Digitalizzazione PA: segnali nuovi, ma serve maggiore spinta
Sono stati resi noti nelle scorse ore i risultati del terzo Osservatorio realizzato da Assinform con NetConsulting cube e Osservatorio Netics sull’ICT nella Pubblica Amministrazione, in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale e con il sostegno di Consip, InfoCamere, Poste Italiane e Tim. Nel 2015 la spesa ICT complessiva (informatica e telecomunicazioni) della PA in tutte le sue componenti è stata di 5.571 milioni di euro, mostrando una lieve ripresa (+0,5%) dopo anni di calo continuo e costante (-3,6% del 2012, – 2,7% nel 2012 e -1,7% nel 2014).
Delle due componenti della spesa ICT è stata quella dell’informatica a trainare (3.456 milioni, +1,6%), mentre quella in telecomunicazioni è continuata contrarsi per effetto di una pluralità di fattori, che vanno dal calo tendenziale delle tariffe fino al ricorso alle tecnologie VoIP e alla maggiore incidenza su questa componente delle nuove procedure di acquisto.
L’analisi per comparti fa subito capire che a interrompere la serie negativa hanno contribuito soprattutto la Sanità (1.163 milioni, +2,8%), la Scuola e l’Università (358 milioni, +2,5%) e la PA Centrale (2.625 milioni, +0,2%), ma non le Regioni (730 milioni esclusa la Sanità, -0,5%) e ancora meno le Amministrazioni Locali (695 milioni, -1,9%).
Il 50% degli Enti Centrali dichiara di adottare già soluzioni cloud
Per quanto riguarda le dotazioni tecnologiche, emergono una buona diffusione degli strumenti base (PC, accessi Internet, strumenti di TLC) in tutte le Amministrazioni e una copertura applicativa oramai quasi totale per le funzioni interne come contabilità, gestione del personale e controllo sia a livello centrale che locale. Nella scuola e in classe si contano 41 alunni per PC e 62,8 per dispositivo mobile, in miglioramento rispetto agli scorsi. Per contro spiccano, nelle Amministrazioni più grandi, infrastrutture IT ancora frammentate in più data center e collegamenti in rete delle scuole diffusi, ma poco performanti.
Per quanto riguarda le aree di investimento 2015 – 2016, le priorità IT nella PA Centrale interessano la razionalizzazione dell’infrastruttura (75,6% degli enti), il rinnovo e l’estensione di applicazioni (70,6%), il rafforzamento della sicurezza informatica (70,6%) e il miglioramento dei servizi a cittadini e imprese (64,7%). Per i Comuni le priorità di investimento vanno dal miglioramento dei servizi on-line a cittadini e imprese (42,2% degli enti interpellati), all’ottimizzazione delle infrastrutture IT e TLC (40%), al rinnovo del parco applicativo e alla sicurezza informatica (35%), oltre all’ampliamento delle reti Wi-Fi e di quanto serve all’erogazione di servizi mobili.
Il Cloud Computing infine interessa sempre di più. Il 50% degli Enti Centrali dichiara di adottare già soluzioni cloud e un altro 6,3% di volerlo fare a breve, guardando in primis ai servizi infrastrutturali e lo stesso vale nelle Regioni. Più articolata è la situazione rilevata presso i Comuni, ove il 33% lo adotta e il 20% prevede di farlo a breve o medio termine, guardando soprattutto al versante applicativo e all’opportunità di migrare su piattaforme standardizzate, più evolute e con costi di manutenzione ridotti senza accollarsi investimenti onerosi.
“È a partire da questa nuova sensibilità, già visibile nella Scuola, nella Sanità e in altri ambiti della PA Centrale, che occorre accelerare, concentrandosi sulle componenti del Piano per la Crescita Digitale a maggiore impatto. Rapida diffusione di SPID, sviluppo di altre piattaforme digitali a partire dalla cultura e dal turismo, valorizzazione del patrimonio dati della PA, e razionalizzazione dei data center ed evoluzione delle applicazioni per abbattere i costi correnti e puntare su nuove modalità di fruizione dell’ICT, a partire dal cloud” ha dichiarato Agostino Santoni, presidente di Assinform.