6 applicazioni business per la realtà virtuale
La promessa è forte: indossando un visore con sensori giroscopici, è possibile immergersi completamente in un ambiente tridimensionale ed esplorarlo, o interagire con esso, come se ci si trovasse al suo interno. Fino a poco tempo fa era possibile fare esperienze di questo tipo solo grazie a costosissimi prototipi esposti in fiere di nicchia. Oggi invece sono già disponibili, o stanno per arrivare, numerosi prodotti che coprono diverse fasce del mercato consumer.
Al top per prestazioni e prezzo c’è il visore Oculus Rift, sviluppato da Oculus VR, in seguito acquisita da Facebook , grazie a una campagna di crowdfunding da 2,4 milioni di dollari. Il visore da solo costa 699 euro più spese di spedizione, ma per l’utilizzo richiede un pc potente, per il quale è bene mettere in conto almeno un altro migliaio di euro.
Sul fronte opposto, bastano pochi euro per acquistare (o auto costruirsi) un Google Cardboard, il visore in cartone nel quale inserire un iPhone o un cellulare Android che, grazie alle lenti da inserire nel visore e all’app dedicata Carboard, trasformerà lo smartphone in un visore VR spartano ma funzionale.
Nel mezzo, si stanno facendo strada modelli intermedi, dai visori simili all’Oculus Rift ma più economici, a versioni concettualmente simili al Cardboard, ma più raffinate e da usare con smartphone specifici (come il sistema Samsung Gear VR). Negli ultimi giorni, ha fatto scalpore – soprattutto per il prezzo abbordabile – la proposta di Sony, che venderà il suo Playstation VR in bundle con la console PS4.
Oculus Rift è pensato principalmente per i videogiochi, anche se si dice che Mark Zuckerberg abbia intenzione di usare la tecnologia anche per proporre una versione “immersiva” di Facebook (chi ha letto il romanzo Ready Player One di Ernest Cline sa di cosa parliamo, gli altri dovrebbero leggerlo).
Sistemi più spartani come Cardboard sono adatti alla fruizione di video a 360°, all’esplorazione di mondi virtuali o ad applicazioni di realtà aumentata (trattandosi di Google, probabilmente “aumentata con la pubblicità”).
Detto ciò, la realtà virtuale sta esplorando anche direzioni che superano le esperienze ludiche e ricreative, in particolare in alcuni campi di applicazione aziendali specifici. Eccone alcuni tra i più promettenti.
Medicina e chirurgia
Dalla formazione allo studio di immagini diagnostiche in 3D, alla simulazione di interventi complessi, la realtà virtuale è già entrata – se non in sala operatoria – perlomeno nella fase di preparazione degli interventi, e ha già salvato diverse vite. Nel caso della neonata Teegan Lexcen, a fare la differenza tra la vita e la morte sono stati un’équipe chirurgica dalla mente aperta alle novità e un Google Cardboard.
Grazie al visore da pochi euro è stato possibile esaminare l’esatta struttura di un cuore affetto da gravi malformazioni osservandolo “dal suo interno”, per individuare la procedura chirurgica corretta da impiegare.
Al Politecnico di Losanna, in Francia (EFPL) da anni stanno studiando le possibilità terapeutiche della realtà virtuale per trattare pazienti affetti da autismo, stress post traumatico e depressione. Le ricerche effettuate hanno evidenziato che l’impiego della realtà virtuale ha effetti di feedback retroattivo molto potenti sui meccanismi cognitivi, sulle risposte neurologiche e persino sulle risposte fisiche dei pazienti in riabilitazione.
Industria e servizi di manutenzione
Avere l’intera documentazione tecnica e gli schemi di un veicolo o un impianto industriale sempre disponibili su un tablet ha rappresentato un enorme passo avanti per tecnici e manutentori, che oggi possono avere sempre le informazioni importanti a portata di mano. Ma se le mani fossero impegnate, appunto, nella riparazione?
