Imprese e Industria 4.0, la rivoluzione lenta

Bene ma non benissimo. Con una classica battuta da social che commenta situazioni molto meno che perfette e appare forse un po’ generosa, l’indagine “Il futuro della produttività” effettuata da Boston consulting group e Ipsos su un campione di su 170 aziende italiane, 14 delle quali al Sud, sintetizza così lo stato di salute del rapporto tra il sistema industriale italiano e le tecnologie di Industria 4.0.
Le imprese italiane non sembrano essere in sintonia con il viceministro allo Sviluppo Economico Dario Galli che, all’inaugurazione di Lamiera, la fiera del comparto delle macchine per la deformazione, il taglio e la lavorazione della lamiera, ha affermato: “Oggi qui in Fiera si parla di ferro, lamiere, che sono cose vere. Non si può pensare che il secondo miracolo economico si basi solo sul digitale”. Però il loro approccio al digitale è ancora timido e fatto soprattutto di attività a bassa complessità, con un ridotto impatto sui ricavi.
È un po’ come se non fossero d’accordo con le parole del vice ministro, ma senza credere fino in fondo a ciò che fanno. Un approccio non deciso, ma a tentoni, un po’ per capire l’effetto che fa. “Industria 4.0 è una rivoluzione copernicana che va ben oltre l’ottimizzazione dell’attuale, che consente di affrontare nuove sfide e di guardare alla supply chain, alla gestione dei clienti e della produzione in modo diverso e costantemente evolutivo”, spiega Andrea Alemanno, senior client officer di Ipsos. Però è una rivoluzione difficile da comprendere e che forse fa un po’ paura.
Le competenze più ricorrenti all’interno di questi team sono IT skill (62%), tech & automation skills (49%), R&S, product development (38%), mechatronics (29%), supply chain (26%), data analytics (25%) e marketing (13%). Risorse specializzate dunque, non sistemiche, commenta l’analisi di Bcg-Ipsos. Scendendo nel dettaglio delle singole tecnologie c’è un primo gruppo di soluzioni “apparentemente promosse” poiché considerate molto rilevanti e di complessità media. Stiamo parlando di Big data and analitycs, Cybersecurity, IoT industriale; il secondo raggruppamento comprende quelle di media rilevanza ma di bassa complessità (End-to-end supply chain integration, Internal supply chain tracking, Optical technologies), mentre il terzo racchiuderebbe quelle “bocciate” perché percepite come limitatamente rilevanti e ad alta complessità, ovvero Advanced robots, Augmented reality, Additive manufacturing.