Dopo oltre vent’anni di onorata attività, Skype si appresta ad andare definitivamente in pensione (nel 2021 era toccato a Skype For Business). Microsoft ha infatti annunciato per il 5 maggio la fine del suo popolare software di comunicazione/collaborazione; una chiusura che aiuterà l’azienda a spingere ulteriormente Teams come applicazione principale in questo settore, semplificando così la sua offerta di comunicazione.

Fondata nel 2003, Skype ha rapidamente rivoluzionato il settore delle chiamate audio e video all’inizio degli anni 2000, diventando al suo apice (2013-2014) una piattaforma con centinaia di milioni di utenti. Apice che però, anno dopo anno, si è lentamente sgonfiato anche per l’arrivo sul mercato di soluzioni alternative come Zoom, Slack e Teams, che soprattutto nel periodo pandemico sono andate incontro a un vero e proprio boom.

Questo lento declino di utenza, di cui però non conosciamo i dati più recenti relativi agli ultimi 2-3 anni, è stato in parte dovuto al fatto che la tecnologia di base di Skype non era adatta all’era degli smartphone. Quando è scoppiata la pandemia e lo smart working ha interessato buona parte della popolazione globale, Microsoft ha puntato su Teams integrandolo in modo aggressivo con altre app di Office per attirare gli utenti aziendali, che un tempo rappresentavano una base importante per Skype.

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Per facilitare la transizione a Teams, Microsoft ha offerto agli utenti Skype la possibilità di accedere gratuitamente a Teams su qualsiasi dispositivo supportato utilizzando le proprie credenziali esistenti, con chat e contatti che migreranno automaticamente. In alternativa, è possibile scaricare, esportare o cancellare i propri dati di Skype seguendo queste procedure.

Microsoft ha anche dichiarato che non ci saranno tagli di posti di lavoro a causa del trasferimento, aggiungendo che al momento Teams ha circa 320 milioni di utenti attivi al mese. Quando Microsoft acquisì Skype nel 2011 per 8,5 miliardi di dollari, dopo aver superato Google e Facebook, il servizio aveva circa 150 milioni di utenti mensili, ma nel 2020 quel numero era sceso a circa 23 milioni, nonostante una breve ripresa durante la pandemia.