Mentre l’Italia e altri Paesi stanno combattendo l’emergenza coronavirus con il lockdown, la comunità scientifica è impegnata nella ricerca di farmaci e vaccini per una vittoria definitiva sul Covid-19. A questo scopo enti pubblici e privati hanno messo in campo le loro potenze di calcolo per valutare e testare composti efficaci contro il virus. Siamo nell’era dell’urgent computing, un gioco di squadra che supera i confini nazionali e vede impegnati i centri di eccellenza e i supercomputer più potenti al mondo per contrastare la pandemia. Ma ci sono anche iniziative aperte a imprese e privati, e a fine aprile si svolgerà un hackathon lanciato dall’Unione Europea. Ecco le iniziative più importanti nella lotta contro il coronavirus.

Negli Stati Uniti è attivo il COVID-19 High Performance Computing Consortium, una partnership tra enti pubblici e privati che mettono a disposizione le proprie risorse di calcolo nella lotta contro il coronavirus. L’iniziativa è stata lanciata da IBM e tra i partecipanti c’è l’Oak Ridge National Laboratory, dove è installato Summit, il supercomputer più potente al mondo.

L’Unione Europea ha lanciato la call Exscalate4CoV, un progetto che prevede finanziamenti per la ricerca di farmaci, trattamenti e vaccini contro il nuovo coronavirus.

Le eccellenze italiane

Nell’ambito del progetto europeo Exscalate4CoV è coinvolto il Cineca con il supercomputer Marconi, installato presso i laboratori di Bologna. Il Marconi e gli altri supercomputer coinvolti stanno simulando il comportamento delle proteine che consentono al virus di replicarsi, con l’obiettivo di testare virtualmente le molecole farmaceutiche più efficaci a inibire il virus e accelerare la produzione di farmaci efficaci per ridurne la replicabilità. I risultati delle simulazioni saranno poi analizzati tramite la piattaforma Exscalate, sviluppata da una collaborazione tra Cineca, la casa farmaceutica Dompè e il Politecnico di Milano nel contesto del progetto Antarex, finanziato dalla commissione europea per lo studio di un sistema di supercalcolo sostenibile, a supporto della ricerca farmacologica.

L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) ha lanciato la propria sfida al coronavirus con lo studio di un innovativo protocollo di ricerca farmacologica. L’obiettivo è identificare una terapia anti Covid-19 attraverso una nuova tecnologia che studia il comportamento delle proteine. La ricerca è gestita da Sibylla Biotech, spin-off dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e delle Università di Trento e Perugia, e coinvolge i data center normalmente dedicati all’analisi dei dati degli esperimenti di LHC (sezioni di Bari, Milano, Napoli, Padova, Pisa, Roma e Laboratori di Frascati e Legnaro) e il centro di calcolo nazionale, il CNAF di Bologna, che da solo conta oltre la metà della potenza computazionale a disposizione di INFN.

Una piattaforma europea per lo scambio di informazioni

Per favorire lo scambio di informazioni su esigenze e risorse disponibili nella lotta contro il coronavirus è stata istituita la piattaforma Care & Industry together against CORONA. La piattaforma è aperta a istituiti ospedalieri, centri di ricerca e imprese che cercano o offrono soluzioni per combattere Covid-19.

Gli enti interessati possono iscriversi per offrire o richiedere proposte di collaborazione commerciale, tecnologica, di ricerca e di investimento e incontrare virtualmente gli altri partecipanti. La registrazione è aperta fino al 31 dicembre 2020, anche se la data potrebbe essere prorogata.

EUnitedvsVirus: l’hackathon paneuropeo contro il coronavirus

L’Unione Europea ha annunciato un hackathon per coinvolgere la società civile nello sviluppo di soluzioni innovative per superare la crisi legata a Covid-19. L’iniziativa si svolgerà il 24, 25 e 26 aprile 2020 ed è aperta a privati cittadini, innovatori, partner, acquirenti di tutti i Paesi europei che vogliano proporre idee e soluzioni per facilitare la ripresa sociale ed economica durante e dopo l’emergenza.

Anche il nostro computer può aiutare gli scienziati

Oltre alla potenza di calcolo offerta da centri di ricerca e supercomputer, ognuno di noi può contribuire con il proprio computer nella corsa contro il coronavirus. Basta avere un PC, un Mac o un dispositivo portatile e una connessione Internet per partecipare al progetto OpenPandemics – COVID-19, aiutando gli scienziati a selezionare i composti chimici che potrebbero essere efficaci contro Covid-19.

Il progetto è stato lanciato da Scripps Research ed è ospitato sul World Community Grid di IBM, un supercomputer virtuale che sfrutta la potenza di elaborazione inutilizzata dei nostri computer, che possono eseguire piccoli esperimenti virtuali, che non richiedono all’utente particolari competenze tecniche. Gli esperimenti vengono svolti in automatico da un’app che lavora in background, quando i dispositivi sono inattivi o sottoutilizzati, distribuendo gli incarichi di calcolo e restituendo i risultati ai ricercatori attraverso il cloud IBM.