La dashboard di BI è arrivata al limite. Il futuro è degli agenti autonomi che offrono insight proattivi
Indice dell'articolo
- Dare un senso ai dati con la IA
- Tableau Einstein Alliance, un’opportunità per i partner
- Gli agenti finiranno per nascondere gli strumenti che usiamo?
- Gli LLM cannibalizzeranno gli strumenti dedicati?
- La collaborazione tra agenti IA e umani
- Gli agenti AI salveranno Business Intelligence
- La prossima edizione in Italia?
Si è da poco tenuto a Londra DataFam Europe, prima edizione nel Vecchio Continente dell’annuale evento che riunisce la community di Tableau. L’appuntamento arriva in un momento in cui Salesforce – nella cui famiglia Tableau è entrata nel 2019 – sta trasformando il suo portfolio per integrarle nella sua strategia per l’IA generativa, incarnata nella soluzione Agentforce.
Per quanto importante, l’introduzione degli agenti IA non è però l’unica notizia di cui parlare. Con la crescente importanza di analizzare, comprendere e visualizzare una mole di dati sempre maggiore, Tableau sta trasformando la sua offerta introducendo innovazioni che partono dalle fondamenta dal dato, alla ricerca di significati semantici da tradurre in informazioni concretamente utilizzabili per tutti i fruitori. Abbiamo avuto modo di parlare di DataFam Europe e delle principali novità e tendenze di Tableau con il suo Chief Product Officer Southard Jones, all’indomani della chiusura dell’evento.
Con un passato in diverse aziende nei settori della Business Intelligence, Analytics e data science, Jones è dal 2021 in Salesforce, dove guida la strategia e gestisce i team di prodotto per le soluzioni di Analytics in Salesforce, tra cui Tableau, CRM Analytics, Operational Reporting e Data Cloud Reporting.
“Sarò sincero – ha iniziato Jones – mentre viaggiavo verso l’evento ero nervoso. Si erano iscritte 650 persone, ma in quante si sarebbero presentate? Il riscontro è stato incredibile: ben 642 presenze”.
Jones ha visto molto interesse per un’area dedicata alle attività pratiche, dove i partecipanti hanno potuto costruire agenti AI utilizzando Tableau e Agentforce. “Le persone trovavano nuove idee non appena iniziavano a lavorare con gli agenti”, ha raccontato.
Dare un senso ai dati con la IA
Sebbene Agentforce fosse uno dei punti salienti, Jones ha posto l’accento su “il nuovo Tableau”, un’evoluzione importante della piattaforma. Dopo un’anticipazione iniziale alla Tableau Conference di San Diego e la presentazione ufficiale a Dreamforce, gli aggiornamenti sono stati spiegati in dettaglio a DataFam Europe.
Le innovazioni includono una nuova architettura con un livello semantico aziendale abilitato dall’intelligenza artificiale. “I livelli semantici esistono da tempo, ma mai progettati con l’AI fin dalle fondamenta”, ha spiegato. La piattaforma Tableau ora supporta agenti personalizzabili in grado di automatizzare compiti come la gestione dei dati, la creazione di visualizzazioni e il monitoraggio della governance.
Un altro annuncio significativo riguarda il nuovo Marketplace di Tableau, descritto da Jones come una sorta di “GitHub per gli analytics”. Questo repository permetterà agli utenti di condividere e riutilizzare componenti come modelli di dati e visualizzazioni, eliminando inefficienze e accelerando lo sviluppo, o accedere a competenze e consulenza.
Tableau Einstein Alliance, un’opportunità per i partner
Attraverso il Marketplace sarà possibile anche accedere alle soluzioni Agentforce sviluppate dai membri della neonata Tableau Einstein Alliance. Tra i primi membri ci sono molti dei “soliti sospetti”: IBM, Deloitte, Capgemini, oltre a qualche altro grande system integrator.
Potrà essere un’opportunità anche per partner più piccoli, che agiscono su ambito locale o uno specifico settore verticale?
Jones si è mostrato ottimista e ritiene che, sebbene i grandi system integrator siano i protagonisti più visibili tra i partner di Agentforce, i player regionali saranno fondamentali. “I system integrator regionali stanno già costruendo agenti e spingendo i confini dell’innovazione. La loro agilità e competenza in nicchie specifiche potrebbero renderli protagonisti nel loro ambito”, ha detto.
