Oltre mezzo miliardo di abbonati 5G nel 2022

5g
Le stime riportate dalla nuova edizione dell’Ericsson Mobility Report per il 2022 vedono una super partenza del 5G e un’importanza sempre maggiore dei video in mobilità.

Nelle scorse ore è stato rilasciato il nuovo aggiornamento dell’Ericsson Mobility Report, il cui dato più significativo è relativo alla futura diffusione del 5G. Secondo il report infatti nel 2022 si conteranno circa 550 milioni di abbonati 5G e, a farla da padrone come numero di abbonati, saranno gli Stati Uniti (25% di utenti 5G), seguiti dall’area Asia-Pacifico (10%) e, con percentuali minori, da Europa, America Latina, Medio Oriente e Africa.

Ciò sarà possibile anche grazie al continuo numero di abbonati a servizi di piani dati mobile per smartphone e tablet che già oggi, secondo il rapporto, ammontano a 3,9 miliardi (la maggior parte in 4G). Numero destinato a salire nel 2022 a ben 6,8 miliardi, di cui appunto circa 550 milioni accederanno a reti 5G.

abbonati 5G

Meno del 10%, ma va anche considerato che le prime offerte commerciali per il successore del 4G non arriveranno prima del 2020; superare il mezzo milione di abbonati 5G nell’arco di soli due anni è quindi un risultato molto significativo, nonché superiore a quanto era successo negli anni scorsi con il 4G.

Tra l’altro il report di Ericsson fa notare come i servizi di dati in mobilità non siano più a solo uso e consumo degli smartphone. Si prevede infatti che nel 2022 gli abbonamenti a servizi dati mobile saranno in tutto 8,9 miliardi, cifra che aggiunge quindi 2,1 miliardi di abbonamenti al di fuori di quelli per smartphone e tablet.

abbonati 5G

Il motivo di ciò non è difficile da capire e si chiama IoT. Ericsson, rispetto ad altre previsioni più caute, stima infatti che nel 2022 si avranno circa 18 miliardi di oggetti IoT connessi su un totale di circa 29 miliardi. Inoltre la crescita degli abbonati a servizi dati mobili corrisponderà a un aumento notevole del traffico sulle reti, visto che si fa e si farà un uso sempre più esteso e massiccio dei contenuti video in mobilità.

Questo tipo di traffico cresce del 50% su base annua e nel 2022 rappresenterà i tre quarti di tutto il traffico mobile. Il video è collegato anche al tema del social networking, l’altro grande segmento in crescita per traffico generato (+39%), perché gli utenti usano sempre più spesso il video per comunicare con amici e familiari.

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Sharing economy in Italia: balzo in avanti del 10%

Sharing economy in Italia: balzo in avanti del 10%
Nel 2016 sono 208 le piattaforme di sharing economy in Italia contro le 187 del 2016. Un aumento che tocca soprattutto il settore dei trasporti e dei servizi alle persone.

In occasione di Sharitaly 2016, evento in corso a Milano in questi giorni dedicato all’economia collaborativa in Italia, sono stati presentati il terzo rapporto annuale de La Mappatura delle piattaforme collaborative, con tutti i numeri della sharing economy in Italia, e il quarto Report sulle piattaforme di crowdfunding.

Si calcola che, nel 2016, le piattaforme italiane di sharing economy siano 138 e 70 quelle di crowdfunding, per un totale di 208. Numeri che, rispetto alle 187 complessive del 2015 (118 sharing e 69 crowdfunding), delineano un incremento nazionale pari all’11%.

“Quello che stiamo osservando è che i processi collaborativi si stanno diffondendo con velocità e maturità differenti in tutti i mercati” ha affermato Marta Mainieri di Collaboriamo. “Per questo nella quarta edizione di Sharitaly vogliamo fare il punto sulle opportunità e le sfide che lanciano e sull’impatto che generano in Italia in ben 10 differenti settori: dalla finanza alla mobilità, al turismo, all’abitare e così via”.

sharing economy in italia

La sharing economy in Italia

Tra le piattaforme di sharing economy in Italia censite quelle cresciute di più rispetto allo scorso anno sono state quelle relative ai trasporti (18%), servizi alle persone (16,6%), servizi alle imprese (8,7%) e cultura (9,4%), mentre rimane sostanzialmente invariato turismo (12%).

Nonostante l’incremento dell’offerta, la domanda ha ancora molti margini di crescita. Il 51% delle piattaforme di sharing ha infatti un numero di utenti inferiore ai 5.000, ma in compenso l’11% ne registra oltre 100.000, un numero che inizia a permettere alle piattaforme di innescare circoli virtuosi.

Per quanto riguarda il crowdfunding, il 49% delle realtà osservate ha un numero di donatori inferiore a 500, mentre il 9% supera i 50.000. Dopotutto stiamo parlando di piattaforme ancora molto giovani, tanto che la maggior parte di esse ha poco più di due anni di vita. Mediamente gli utenti utilizzano le piattaforme sharing per l’83% via internet e per il 17% via app, mentre per quelle crwdfunding le percentuali sono rispettivamente del 91% e del 9%.

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