La fatturazione elettronica non serve senza la digitalizzazione dei processi
È ormai ufficiale. La fatturazione elettronica tra privati partirà l’1 gennaio del 2017 passando per la digitalizzazione della pubblica amministrazione l’11 agosto 2016, quando entrerà in vigore il DPCM del 13 novembre 2014, che rivoluzionerà il modo di creare e formare documenti nelle pubbliche amministrazioni di qualunque grandezza, rendendo tutti documenti nativi informatici e quindi soggetti alla conservazione digitale a norma.
La fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione ha rappresentato oggi una grandissima innovazione in termini di processi e un grandissimo vantaggio per tutti gli stakeholders interessati. Ma ha ancora molte lacune, come ad esempio la gestione digitale di tutti i documenti collegati e collaterali alla fattura elettronica PA. “Per questo motivo il governo e tutta Europa spingono anche per la fatturazione elettronica tra privati, che partirà ufficialmente l’1 gennaio 2017 in modo facoltativo” ha dichiarato Nicola Savino, esperto nazionale per la digitalizzazione a norma dei processi e CEO di Seen Solution.
I vantaggi sono comunque talmente evidenti ed importanti che tutte le aziende private di qualunque dimensione e tutti i professionisti potranno beneficiare di un’innovazione di processo che permetterà l’abbandono di processi analogici, vecchi e cartacei. Il vantaggio ovviamente non è solo quello della dematerializzazione, ma soprattutto nell’avere un processo digitale, compliance con le norme e con gli asset aziendali e che offra risultati concreti in termini di risparmio di costi e snellimento di procedure.
la cosa più importante della digitalizzazione è la dematerializzazione di un processo piuttosto che di un documento
Digitalizzare dunque i processi e non i documenti, anzi digitalizzare i record e le informazioni. Del resto l’Europa spinge verso la digitalizzazione e verso il digitale sicuro, proprio grazie al regolamento eIDAS che sarà in vigore dal 1 luglio 2016 e che rivoluzionerà non poco la definizione e l’opponibilità a terzi del documento informatico anche sottoscritto con firma elettronica semplice.
“Quello che ci impone l’Europa non è solamente l’introduzione di servizi fiduciari digitali e di nuovi servizi di identificazione elettronica, ma anche una nuova definizione di documento informatico che a questo punto diventa anche un formato diverso da quello che noi oggi pensiamo, ovvero ad esempio un audio, un video o qualsiasi documento che nasce in formato digitale, come del resto già espresso dal DPCM del 13 Novembre 2014″, continua Savino.
In questo contesto ci troviamo di fronte a una rivoluzione che necessita però di una governance, una pianificazione, una strategia certa e sicura per garantire che la conservazione digitale a norma e la fatturazione elettronica siano di fatto un vantaggio e non un ostacolo o complicazione. Per questo motivo le pubbliche amministrazioni, le aziende private e tutti i settori dovranno sempre e soltanto considerare che la cosa più importante della digitalizzazione è sempre la dematerializzazione di un processo piuttosto che di un documento, visto che i processi digitali sono il vero valore aggiunto.
“È più importante dematerializzare un processo che un documento e il documento non è più nell’ottica immaginaria di un PDF o un oggetto o un file informatico, ma diventa un record, un’informazione digitale, un dato digitale che deve essere gestito e conservato secondo le regole vigenti. Ma soprattutto deve essere formato nel migliore dei modi per garantire che ci sia appunto una digitalizzazione del processo di business e non una mera dematerializzazione cartacea che prende un documento su carta e lo fa diventare anche nella forma digitale”, conclude Savino.