Red Hat: “L’Open source ha vinto”
Lo shadow man è andato in pensione. Ora che Red Hat siede al tavolo dei big dell’IT, hanno detto gli stakeholder intervistati per sondare il cambio di logo, quella sorta di agente segreto che faceva parte del logo aziendale ha fatto il suo tempo. Ed è rimasto solo il cappello. Perché nel frattempo, come spiega il regional director italiano Gianni Anguilletti: “l’open source ha vinto”. E la conferma, dice, arriva da Satya Nadella, ceo di Microsoft presente sul palco del Red Hat summit di Boston.
Fumato il calumet della pace con lo storico rivale, Red Hat festeggia il 69° trimestre di crescita e guarda al futuro con la certezza dei 3,4 miliardi di dollari di fatturato e una crescita del 15% dei ricavi che “arrivano soprattutto – spiega il responsabile della filiale italiana – dalle sottoscrizioni che offrono una maggiore marginalità”. In questo modo la cassa di Red Hat conta un paio di miliardi di dollari per investimenti strategici o acquisizioni. La linea di prodotti a maggior crescita è quella degli strategic product che equivale a tutto ciò che sta intorno a Red Hat enterprise Linux, piattaforme per lo sviluppo applicativo, Openshift, cloud, automazione e storage.
Reduce dall’incontro annuale di Boston, Anguilletti spiega che la trasformazione digitale in atto porta qualsiasi azienda, a prescindere dal settore, a trasformarsi in azienda di software. Questo determina un aumento quasi esponenziale di domanda di tecnologie e servizi IT alla quale Red Hat risponde con un portfolio in forte crescita. “Per questo siamo presenti con una progettualità di tipo tradizionale, ma anche in progetti di frontiera con alti contenuti innovativi, che comprendono intelligenza artificiale, machine learning e Iot”.
Dal punto di vista tecnologico l’incontro annuale ha visto il rilascio di aggiornamenti per Red Hat Enterprise Linux 8 e OpenShift 4. “Fra le novità della prima soluzione – racconta il presales manager Eduardo Schepis –, c’è Insight, un advisor presente nel sistema operativo che permette di avere analisi in tempo reale e predittiva della macchina, suggerisce potenziali rischi, migliorie e segnala problemi di configurazione. E c’è una serie di tool e framework che permettono a sistemisti che arrivano da altri mondi di avvicinarsi con più facilità a Linux”.
OpenShift 4 invece sfoggia una tecnologia integrata, frutto di un’acquisizione, che permette di creare un ambiente di platform as a service, una container platform che sfrutta tutte le caratteristiche dei container di Kubernetes e di tool a disposizione degli sviluppatori in ambiente multicloud. Ovvero, un’unica piattaforma come OpenShift che vive sopra un’infrastruttura eterogenea dall’hardware al virtuale a più di un cloud pubblico. Quindi è possibile creare un’infrastruttura che permette poi ai clienti di avere una flessibilità maggiore non legandosi a un unico vendor di cloud.
L’ultima novità giustifica la presenza di Satya Nadella e consiste nella partnership con Microsoft per una piattaforma managed service Azure Red Hat OpenShift disponibile in public cloud gestita da Microsoft. La soluzione porta Openshift su Microsoft Azure e aumenta le opzioni di scelta dei clienti.