Ecco che un visore di realtà aumentata potrebbe riconoscere le parti inquadrate e richiamare al volo schemi tecnici, istruzioni per la sostituzione e anche verificare le giacenze in magazzino per quel pezzo. General Electric ha creato un progetto pilota di questo tipo sfruttando i Google Glass. Il video qui sotto vale più di mille parole per descriverlo.
Turismo, arredamento, real estate
Se avete mai cercato di valutare le dimensioni e la disposizione di una stanza d’albergo, cercato di visualizzare come starebbe un certo arredamento in casa vostra, o provato a organizzare la disposizione delle postazioni di lavoro in un ufficio, sapete che anche gli strumenti più avanzati usati in questi campi, dai video a 360° in modalità “clicca-e-trascina” ai rendering che può farvi l’arredatore, hanno tutti dei limiti dovuti alla difficoltà umana nel traslare un’immagine bidimensionale in un ambiente 3D.
MSC ha dotato alcune agenzie viaggi di un visore Samsung Gear VR attraverso il quale il cliente può immergersi nell’atmosfera della crociera ed esplorare gli ambienti della nave, mentre Marriot offre l’esperienza VR come accessorio in camera in alcuni dei suoi alberghi.
Fiere ed esposizioni
Nelle fiere che presentano impianti e macchinari industriali, lo spazio a disposizione e i costi di trasporto limitano fortemente il tipo e il numero di prodotti che gli espositori possono portare sul posto. Con qualche visore VR possono invece mostrare le caratteristiche di macchinari ingombranti ai visitatori del proprio stand.
Certo c’è il rischio di ridurre le dimensioni degli stand, e quindi i metri quadri “venduti”, ma dietro l’angolo c’è un rischio più grande: che gli espositori decidano di passare direttamente all’esposizione “online”, pubblicando video immersivi direttamnte su Internet. Certo, in questo modo perderebbero il sistema di relazioni umane e opportunità di contatto che rappresentano parte essenziale di un evento fieristico. Se le fiere riusciranno a offrire entrambe le cose, contatto personale ed esperienza digitale, avranno ancora molte opportunità di crescita.
Risorse Umane
I colloqui di lavoro in video sono ormai una realtà consolidata in molti ambienti, ma un’esperienza immersiva potrebbe fornire molte più informazioni sugli aspetti di comunicazione non verbale del candidato, specialmente nei colloqui di gruppo dove si può valutare l’interazione tra i diversi candidati.
La VR può essere anche impiegata nella formazione del personale su temi molto complessi, o in situazioni in cui una formazione sul campo è difficile o costosa. Per esempio, diventa possibile far ambientare le nuove reclute al lavoro su una piattaforma petrolifera prima della partenza.
Pornografia
Da molti anni, l’industria del porno è all’avanguardia in molti settori del web, dalle tecnologie di streaming video all’infrastruttura, alle interfacce dei player, all’adozione degli standard e dei codec più recenti.
Non fa eccezione la realtà virtuale: sono in circolazione video immersivi in cui lo spettatore può osservare attori e attrici interpretare il proprio ruolo e interagire con lui, avendo la sensazione di essere realmente al centro della scena.
Visto che scrivo dal pc in redazione mi perdonerete se non inserirò dei link pertinenti in questo punto. Confido che sappiate fare le ricerche appropriate su Google, ma voglio prima farvi una importante raccomandazione sui possibili effetti sulla salute della realtà virtuale associata a forti esperienze fisiche.
Oltre a far diventare plausibile la diceria secondo cui fare certe cose può danneggiare la vista, l’associazione tra realtà virtuale e feedback fisici di tipo piacere/dolore può produrre cambiamenti neurologici le cui conseguenze devono ancora essere esplorate a fondo, come dimostrano gli studi del Politecnico di Losanna citati sopra. Meglio quindi non esagerare.