Trimestrale IBM: ricavi giù, ma vola il cloud

Trimestrale IBM: ricavi giù, ma vola il cloud
Ricavi e utili in ribasso nel primo trimestre 2016 di IBM, ma a far sorridere il colosso americano sono il cloud e gli analytics.

Nelle scorse ore IBM ha annunciato i risultati finanziari relativi al primo trimestre 2016 e si tratta di un report con ombre e luci. Le prime riguardano essenzialmente i ricavi per 18,7 miliardi di dollari (-5% su base annua) e soprattutto l’utile netto, fermo a 2,3 miliardi di dollari equivalente al -21% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Dati insomma tutt’altro che esaltanti, ma IBM ha voluto mettere in luce soprattutto gli aspetti positivi di questa trimestrale, ovvero la crescita notevole di quelli che il CEO del colosso americano Ginni Rometty ha definito “imperativi strategici”. Termine che indica sia il cloud, sia gli analytics e che in effetti ha mostrato nel primo trimestre dell’anno una spinta notevole.

Questi settori hanno infatti generato ricavi per 7 miliardi di dollari (+14% anno su anno), ma se si prende in esame il solo cloud si scopre che la crescita ha raggiunto il 43% rispetto allo scorso anno con ricavi per 2,6 miliardi di dollari, che arrivano invece a 10,8 miliardi se si tengono in considerazione gli ultimi 12 mesi. In pratica, facendo due semplici conti, il cloud è arrivato a rappresentare per IBM il 14% dei ricavi in questo primo trimestre, quota che inizia a farsi molto interessante.

IBM ha voluto mettere in luce soprattutto gli aspetti positivi di questa trimestrale, ovvero i suoi “imperativi strategici”

A partire da questo trimestre IBM ha inoltre adottato una nuova suddivisione del suo intero business, che oggi viene segmentato in cinque diversi settori. Il principale è racchiuso nelle Technology Services and Cloud Platforms e ha avuto ricavi per 8,4 miliardi di dollari (-1,5% anno su anno), ma all’interno di questo settore la crescita della componente degli imperativi strategici prima descritti è stata del 41%, grazie soprattutto a contratti per infrastrutture di cloud ibrido.

Global Business Services, dove cloud e analytics sono cresciuti del 19%, è invece il secondo segmento in ordine di importanza, ma visto che rispetto al 2015 è calato del 4,3% assestandosi a 4,1 miliardi di dollari di ricavi, potrebbe presto scendere in terza posizione. Dove si assestano le Cognitive Solutions, che valgono 4 miliardi di dollari e che, grazie a Watson, potrebbero presto scavalcare il settore Global Business Services.

Chiudono i comparti Systems, con un preoccupante -21,8% anno su anno con un giro d’affari di 1,7 miliardi di dollari, e Global Financing, che ha generato 410 milioni di dollari nel trimestre con un -11,2% rispetto al primo trimestre 2015.

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Matrimonio sfumato tra Vaio, Toshiba e Fujitsu?

Matrimonio sfumato tra Vaio, Toshiba e Fujitsu?
Secondo il Wall Street Journal la creazione di una join venture tra Vaio, Toshiba e Fujitsu sarebbe già tramontata.

A metà febbraio, come riportato anche in questa nostra news, la joint venture tra Vaio, Toshiba e Fujitsu sembrava ormai cosa certa e si aspettavano solo i dettagli “formali” per mettere d’accordo i tre produttori nipponici. Una fusione in un unico soggetto delle rispettive business unit dedicate ai computer in cui Vaio sarebbe dovuto diventare l’azionista di maggioranza, nonché il brand holder dei nuovi prodotti che sarebbero dovuti uscire dalla joint venture.

L’obiettivo dei tre produttori era quello di unire le forze per fronteggiare la crisi di un mercato PC sempre più con il segno negativo, creando un nuovo soggetto in grado di rappresentare circa il 30% del mercato interno giapponese e circa il 6% di quello mondiale.

Il secondo motivo andava ricercato nella differente caratteristica geografica delle singole compagnie. Se infatti Vaio è forte soprattutto in Giappone e più che altro a livello consumer, Toshiba ha una maggior espansione sul mercato americano, mentre Fujitsu, i cui prodotti sono più orientati a un’utenza business, ha più forza in quello europeo.

Se oggi torniamo sull’argomento è perché, secondo il Wall Street Journal, il confronto tra Toshiba, Fujitsu e Vaio pare che porterà a un nulla di fatto. L’idea di creare una realtà come quella appena descritta resta valida e sensata, ma a quanto pare lo stallo al tavolo delle trattative si è rivelato più ostico del previsto.

Vaio infatti avrebbe già lasciato le contrattazioni, mentre Fujitsu starebbe ancora trattando con Toshiba ma nessuno dei due produttori intenderebbe acquisire la maggioranza della joint venture che si andrebbe a creare. Un matrimonio di interessi che sembra insomma svanito nonostante le buone intenzioni e che, in un panorama davvero fosco per il mercato PC, avrebbe permesso ai tre soggetti coinvolti di fare fronte comune e di porsi sia nel mercato interno giapponese, sia in quello estero con un nuovo slancio.

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