifica per accontentare gli utenti sarebbe però decisamente ingenuo. Un grosso filone del social media marketing consiste nell’interpretazione della reazione emotiva a un post (analisi del “sentiment”), che al momento prevede l’utilizzo di complessi algoritmi di interpretazione semantica del testo che purtroppo – come accade ogni volta in cui si cerca di insegnare a un computer a comprendere il linguaggio umano naturale – spesso prendono sonore cantonate.
Poter offrire ai propri clienti un sistema certo per valutare la reazione emotiva sui social network verso un marchio o un prodotto potrebbe rappresentare un bel servizio in più per i clienti pubblicitari di Facebook.