Il cloud pubblico è nelle mani di Amazon, ma IBM domina in quello privato

Il cloud pubblico è nelle mani di Amazon, ma IBM domina in quello privato
Secondo Synergy Research Group il terzo trimestre del mercato cloud infrastrutturale si è chiuso con un netto predominio di Amazon nel cloud pubblico e con il primo posto di IBM in quello privato.

Synergy Research Group ha rilasciato le proprie stime sull’andamento del mercato cloud infrastrutturale relative al terzo trimestre dell’anno, prendendo in esame i comparti IaaS, PaaS e Managed Private Cloud. Si parla, per i tre mesi presi in esame, di un giro d’affari pari a oltre otto miliardi di dollari e con un tasso di crescita annuo di circa il 50%. A contare di più in questo mercato continua a essere la parte IaaS pubblica, con il settore PaaS che sta però crescendo più velocemente grazie soprattutto a database, IoT e analytics.

Se si va a vedere il comparto IaaS, Amazon Web Services (AWS) la fa da padrone assoluto con il 45% di market share, ovvero un giro d’affari che è più del doppio rispetto agli altri tre provider più importanti messi insieme (Microsoft, Google e IBM), che infatti non raggiungono nemmeno il 20%.

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Anche nel segmento PaaS Amazon è in prima posizione come singolo fornitore, ma in questo caso i tre inseguitori (Salesforce, Microsoft e IBM) la superano di poco. Scenario del tutto diverso invece se si parla di Managed Private Cloud, settore in cui primeggia IBM seguito da Amazon, Rackspace e NTT. Nel suo complesso il cloud infrastrutturale non fa comunque fatto segnare rivoluzioni o grandi cambiamenti di sorta, con AWS, Microsoft, IBM e Google che continuano a controllare più della metà del mercato mondiale e a crescere con tassi sempre più elevati.

Ciò si deve principalmente alle capacità di questi grandi provider di aprire (o potenziare) un numero sempre maggiore di datacenter in tutte le regioni del mondo, costringendo così i fornitori cloud più piccoli e con meno risorse a fondersi o ripensare la propria attività. Anche quando si parla di entità “minori” però non mancano le eccezioni. Sinergy infatti fa notare come Alibaba e Oracle, colossi importanti ma dalle dimensioni più piccole rispetto a quelle dei Big 4 quando si parla di cloud, stanno vivendo una forte crescita, rispettivamente nei settori IaaS e PaaS.

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Le novità di Huawei per il cloud europeo

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A Parigi Huawei ha delineato tre ecosistemi cloud per l’Europa e lanciato il suo European Developer Enablement Plan.

Nel corso dell’evento Huawei eco-Connect Europe 2016 tenutosi a Parigi il 20 e 21 ottobre, Huawei, insieme a 80 partner e più di 1000 partecipanti, ha delineato la realizzazione di tre ecosistemi cloud per operatori, industrie verticali e consumatori e ha lanciato il suo European Developer Enablement Plan, confermando l’impegno a investire ulteriormente a beneficio degli sviluppatori europei.

I tre ecosistemi cloud vanno ad affrontare i temi della trasformazione cloud, SDN/NFV, NB-IoT, Smart Home, High Performance Computing (HPC) e Agile Networks. Per gli operatori Huawei si impegna a realizzare contenuti cloud insieme a 500 partner che metteranno in più stretta comunicazione i content provider con gli operatori. Per le industrie verticali l’ecosistema enterprise cloud sarà invece la chiave dello sviluppo e del successo del business dei clienti, mentre il consumer cloud fornirà agli utenti finali esperienze basate su cloud di ultima generazione.

Vincent Pang, Presidente Huawei Western Europe, ha inoltre annunciato che lo European Developer Enablement Plan si focalizza su tre piattaforme principali: una piattaforma di ICT Expertise, una di co-sviluppo e una di co-marketing, per mettere a disposizione degli sviluppatori europei le competenze e gli strumenti di Huawei nel campo dello sviluppo dei software e creare nuove opportunità di marketing.

“Abbiamo in programma un investimento di oltre 75 milioni di euro prima del 2020 per realizzare 3 open lab nel Regno Unito, in Germania e in Italia al fine di sostenere decine di migliaia di sviluppatori”, ha dichiarato Pang. Huawei ha anche annunciato il progetto che prevede l’apertura di laboratori a Monaco di Baviera, Francoforte e Dublino per offrire agli sviluppatori europei un più agile accesso all’innovazione congiunta.

Con queste novità l’Europa si riconferma un mercato importante per Huawei. Il colosso cinese ha infatti 26 centri di competenza in tutto il mondo, la maggioranza dei quali in Europa, e lo scorso anno ha inaugurato il suo Istituto di Ricerca Europeo per coordinare e gestire le attività delle sue infrastrutture R&D in tutto il continente.

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