Aruba Business: sconti e servizi extra per i partner

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Come funziona e quali sono le caratteristiche di Aruba Business per rivenditori dei servizi, system integrator, software house, sviluppatori e agenzie creative

Come preannunciato a inizio mese, Aruba ha presentato nel corso della scorsa edizione di SMAU la propria proposta commerciale riservata al canale, chiamata Aruba Business.

Ne abbiamo parlato con Gabriele Sposato, Direttore Marketing di Aruba Business e Stefano Sordi, Direttore Marketing di Aruba che ci ha anche offerto uno sguardo sull’andamento generale dell’azienda e

Aruba Business non è una semplice divisione dell’azienda, ma una vera e propria società indipendente, con sede a Ferrara, che propone servizi personalizzati e un classico programma di canale con sconti crescenti in base al volume d’affari e riservata a system integrator, software house, agenzie creative e sviluppatori che intendono sviluppare le proprie applicazioni o siti web sfruttando i servizi di Aruba.

Gabriele Sposato, Marketing Manager di Aruba Business.

Gabriele Sposato, Marketing Manager di Aruba Business.

Gabriele Sposato ha spiegato che Aruba Business fungerà da hub per tutti i servizi del gruppo, dalla registrazione di nomi a dominio fino alle soluzioni cloud o servizi di cloud housing e colocation, fornendo ai partner un unico pannello di gestione dal quale sarà possibile gestire direttamente tutte le attività dei propri clienti, o anche concedere agli stessi di amministrare i servizi da un pannello specifico a loro riservato.

I partner potranno gestire tutti i servizi rivenduti ai clienti da un unico pannello centralizzato.

I clienti Business potranno godere di un supporto tecnico dedicato e attivo 24 ore su 24, con anche un team specializzato nelle procedure di migrazione sia da servizi interni (per esempio da hosting condiviso a cloud hosting, cloud server o server dedicato), sia da servizi di ISP terzi verso Aruba Business.

Molta attenzione verrà posta sui materiali informativi ed educativi, strumenti che verranno usati anche per far conoscere ai partner l’intera gamma dei servizi Aruba.

L’accesso al programma Aruba Business non ha requisiti specifici di dimensioni o fatturato, ed è aperto a partner di ogni taglia, ma è comunque subordinato a un colloquio individuale. Per richiedere l’ammissione al programma bisogna inviare una richiesta di contatto da questa pagina.

A tre settimane dal lancio del programma Business, Aruba ha ricevuto alcune centinaia di richieste, su un mercato potenziale stimato in circa 15.000 aziende. L’obiettivo dell’azienda è raggiungere la leadership di mercato in questo segmento.

L’infrastruttura di Aruba

Stefano Sordi, Marketing Manager di Aruba

Stefano Sordi, Marketing Manager di Aruba

Con Stefano Sordi abbiamo invece parlato dello sviluppo complessivo dell’azienda aretina, che – parole sue – in questi anni non ha conosciuto crisi e infatti è passata da uno a sei datacenter proprio durante gli anni della crisi più nera. Di questi, tre sono di proprietà (due ad Arezzo, collegati in fibra ottica per una replicazione dei dati in tempo reale e uno a Ktis, in Repubblica Ceca), mentre altri punti di presenza sono distribuiti in data center di partner europei.

La distribuzione geografica consente di soddisfare le esigenze più diverse: da un lato, pubblica amministrazione e aziende che maneggiano informazioni sensibili possono essere interessate a mantenere i dati entro i confini nazionali, e dall’altro le aziende che intendono rivolgersi a mercati esteri, o preferiscono avere servizi distribuiti in aree distanti sia dal punto di vista geografico che di quello della topografia di rete per assicurare la continuità del servizio anche in caso di eventi disastrosi eccezionali.

E proprio parlando di eventi disastrosi, non abbiamo potuto non rievocare l’incidente avvenuto quattro anni fa nell’allora unico datacenter di Aruba, quando un surriscaldamento delle batterie UPS ha causato l’intervento dell’impianto antincendio e lo spegnimento preventivo dei server, mettendo online quasi metà del web italiano (tale era la quota di mercato di Aruba). A riguardo, Sordi ha detto che – come ogni situazione di crisi – l’evento si è rivelato anche una opportunità, anzi due.

