Le architetture aziendali basate sulle tecnologie della Terza Piattaforma (cloud, mobile, big data analytics e social) da una parte stanno consentendo alle imprese di cogliere le grandi opportunità dei mercati digitali, ma dall’altra stanno rendendo inefficaci i sistemi di sicurezza informatica centrati sulla difesa del perimetro. Il numero, la varietà e soprattutto l’intelligenza delle minacce continuano ad aumentare, fornendo agli attaccanti nuove strade attraverso le quali colpire gli asset critici.

Queste nuove tecnologie e queste nuove minacce richiedono una strategia di sicurezza che si discosti dal vecchio modello di protezione e difesa perimetrale, a favore di un più avanzato e proattivo approccio basato su contenimento e controllo. In questo contesto IDC evidenzia la crescente integrazione di tecnologie analitiche predittive in seno alle soluzioni e ai servizi di sicurezza IT. Soprattutto, sottolinea IDC, sta emergendo il ruolo fondamentale dei sistemi cognitivi.

I Cognitive Systems, insieme a IoT, Robotics, 3D Printing e Augmented & Virtual Reality, fanno parte di quella categoria di tecnologie che IDC ha identificato e definito come Innovation Accelerator, ovvero tecnologie “disruptive” in grado di amplificare la portata del processo di trasformazione digitale intrapreso dalle aziende, abilitando nuove opportunità di ricavi, strategie di business information-based, innovazione dei processi interni ed esperienza dei clienti.

il cognitive computing è la prossima frontiera nella difesa verso i moderni rischi del cybercrimine

Andando al di là di quella che è considerata la capacità principale dei sistemi cognitivi, ovvero compiere analisi ed elaborazioni del linguaggio naturale e di informazioni non strutturate interagendo direttamente con l’uomo oppure prendendo decisioni in maniera autonoma, IDC evidenzia il peso che tale tecnologia può avere nello sviluppo di piattaforme analitiche di nuova generazione, in grado di estrarre conoscenza da volumi enormi di dati destrutturati, portando di conseguenza anche le soluzioni di sicurezza a un nuovo stadio.

Nell’ottica della lotta al cybercrimine, si pensi per esempio alla possibilità data dalle tecnologie cognitive di apprendere in tempo reale a mano a mano che i dati vengono analizzati, imparare da esperienze passate su come comportarsi in situazioni attuali e velocizzare il processo decisionale dell’uomo evidenziando solo le informazioni utili. Non è un caso, testimonia una recente ricerca condotta da IDC, che il 48% delle imprese italiane che indicano la sicurezza IT come centrale rispetto alle loro priorità strategiche stia considerando con estrema attenzione le potenziali applicazioni di tecnologie cognitive.

Questo nuovo modo di guardare alla sicurezza IT sarà al centro di Outthink Threats, un evento che IBM, in collaborazione con IDC, organizza il 7 aprile 2016 a Villa Necchi Campiglio a Milano. Il cuore del dibattito sarà ripensare l’approccio alla sicurezza evidenziando come integrazione, collaborazione e strumenti di advanced analytics possano aiutare a prevenire, rilevare e rispondere velocemente agli attacchi, proteggendo in modo proattivo gli asset critici e mitigando i rischi, fino a esplorare proprio l’utilizzo del cognitive computing come prossima frontiera nella difesa verso i moderni rischi del cybercrimine.