Il ruolo abilitante del modello software-defined per i data center
Il modello software-defined sta rapidamente acquisendo consensi e mercato come nuovo approccio architetturale per migliorare l’agilità dell’IT e del business aziendale. Gli studi di IDC evidenziano come il paradigma infrastrutturale software-defined venga visto dalle aziende che già ne stanno facendo uso come un’importante evoluzione della tradizionale virtualizzazione, in grado di abbattere i costi di capitale dei data center e di accelerare l’adozione di ambienti di cloud ibrido.
IDC aggrega le tre principali componenti software-defined – server (componente computazionale), storage (gestione dei dati) e networking (trasporto dei dati) – sotto il segmento denominato software-defined infrastructure (SDI). Questo rappresenterà la voce con la crescita in assoluto più rapida di tutto il mercato IT infrastrutturale nei prossimi anni, con previsioni che parlano di un CAGR 2014-2019 pari al 23,8% e di un valore di mercato destinato a superare i 50 miliardi di dollari a livello mondiale nel 2019. Tra le tre componenti principali che compongono il mercato SDI, il software-defined networking (SDN) sarà quella che crescerà più velocemente nel periodo 2014-2019: +63,4% di CAGR.
La maggior parte delle aziende che hanno adottato una componente SDI si dice interessata a utilizzare questo modello per supportare un mix di applicazioni esistenti e nuove, anche mission-critical. Il 70% degli intervistati considera il modello SDI un abilitatore di strategie cloud e il 97% ritiene l’open source un tassello fondamentale delle architetture SDI. Tutte le organizzazioni si aspettano inoltre miglioramenti sostanziali nell’agilità aziendale, nella capacità di abbattere i costi IT e nella possibilità di creare e implementare le cosiddette next generation application.
Per affrontare al meglio questa fase di transizione, si deve necessariamente andare oltre il tradizionale modello di data center
Ecco perché IDC ritiene che il modello SDI costituirà il paradigma architetturale dominante per la maggior parte dei nuovi data center e delle iniziative di data center transformation. Le tecnologie convergenti e iperconvergenti emergeranno sia come i meccanismi principali per implementare il paradigma software-defined negli ambienti IT esistenti, sia come i veri e propri “building block” per la nuova generazione di data center SDDC (software-defined data center) e per le infrastrutture cloud aziendali.
Proprio di SDI, SDN, iperconvergenza e cloud ibrido si parlerà nel corso del nuovo roadshow organizzato da Cisco e Intel in collaborazione con IDC. Battezzato Build on IT Simplicity and Flexibility Forum, questo roadshow si terrà a Roma e a Milano il 20 aprile.
“Viviamo in un mondo che sta affrontando un processo di trasformazione digitale, sia in senso tecnologico ma anche, e soprattutto, di business. Cambiano i processi, le modalità di comunicazione, l’archiviazione e l’analisi dei dati, le esigenze di sicurezza e al contempo la concezione stessa del business che deve diventare digitale”, sottolinea Alberto Degradi, architectural leader di Cisco Italia. “Per affrontare al meglio questa fase di transizione, dobbiamo necessariamente andare oltre il tradizionale modello di data center e le aziende devono attrezzarsi per gestire richieste in continuo e rapido cambiamento. Ecco perché il data center, cuore pulsante dell’application economy, deve essere automatizzato, definito dalle applicazioni e guidato dalle policy”.