La Customer Experience non decolla se la value chain non collabora

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Nel largo consumo la tecnologia è abilitante, ma la condivisione di dati tra partner è decisiva per ottimizzare l’interazione coi consumatori: se n’è parlato a un evento SAP a Milano

Il settore dei prodotti di largo consumo è uno dei più colpiti dalla trasformazione digitale, per gli effetti sia sui produttori – ora connessi direttamente tramite vari canali ai consumatori – sia su distribuzione e retail, alle prese con la multicanalità, e con una domanda finale sempre meno prevedibile. Pochi giorni fa all’evento “Un consumatore per amico”, organizzato da SAP, si è parlato di questi scenari, con interventi di esperti di settore (IDC, Retail Institute, Largo Consumo, Altroconsumo) e aziende utenti (Ferrero e la spagnola DIA Group).

“In realtà per l’industria il consumatore è più che un “amico”: è un vero e proprio partner di business. E come sul fronte tra industria e distribuzione, anche su questo la tecnologia può essere decisiva, a patto che il dato sia un bene collaborativo”, ha detto Carlo Alberto Carnevale Maffè, Associate Professor of Practice of Strategy and Entrepreneurship di SDA Bocconi, introducendo l’evento.

Customer experience, da sola non funziona

Sul concetto di collaborazione torna anche Andrea Sangalli, Research Director, Retail Insights & European CX Practice di IDC, sulla base di una recente ricerca globale su 600 retailer. “Oggi la priorità nel largo consumo è personalizzare la customer experience, ma per ora queste iniziative sono isolate nei singoli dipartimenti, cosa che provoca inefficienze e richieste eccessive di dati ai consumatori: occorre andare oltre l’obiettivo di ‘fare la transazione’, e ragionare in un’ottica di collaborazione di tutti gli attori della value chain del largo consumo”.

L’obiettivo diventa quindi il modello che IDC chiama “commerce everywhere”, che oltre alla customer experience ha altri quattro pilastri: innovazione del modello di business, sfruttamento degli sviluppi IT come asset (tipico esempio: le piattaforme digitali per uso interno poi aperte a pagamento anche a soggetti esterni), digital supply chain, e appunto la collaborazione con i partner dell’ecosistema.

Le iniziative per tradurre nel quotidiano tutto ciò sono molte, dalla customer experience “aumentata” con l’AI (Artificial Intelligence), alla ricerca visual e voice, fino alla reinvenzione del negozio come hub di servizi. Ma il cuore tecnologico del “commerce everywhere” è una piattaforma digitale con funzioni di gestione di order fulfillment (logistica), content optimization, commerce (transazioni), e customer journey, orchestrate da una “AI Foundation” di advanced analytics e machine learning.

“Circa metà delle aziende partirà con una piattaforma del genere nei prossimi 12 mesi, il resto entro 24 mesi”. L’obiettivo strategico, continua Sangalli, è andare oltre la segmentazione statica, anche precisissima (segment-of-one) per arrivare a una personalizzazione “istantanea”, in funzione del contesto e del momento (real time contextual), puntando su consenso, conversazione, e customer journey.

Dal modello transazionale a quello relazionale

Molti quindi gli spunti per la tavola rotonda seguente (nella foto): “In questo scenario il commercio come attività a sé sparisce, e si disperde in un processo che coinvolge interi ecosistemi”, commenta Carnevale Maffè. “SAP ha cambiato la sua offerta proprio per supportare un passaggio epocale nelle aziende utenti dal modello transazionale classico a un modello relazionale che permetta l’experience management, cioè la gestione dei dati di feedback dai consumatori”, spiega Emanuele Ratti, customer experience sales director di SAP Italy, Greece, Malta & Cyprus.

L’elemento cruciale è la conquista e mantenimento della fiducia del consumatore: “Il cliente quando arriva in negozio ha già deciso già, la sfida è tenerlo con sè”, fa notare Maurizio Marchiori di Retail Institute, mentre Alberto Pirrone, country manager di Altroconsumo, sottolinea l’influenza senza precedenti del consumatore nell’era social, “anche se la nostra missione ultima è contribuire a creare una base comune di cultura, trasparenza e fiducia in cui tutti gli attori – produttore, retail, cittadino – si ritrovino”.

