In un periodo in cui le aziende di tutto il mondo stavano perdendo denaro a causa della pandemia, Zoom ha visto una crescita del 370% dei suoi introiti in un solo trimestre, diventando un brand familiare e sulla bocca di tutti. Tuttavia, fin dall’inizio, questo servizio ha suscitato dubbi riguardo alla sua sicurezza e gli sviluppatori hanno fatto del loro meglio per affrontare rapidamente tali questioni. Alla luce dei meccanismi di sicurezza di Zoom recentemente rafforzati, Kaspersky consiglia cosa si potrebbe (e si dovrebbe) fare per ottenere la massima protezione durante l’uso.

Creare un link unico per ogni riunione

È possibile creare una conferenza su Zoom con un cosiddetto Personal Meeting ID (PMI) o, per le chat occasionali, con un link usa e getta. Legato all’account di un utente, un PMI rimane invariato per un anno intero dall’ultimo accesso; chiunque abbia partecipato ad almeno una riunione con PMI, può quindi collegarsi a qualsiasi conversazione futura usando lo stesso PMI, anche se non si è stati invitati. Per questo motivo evitate di usare link personali e create invece un link separato per ogni riunione: per farlo sono necessari solo pochi secondi.

Organizzare riunioni accessibili su invito

Condividere pubblicamente un link a una riunione è rischioso. Notificate perciò ogni partecipante individualmente via e-mail, app di messaggistica o tramite altri mezzi a voi più congeniali. Se vi accorgete che qualcuno non è presente in una chiamata già in corso, potete inviare un invito direttamente da Zoom.

Impostare il riconoscimento facciale

Anche se avete inviato un link personalmente a un amico o un collega, questo non garantisce che qualcun altro non lo usi per unirsi alla chiamata; il vostro amico infatti potrebbe aver inoltrato il link a qualcun altro, potrebbe avere un fratello o potrebbe essere un hacker.

La Sala d’attesa può aiutarvi ad assicurarvi che non ci siano ospiti non invitati alla chiamata. Se attivate questa funzionalità, i partecipanti rimarranno isolati fino a quando non esaminerete i nomi e i nickname e deciderete chi far entrare.

Dopo l’inizio della riunione, potete rimandare qualcuno alla Sala d’attesa se, ad esempio, avete bisogno di esaminare una questione con un team più ridotto. Potete anche scegliere di abilitare la sala d’attesa per tutti o solo per gli ospiti che non hanno effettuato l’accesso al proprio account Zoom.

Bloccare la riunione su Zoom

Una volta che tutti sono entrati, è possibile bloccare la riunione in modo che nessun altro possa parteciparvi. In questo modo, anche se il link alla vostra video chat fosse accessibile ad altri, non potranno farne uso. Per inciso, il blocco è diventato uno dei modi più efficaci per combattere lo Zoombombing.

Abilitare la cifratura end-to-end

Zoom ha usato a lungo la cifratura point-to-point (P2PE), dove le chiavi private erano memorizzate sul server. P2PE protegge contro la semplice intercettazione dei dati, ma l’hackeraggio dei server di Zoom permetterebbe a un cybercriminale di decifrare la conversazione.

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Pertanto, gli sviluppatori di Zoom hanno aggiunto la cifratura end-to-end (E2EE), che memorizza le chiavi solo sui dispositivi degli utenti. Abilitate la cifratura end-to-end e comparirà uno scudo verde con un lucchetto nell’angolo in alto a sinistra dello schermo di Zoom. Questa icona significa che la chiamata è protetta.

Tenete a mente che la cifratura end-to-end è disabilitata di default per un motivo: quando è abilitata, i partecipanti che utilizzano i client Lync o Skype, la versione online del client Web di Zoom, o qualsiasi client di terze parti, non saranno in grado di unirsi alla chiamata. Inoltre, agli utenti con account gratuiti verrà chiesto di confermare il numero di telefono e aggiungere un metodo di pagamento.

Controllare la sicurezza del canale

Potete verificare in qualsiasi momento se degli estranei hanno organizzato un attacco man-in-the-middle per connettersi al vostro canale di comunicazione. Cliccate sull’icona dello scudo e vedrete una chiave segreta. L’host può leggerla ad alta voce e i partecipanti potranno confrontarla con la propria. La chiave numerica è direttamente collegata al meccanismo di cifratura end-to-end che collega i dispositivi dei partecipanti.

Se la chiave dell’host corrisponde a quella dei partecipanti alla chiamata, significa che la connessione tra i dispositivi finali non è stata compromessa. Se un cybercriminale è riuscito a infiltrarsi, la sequenza di numeri sarà diversa. Quando le funzioni dell’host vengono trasferite a un altro partecipante, o qualcuno si unisce o lascia la riunione, il sistema genera una nuova chiave segreta e i partecipanti possono controllarla nuovamente.

Procurarsi una protezione extra

Per nascondere il vostro indirizzo IP (e la chiamata stessa) agli estranei, assicuratevi di collegarvi utilizzando una connessione sicura. L’uso di una VPN è particolarmente importante per le chiamate effettuate tramite una connessione Wi-Fi pubblica.

Non dimenticate di utilizzare una soluzione di sicurezza affidabile. Non importa infatti quanto Zoom abbia migliorato la sua sicurezza: non può fare nulla contro un malware già installato sul dispositivo di un partecipante alla chiamata.