Sei dipendenti su dieci sono frustrati dall’utilizzo di nuovo software
Secondo un nuovo sondaggio di Gartner, il 60% dei lavoratori ha affermato che il nuovo software li ha occasionalmente o frequentemente frustrati negli ultimi 24 mesi, tanto da farli desiderare che la gestione IT riadottasse il vecchio sistema.
“La democratizzazione e la consumerizzazione dell’IT hanno portato i dipendenti a disporre di maggiore discrezione su quale software utilizzare e su come utilizzarlo”, ha affermato Craig Roth, vicepresidente della ricerca presso Gartner. “I leader dei prodotti software spesso si concentrano sull’aggiunta di nuove funzionalità per stare al passo con i concorrenti, ma questo porta spesso a prodotti eccessivamente complessi e con una scarsa esperienza utente (UX).”
Il sondaggio globale di Gartner, che ha coinvolto 4.953 utenti di prodotti e servizi tecnologici da aprile a giugno 2021, ha rivelato tre modi in cui gli utenti possono influire sull’adozione del software aziendale:
Adozione personale
Il sondaggio ha rilevato che l’81% degli utenti di software ha intrapreso un qualche tipo di azione, positiva o negativa, dopo una notevole esperienza con il software. Ad esempio, il 40% degli utenti ha resistito all’utilizzo delle applicazioni dopo un’esperienza negativa utilizzando funzionalità minime, evitando o ritardando l’uso. Dopo un’esperienza positiva con un’applicazione, tuttavia, il 41% degli utenti ha trascorso più tempo ad approfondire le sue funzionalità.
“La profondità dell’utilizzo delle applicazioni può avere un impatto significativo sul valore che un’organizzazione riceve dal software. Quel valore percepito diventa importante quando si avvicina il tempo di rinnovo o aggiornamento”, ha affermato Roth. “Il consumo di nuove funzionalità aiuta i fornitori di tecnologia ad aumentare l’attrattiva di un prodotto, ma quando gli utenti ignorano le funzionalità avanzate i fornitori stessi hanno meno influenza per garantire upsell o rinnovi e stare al passo con la concorrenza”.
Influenzare i colleghi
Il sondaggio ha inoltre rilevato che gli utenti condividono spesso le proprie opinioni sul software con colleghi (IT e business), in modo proattivo o in risposta a richieste di input. Questo “passaparola” può avviare una reazione a catena e portare i colleghi ad adottare o a evitare certe applicazioni.
Il 42% degli intervistati ha dichiarato di essersi lamentato con i colleghi dopo un’esperienza software negativa, mentre il 38% ha consigliato un’applicazione ai colleghi dopo un’esperienza positiva. Inoltre, il 42% ha condiviso esperienze negative con l’IT e il 25% ha condiviso tali esperienze con la gestione aziendale.
Anche i social media stanno diventando uno sbocco importante per condividere opinioni sul software, con il 10% degli intervistati che indica di aver lasciato recensioni sui social media o su siti Web dopo un’esperienza negativa con un’applicazione.
Quando agli utenti è stato chiesto quali azioni potrebbero intraprendere i fornitori di software per renderli più propensi a consigliare i loro prodotti a colleghi, la risposta principale, citata dal 51% degli intervistati, è stata quella di rendere i prodotti più facili da usare.
Auto-acquisto
Gli utenti del software aziendale possono anche fungere da acquirenti in determinati casi. Secondo il sondaggio il 34% degli utenti afferma che il proprio reparto IT consente loro di scegliere la maggior parte del software che utilizzano. In alcuni casi, gli utenti possono anche acquistare autonomamente software tramite carte di credito personali o aziendali, sebbene queste disposizioni non siano ancora comuni.
“Con le entrate dei servizi SaaS che crescono più rapidamente rispetto all’intero settore del software, i fornitori si trovano sempre più in un ciclo di acquisto continuo. In questo mercato così competitivo mantenere l’utilizzo di applicazioni di alto valore rendendo l’UX una competenza chiave è fondamentale per generare risultati di business positivi”, conclude Roth.