Le banche credono nella digitalizzazione, ma servono nuove competenze

gft digital banking 2016
Secondo il Digital Banking Expert Survey di GFT Technologies SE, gli istituti bancari hanno una crescente fiducia nelle tecnologie digitali

GFT Technologies ha diffuso i risultati del sondaggio Digital Banking Expert Survey 2016, che ha coinvolto 260 esperti del settore bancario sui temi del Digital Banking. Giunta alla seconda edizione, la survey fotografa lo stato dell’integrazione delle tecnologie digitale nel settore bancario e delinea gli sviluppi dei prossimi mesi. L’indagine è stata condotta in sette paesi: Brasile, Germania, Regno Unito, Messico, Italia, Svizzera e Spagna.

Quasi il 95 per cento delle banche intervistate sta attualmente elaborando la propria strategia di digital banking o ha già completato questo processo”, ha dichiarato Marika Lulay, COO di GFT Technologies. “Sono molto poche le banche che non hanno in alcun modo pensato alla trasformazione digitale”.

Il sondaggio ha rivelato un’importante crescita di fiducia sulle tecnologie digitali e un atteggiamento proattivo verso il cambiamento. Emerge una tendenza decisamente positiva in termini di sviluppo di una strategia digitale nelle banche retail: per il 60% degli intervistati, infatti, il processo di pianificazione della strategia è in corso, mentre per il 34% essa è in realtà già in atto. Raffrontata alla rilevazione del 2015, il numero di banche che hanno definito e implementato la loro strategia è aumentato dal 7% al 9%. Un risultato trasversale mostra, inoltre, come le grandi banche abbiano una maggiore probabilità di avere una strategia digitale in atto rispetto alle istituzioni finanziarie di medie o piccole dimensioni.

Per la realizzazione di tale strategia è considerata fondamentali la capacità di affrontare problematiche relative alla sicurezza, tema percepito come il maggior ostacolo a una effettiva realizzazione. In quasi tutti i Paesi le banche si ritengono più avanti rispetto ai competitor, in termini di sviluppo di servizi di digital banking, soprattutto in Svizzera, Spagna e Italia. La collaborazione con gli specialisti di terze parti, come le FinTechs, è considerata in tutti i paesi fattore meno determinante per il successo (57%).

La gestione dei dati dei clienti si conferma un elemento chiave per la digitalizzazione: gli aspetti indicati come più rilevanti sono la gestione di dati strutturati (72% degli intervistati) e l’accesso a tutti i tipi di dati interni dei clienti (70%). Per entrambi gli aspetti, tuttavia, le banche sostengono di possedere limitate competenze per gestire, organizzare e utilizzare efficacemente la mole di informazioni a disposizione (capacità valutata al 56% in entrambi i casi).

Driver: soddisfazione del cliente, fidelizzazione, redditività

gft driver digital banking

L’attenzione alle esigenze del cliente, inoltre, è considerata ancora un fattore fondamentale della rivoluzione bancaria digitale: al primo posto infatti si colloca l’aumento della soddisfazione del cliente (84%), seguita dall’aumento della fidelizzazione (83%) e infine dall’aumento della redditività (82%).

In passato, tutto ruotava intorno al prodotto. Tutti i sistemi e i processi erano stati costruiti attorno alla progettazione di offerte che garantissero prima di tutto buoni ricavi. Questo modo di pensare è cambiato, le banche si concentrano chiaramente sulle esigenze dei clienti”, ha sottolineato Lulay. “Negli ultimi anni, hanno fatto un grande sforzo e notevoli investimenti per migliorare proprio in questa direzione“.

Soddisfazione e fidelizzazione sono ancora le forze trainanti, ma spiccano meno rispetto all’anno precedente. Questo potrebbe riflettere il fatto che le banche tendono ad essere più soddisfatte quest’anno dei progressi in queste aree rispetto al 2015 e sono di conseguenza più propense a concentrarsi su altri fattori.

La filiale del futuro

Il sondaggio ha preso in esame anche il futuro delle filiali: per il 26% degli intervistati le filiali saranno di tipo “misto”. Questa tipologia offre un supporto competente non solo in termini di servizio personalizzato presso la filiale ma anche di accesso a servizi self-service grazie alle nuove tecnologie digitali. Il 23% degli intervistati ritiene che il futuro delle banche sia invece interamente digitale: non ci sarà alcun supporto del personale in filiale e la tecnologia digitale self-service sarà utilizzata per tutti i servizi bancari standard. Tra le “tipologie di filiale” c’è ancora una discreta importanza attribuita alle filiali flagship (17%) con la prospettiva di un futuro interessante per le filiali in-store, all’interno di punti vendita o nei centri commerciali.