Quanto al punto di vista dell’industria, Armando Garosci di Largo Consumo ha raccontato di un’indagine su 50 medi e grandi brand alimentari a proposito di sicurezza alimentare e tracciabilità. Ne emerge una decina di criticità principali, tra cui il controllo di fornitori e terze parti nella filiera, i processi di gestione dei richiami, l’interazione diretta con i consumatori, mentre i dati di tracking sono usati quasi solo per qualità e produzione e molto meno per marketing e customer experience.

“La customer experience non si può più ignorare”

A completare l’evento infine le testimonianze delle aziende utenti. Di Ferrero parleremo in un articolo ad hoc, l’altra riguarda DIA Group, catena di hard discount spagnola con oltre 7000 punti vendita in vari paesi. Jose Lombardía de Saint-Germain, Chief Customer Officer, ha spiegato l’evoluzione della cultura aziendale dal focus totale sull’efficienza (“c’era l’indicazione ai cassieri di non parlare con i clienti per non perdere produttività”) all’apertura sempre più ampia al customer care, anche grazie all’integrazione di tutte le informazioni sui clienti, e all’analisi in tempo reale per reagire nel modo migliore alle loro richieste.

La customer experience è diventata troppo importante per poterla ignorare. Abbiamo cominciato da un assessment di come ci vedeva il cliente, e ogni tipo di interazione è stato ripensato. Se un cliente esprime un parere negativo su un negozio per esempio lo store manager deve chiamarlo personalmente entro 48 ore: così i clienti contrariati si trasformano nei migliori testimonial del nostro brand”.

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Zoho One si rinnova tra automazione, telefonia e blockchain

zoho one
Zoho One, la suite integrata all-in-one per tutti i processi di business su piattaforma tecnologica unificata, si rinnova guadagnando molte nuove feature in chiave blockchain, automazione dei processi e telefonia.

Zoho ha presentato l’ultimissima generazione di Zoho One, una suite integrata all-in-one su una piattaforma tecnologica unificata per tutti i processi di business (dal marketing e vendite al supporto clienti, dalla contabilità alle risorse umane alla business intelligence). Zoho One ora include Orchestly, una nuova applicazione per la gestione del flusso di lavoro aziendale che consente ai clienti di creare, gestire e ottimizzare senza sforzo i propri processi di business attraverso un’interfaccia drag-and-drop.

Zoho One è inoltre costruita su uno stack tecnologico su cui è possibile impiantare la gestione un’intera azienda. Per questo motivo oltrepassa i silos dipartimentali e aiuta a guidare il processo decisionale in modo molto più intelligente. Può essere personalizzata con diverse opzioni e cresce per adattarsi alle esigenze e agli obiettivi di ogni azienda, portando a un time-to-value più breve e al successo complessivo.

“La tecnologia dovrebbe aiutare le aziende. Invece, si è evoluta in una bestia così complessa che i clienti a fatica riescono a domare. Il destreggiarsi con app di più fornitori, i tentativi di risolvere il puzzle dell’integrazione multi-app, la gestione dei fornitori costringono i clienti a contratti costosi e prolissi” ha detto Raju Vegesna, capo evangelista di Zoho. “Con Zoho One vogliamo cambiare tutto questo”.

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Zoho One è stato lanciato con una suite di 35 applicazioni distinte. Nel giro di due anni si è evoluto in un sistema operativo per aziende con oltre 45 applicazioni, insieme a numerosi servizi integrati tra cui AI, Business Intelligence, Messaggistica, Ricerca e altro. Zoho One è oggi una piattaforma personalizzabile, estensibile e integrabile, sempre al medesimo costo per i clienti.

Il prezzo di Zoho One è di 30 euro per dipendente o 75 euro per utente al mese. In un mondo in cui i vendor fatturano ai propri clienti ogni centesimo per le opzioni non comprese nei contratti base, ogni nuova funzionalità di Zoho One, servizio o prodotto menzionati in questo comunicato stampa sono inclusi gratuitamente nella suite.

Dottori.it ha scelto Zoho One per la semplicità e immediatezza con cui le diverse funzioni aziendali possono operare, collaborare e condividere i dati aziendali, permettendo la piena visibilità sull’andamento del business” ha affermato Marco Amodeo, Product Owner di Dottori.it. “Siamo partiti dal CRM e dalle app di firma digitale e analytics e in pochi giorni tutto il team era pienamente operativo. Procederemo con le altre applicazioni perché Zoho One ci aiuta ad avere un’unica piattaforma utilizzata da funzioni all’interno dell’organizzazione. Le nuove funzionalità aggiunte continuano ad aiutarci nel processo di Digital Transformation e a seguire da vicino l’esperienza di clienti e collaboratori“.

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