Gli agenti finiranno per nascondere gli strumenti che usiamo?
Se nel lavoro quotidiano gli utenti avranno a che fare con agenti AI che interrogano diverse fonti e usano strumenti per produrre un risultato, si può prevedere che gli utenti perderanno la percezione di quali applicazioni stanno usando, i cui confini sono sempre più sfumati?
“È possibile,” ha ammesso Jones. Agentforce è sia una piattaforma di sviluppo che un’estensione di Tableau, ma si integra anche con le altre piattaforme core di Salesforce. Questa apertura potrebbe permettere agli agenti di operare senza soluzione di continuità, indipendentemente dallo strumento sottostante.
“Immagina di costruire un agente senza sapere se utilizza Tableau, Salesforce o un’altra piattaforma”, suggerisce. Il livello semantico di Tableau, che comunica in SQL invece che con linguaggi proprietari, incarna questa filosofia di apertura. “Gli ecosistemi chiusi stanno diventando un ricordo del passato”.
Gli LLM cannibalizzeranno gli strumenti dedicati?
Le nuove generazioni di large language model, sempre più potenti, multimodali e accessoriate con plugin ed estensioni, permettono già oggi di replicare le funzioni di base di applicazioni enterprise complesse, per esempio producendo grafici e interpretazioni a partire da una serie di dati. C’è il rischio che possano sostituirli?
“Abbiamo visto aziende provare a utilizzare LLM generalisti per scenari specifici, ma i risultati non sono abbastanza affidabili per permettere di prendere decisioni critiche basandosi su di essi,” ha spiegato Jones, secondo cui la soluzione è una piattaforma come Agentforce, che integra LLM con funzionalità specifiche, aggiungendo funzionalità come grounding dei dati e reasoning, offrendo risposte prevedibili e affidabili.
La collaborazione tra agenti IA e umani
Una sessione dell’evento era intitolata Humans with Agents: Driving Success Together. Qual è la vostra visione sul futuro della collaborazione tra AI e umani?
Citando le rivoluzioni industriali del passato, Jones ha sottolineato come l’automazione abbia creato nuovi lavori e opportunità, anziché eliminarli. “Dietro ogni agente c’è un team che lo rende affidabile e sicuro,” ha detto.
Nella sua visione gli agenti ridurranno i compiti ripetitivi, permettendo alle persone di concentrarsi su attività di maggior valore. “Nessuno ama i compiti amministrativi. Se un agente può approvare note spese o gestire richieste di routine, è un vantaggio per tutti”.
Gli agenti AI salveranno Business Intelligence
Secondo Jones, il settore della BI è ormai stagnante, con solo circa il 30% delle decisioni aziendali che vengono basate su dati oggettivi. Questa industria da 30 miliardi di dollari ha un solo scopo: offre un’interpretazione dei dati che permetta di prendere decisioni di business migliori. Eppure questi insight vengono ignorati nella stragrande maggioranza dei casi, perché i manager si fidano più del proprio istinto, o perché non guardano o non sanno leggere le dashboard.
“Dobbiamo andare oltre le dashboard aziendali” ha detto, precisando che “continueremo a usare le dashboard, come ancora usiamo le pagelle scolastiche a scuola, ma se vogliamo che i dati siano impiegati davvero dai decisori di business, dobbiamo mostrarli proattivamente durante il lavoro quotidiano, nel momento in cui servono”.
La visione di Tableau include l’integrazione delle analytics all’interno dei flussi di lavoro quotidiani, che si tratti di Slack, Salesforce o SAP. Gli agenti forniranno insight in modo autonomo, direttamente nello strumento e nel momento appropriati, senza bisogno di essere interrogati direttamente.
“Pensa a Google Maps – spiega. Non hai bisogno di chiedergli se c’è traffico; il sistema rileva automaticamente se incontrerai traffico nel percorso impostato, e te lo segnala in anticipo”. Questo approccio proattivo, unito al potere degli agenti, rappresenta scondo Jones il futuro della BI.
La prossima edizione in Italia?
Il successo dell’evento ha già aperto in Tableau riflessioni su come espanderlo il prossimo anno in altre città europee e Jones ha concluso con una nota personale. “Forse il prossimo DataFam Europe lo faremo in Italia. Mia madre è italiana e mi piacerebbe moltissimo tornare nel vostro Paese,” ha detto sorridendo.