Da un lato, Aruba ha acquisito – imparandole duramente sulla propria pelle – molte esperienze su come prevenire eventi di questo tipo. Ora nelle sue strutture la sala UPS risiede in un edificio indipendente dai server, e ogni batteria è isolata in un suo “loculo” in cemento armato, in modo che il surriscaldamento di una non possa provocare danni alle altre, né ai server.

Dall’altro, la velocità di reazione di Aruba a un evento così grave (il down complessivo è durato meno di una giornata), ha favorevolmente colpito alcuni clienti che si sono avvicinati proprio perché cercavano strutture in grado di garantire tempi di reazione molto rapidi.

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Oracle, è tempo di IT bimodale: cloud e on premises

Oracle, è tempo di IT bimodale: cloud e on premises
Mario Derba, vice president Sales Sud Europa e Fabio Spoletini, Country Manager Italia di Oracle parlano della visione di Oracle e dell'Italia

«Noi esperti del settore dell’information technology possiamo dire, forse, che non abbiamo capito niente quando abbiamo parlato di cloud negli ultimi 10 anni. Abbiamo pensato che fosse un “posto”, un luogo dove archiviare i dati e dal quale fruire servizi. La chiave di volta è pensare al cloud come a un’architettura».

Va dritto al nocciolo della questione Mario Derba, vice presidente Oracle area vendite per l’Europa meridionale. Lo dice incontrando CWI all’Oracle Open World, la grande rassegna iniziata domenica 25 ottobre a San Francesco e che vede la presenza di persone provenienti da 141 paesi.

Bi-modal it

Se il cloud è un’architettura, quale insegnamento possono trarre quanti lavorano nel settore dell’IT? «Il cloud è la chiave che può aiutare i nostri CIO a diventare motori d’innovazione, accogliendo tutto quello che il cloud porta di nuovo senza rinunciare tuttavia alla solidità dei sistemi che in questi anni hanno costruito».

Anche nell’information technology – per dirla all’Antoine-Laurent de Lavoisier – nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Nelle parole di Derba c’è la visione a tutto tondo di Oracle in grado di offrire soluzioni cloud che armonizzino gli asset dei propri clienti.

In un post pubblicato su LinkedIn, Derba chiama tutto ciò con il nome di “bi-modal IT”, perché capace di far coesistere ambienti “on-premise” e cloud.

Cloud: una via per uscire dalla crisi

«Il cloud è una grande opportunità per tutte le aziende– spiega a CWI Fabio Spoletini, country manager Oracle Italia – che permette loro di rilanciarsi. Faremo di tutto per sostenere il mercato italiano, portando la nostra innovazione».

Cloud per Spoletini è sinonimo di sicurezza, interoperabilità e suite «così da avere un passaggio facile dei processi core». Se la via del cloud è aperta a tutti, la competizione sul cloud è «ancora in una fase iniziale»: la sfida tra Oracle e Microsoft, ad esempio, è appena iniziata, soprattutto per quanto riguarda il PaaS.

Via alla nuova data visualization

Dalle parole ai fatti. Di oggi, da San Francisco, l’annuncio di Oracle di un nuovo programma dedicato al cloud all’interno di Oracle PartnerNetwork. Ma non basta: l’azienda della Silicon Valley ha presentato un nuovo servizio cloud di data visualization capace di rendere accessibile a ogni utente aziendale analisi complete.

Nuove funzionalità anche su Oracle Fusion Middleware, utili per creare ed eseguire applicazioni di business e migliorare la continuità operativa on premise e nel cloud.

Infine, l’introduzione di una nuova famiglia di sistemi SPARC, basata sul microprocessore M7 con 32core e 256 thread, e la presentazione di Oracle Solaris 11.3, la release più recente del sistema operativo enteprise che include funzionalità avanzate per la gestione di sicurezza, virtualizzazione e cloud.

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