Verizon e Yahoo: cosa c’è dietro l’acquisizione?
Dopo mesi di rumor e voci di corridoio, ieri Verizon ha annunciato l’acquisizione del core business di Yahoo per 4,83 miliardi di dollari, in quella che per Verizon è una chiara mossa per rimanere competitiva come media mobile globale e come colosso di advertising digitale. L’acquisizione renderà Verizon anche un serio competitor di AT&T, sebbene entrambe rimangano molto indietro rispetto al duopolio formato da Google e Facebook, che controlla gran parte dei 185 miliardi di dollari di cui si compone l’ecosistema della pubblicità sul web.
Verizon si troverà d’ora in poi di fronte a non poche sfide con l’integrazione di Yahoo nel proprio business, non ultime questioni fondamentali come la tecnologia ad blocker e la necessità di diversificare un modello di business ancora troppo ancorato agli introiti dei piani mobile, il cui mercato negli Stati Uniti si sta ormai avvicinando alla saturazione. Diversificazione che comunque è già iniziata sia per AT&T, che ha acquisito nel 2014 DirecTV, sia per la stessa Verizon, che lo scorso anno ha acquisito un colosso come AOL.
A margine dell’annuncio di ieri Yahoo ha dichiarato di avere raggiunto a gennaio un miliardo di utenti attivi mensilmente, inclusi 600 milioni di utenti che utilizzano Yahoo come motore di ricerca e 225 milioni di utenti del servizio email. “Una base utenti insomma ancora considerevole e ciò nonostante nell’ultimo decennio Yahoo sia stata gestita in maniera discutibile; segno che i suoi asset storici hanno ancora molto attrattiva” ha dichiarato Roger Entner, analista di Recon Analytics.
Verizon ha ora tutte le carte per creare un modello di colosso digitale e pubblicitario di prossima generazione
Altri analisti hanno osservato come per Verizon non sarà per nulla facile integrare Yahoo all’interno delle operazioni già in svolgimento con AOL, sebbene ora, tra contenuti, base utenti, infrastruttura e advertising, Verizon abbia tutte le carte per creare un modello di colosso digitale e pubblicitario di prossima generazione. Anche perché, come fa notare l’analista di Technology Business Research Seth Ulinski, Verizon ha una lunga storia alle spalle di acquisizioni che sono poi sfociate in integrazioni di successo.
Di contro sono molti gli esempi di acquisizioni non particolarmente felici quando si è cercato di integrare una compagnia debole (Yahoo) nel tentativo di creare un’unica e forte realtà. La pensa così il professore John Colley della Warwick Business School, secondo il quale l’acquisizione di Yahoo rappresenta una notevole diversificazione rispetto al business mobile di Verizon, che potrebbe anche non avere grandi benefici dal ritrovarsi al proprio interno due soggetti così diversi come AOL e Yahoo.
Yahoo che sarà integrata con AOL all’interno di Verizon sotto la guida di Marni Walden, vicepresidente e presidente del settore Innovation e New Businesses (tra cui IoT e media digitali) di Verizon. Il CEO di AOL Tim Armstrong continuerà a mantenere la propria posizione e continuerà a fare riferimento alla Walden per tutto quello che riguarderà l’integrazione di Yahoo e AOL.
“La prima cosa da mettere in agenda per la Walden e per Verizon sarà far tornare importante Yahoo e rendere i suoi utenti soddisfatti e decisi a restare sulla piattaforma. Se infatti Verizon non sarà in grado di bloccare il flusso di utenti scontenti di Yahoo che continuano a rivolgersi alla concorrenza (Google in primis), l’acquisizione darà in cambio un bacino di utenza sempre più esiguo. Bloccare l’esodo verso Google è fondamentale; solo in seguito Verizon può lavorare a strategie per portare nuovi utenti” ha dichiarato l’analista di J. Gold Associates Jack Gold.