Microsoft ha preso posizione contro la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, unendosi ad altri giganti tecnologici che si oppongono alla controversa proposta.

Il prossimo 23 giugno il cosiddetto referendum “Brexit” (Britain exit) chiederà agli elettori inglesi se il Paese deve lasciare la UE. I sostenitori dicono che l’appartenenza all’Unione Europea ha influito negativamente sull’economia della Gran Bretagna e ha aperto le porte a una eccessiva immigrazione.

Boris Johnson, esuberante ex sindaco di Londra, ha paragonato l’Unione Europea a Hitler, e i sondaggi suggeriscono che la proposta sta raccogliendo supporto da parte dei cittadini inglesi.

Anche Cisco Systems, Hewlett Packard Enterprise e IBM sono contrarie al Brexit. In quanto multinazionali, queste aziende spesso si basano sul flusso di capitali e dipendenti attraverso le frontiere.

Microsoft ha dichiarato che l’adesione alla UE rende la Gran Bretagna un luogo più attraente per gli affari. La società di Redmond ha aperto il suo primo ufficio internazionale in Gran Bretagna nel 1982 e oggi conta 5.000 dipendenti nel Paese, come ha precisato Michel Van der Bel, CEO di Microsoft per il Regno Unito, in un post pubblicato martedì.

Il nostro impegno per i dipendenti e gli affari che abbiamo qui rimane stabile, ma riteniamo che la permanenza del Regno Unito nella UE supporti importanti criteri per i continui e futuri investimenti di Microsoft e altri”, ha scritto Van der Bel.

Molte aziende multinazionali sono contro il Brexit. Nel mese di febbraio i dirigenti di IBM, Cisco Systems, BT Group, Vodafone e General Electric hanno firmato una lettera aperta, pubblicata sul Times di Londra, in cui dichiarano che si oppongono alla proposta di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, e Bloomberg riporta che anche HPE ha preso posizione contro il Brexit.