Il digital banking in Italia

Secondo il sondaggio, le banche italiane sono in fase avanzata nella strategia di digital banking. Il 78% di esse è già in fase di sviluppo della strategia e l’86% è in corso di implementazione. Guidati dall’obiettivo dell’aumento della customer satisfaction e della fidelizzazione, gli istituti bancari italiani ritengono la customer experience il fattore di successo più importante (79%), mentre gli aspetti normativi e di compliance sono percepiti come la principale barriera all’esecuzione della strategia (41%).

Nella gestione dei dati, c’è ancora “insoddisfazione” per gli aspetti legati alla componente dei dati non strutturati. Il 51% degli intervistati li considera di importanza critica, ma solo un 27% dichiara di avere le competenze per una adeguata gestione.

Gli ostacoli alla digitalizzazione

gft digital banking gestione dati 2Nonostante molte banche siano in una fase avanzata nella pianificazione della loro strategia digitale, l’effettiva implementazione mette in luce gli ostacoli ancora da superare. Tra tutti, spiccano le difficoltà nella gestione dei dati e la necessità di creare nuove competenze.
Costruire la banca digitale del futuro deve essere un impegno coordinato e fortemente voluto“, ha concluso Marika Lulay. ”Le banche sono ancora fortemente focalizzate sugli aspetti interni. Avranno bisogno di promuovere una cultura più aperta. In un mondo in cui tutto sta diventando sempre più globale e digitale, l’elemento cruciale sarà la collaborazione, con le FinTechs o altri partner strategici, così come la condivisione delle conoscenze oltre i confini dei singoli settori industriali“.

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Dell vende Quest Software e SonicWall

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L’azienda prosegue la strategia di vendita dei suoi asset in vista della chiusura dell’acquisizione di EMC

Dell ha confermato l’intenzione di vendere la sua divisione software, che comprende Quest Software e SonicWall, come parte dei preparativi per la prossima acquisizione di EMC. Durante la notte, le società di private equity Francisco Partners ed Elliott Management Corporation hanno firmato un accordo definitivo per l’acquisizione del Software Group di Dell per una cifra che rimane riservata, ma che Reuters stima intorno ai 2 miliardi di dollari. Secondo i termini dell’accordo, le due società controlleranno insieme Quest Software e SonicWall, che forniscono software mission-critical a oltre 180.000 clienti in tutto il mondo.

Quattro anni dopo l’acquisto di Quest Software per 2,36 miliardi di dollari e di SonicWall per 1,2 miliardi di dollari, l’accordo arriva in un momento di grande cambiamento per il gigante tecnologico, che sta cercando di finanziare l’acquisto di EMC, un’operazione da 67 miliardi di dollari. All’inizio di quest’anno Dell ha venduto il suo segmento servizi IT a NTT Data per 3,05 miliardi di dollari e oltre 20 milioni in obbligazioni.

La profonda profonda passione per la tecnologia di Francisco Partners e di Elliott Management e la loro comprovata abilità nel favorire lo sviluppo di imprese software permetterà alla fedele base di dipendenti di Dell Software di continuare a fornire innovazione”, ha dichiarato Tom Sweet, CFO di Dell. “Non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con i team di Francisco Partners e Elliott Management per migliorare ulteriormente i già ottimi rapporti che Dell Software ha con i propri clienti e partner”.

Dal suo lancio più di 15 anni fa, la Francisco Partners ha raccolto circa 10 miliardi di dollari di capitale e ha investito in oltre 150 aziende di tecnologia, diventando uno degli investitori più attivi e di lunga data nel settore della tecnologia.

La sicurezza di rete e la gestione delle identità e degli accessi sono imperativi sempre più strategici per le imprese”, ha dichiarato Brian Decker, responsabile degli investimenti in sicurezza di Francisco Partners. “Siamo entusiasti di supportare la continua innovazione di prodotto di Quest Software e SonicWall in queste aree, nelle quali vediamo straordinarie opportunità di crescita”.

Elliott Management Corporation gestisce due fondi che insieme contano circa 28 miliardi di dollari in asset. “Elliott è un investitore di lungo termine in ambito tecnologico e l’annuncio di oggi continua la nostra crescita”, ha dichiarato Jesse Cohn, senior portfolio manager di Elliot Management. “Non vediamo l’ora di lavorare con Francisco Partners per creare un valore significativo per queste aziende”.

 

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