Trump usa la Gen AI per fingere un inesistente supporto di Taylor Swift
La Generative AI è entrata prepotentemente nel dibattito della campagna elettorale per le elezioni americane, ma per i motivi sbagliati anche se prevedibili. Dopo aver falsamente accusato Kamala Harris di aver usato l’intelligenza artificiale per produrre un’immagine che mostrava una grande folla giunta ad accoglierla all’aeroporto di Detroit, Donald Trump ha condiviso sul suo network Truth Social un’immagine generata con la IA della cantante Taylor Swift vestita come lo zio Sam che chiede di votare per lui.
L’immagine è accompagnata da foto – probabilmente false – di fan della cantante che indossano magliette con la scritta “Swifties for Trump” (si definiscono così le fan di Taylor Swift). Solo una delle foto del collage ha un’etichetta che la identifica come satira.
Il post è stato corredato solo dal testo “Accetto”, a indicare che il candidato accetta l’endorsement della cantante e della sua base. Endorsement mai espresso.
Il tutto, lo ripetiamo, dopo aver ingiustamente accusato la Harris di avere utilizzato la IA per aumentare il numero dei suoi sostenitori (quella delle dimensioni del pubblico agli eventi è un’ossessione per Trump), arrivando a sostenere che “Harris dovrebbe essere estromessa [dalla corsa per la presidenza] perché la creazione di immagini false è interferenza elettorale”, e “chiunque faccia una cosa simile, imbroglierebbe su qualsiasi cosa”.
Guai in vista per Trump, legali e non
Sebbene la Corte Suprema americana abbia stabilito che sia lecito per un politico mentire durante la campagna elettorale, Trump rischia con questa ennesima boutade di allungare la lista delle sue cause. Se il primo emendamento della costituzione, che garantisce la libertà di parola, assicura ai cittadini americani un’ampia possibilità di difesa contro le accuse di diffamazione, coinvolgere proprio una cittadina del Tennessee come Talor Swift potrebbe rappresentare un doppio autogol.
Innanzi tutto, proprio lo scorso marzo, il Tennessee ha approvato l’ELVIS Act (Ensuring Likeness Voice and Image Security Act), una legge che protegge gli artisti dall’utilizzo fraudolento della loro immagine e della loro voce anche fatto attraverso l’intelligenza artificiale.
Taylor Swift è nota per prestare una grande attenzione alla tutela della propria persona e delle proprie opere, e per intentare cause anche solo per stabilire una questione di principio, investendo ingenti risorse legali per portarle avanti.
Ma oltre agli aspetti legali, l’autogol di Trump potrebbe essere prima di tutto squisitamente politico. L’antipatia di Swift per Trump è cosa risaputa e documentata, ma finora non aveva preso una posizione definita nella campagna elettorale. L’intervento di Trump potrebbe aver stuzzicato il can che dorme, e tradursi in una presa di posizione – vera questa volta – se non per Harris, quanto meno contro Trump.
Considerando che lo scorso anno con un solo post su Instagram, Swift ha spinto 35.000 nuovi elettori a registrarsi ai seggi, e che la sua presa è fortissima nella fascia dei giovani, uno schieramento degli Swifties potrebbe incidere sui risultati degli stati in bilico.
La democrazia può sopravvivere se manca una realtà condivisa?
Foto sicuramente vere tacciate di essere false. Foto false condivise come se fossero vere. La voce dei candidati usata per far dire loro frasi mai espresse (Elon Musk ha nei giorni scorsi condiviso sul suo social X/ex Twitter un video in cui la voce artificiale di Kamala Harris viene usata per farle dire assurdità).
This is amazing 😂
pic.twitter.com/KpnBKGUUwn— Elon Musk (@elonmusk) July 26, 2024
È solo questione di tempo prima che anche i generatori di video sintetici raggiungano la qualità, la verosimiglianza e l’accessibilità che oggi hanno generatori di immagini come Midjourney, Dall-E o Flux1. A quel punto, non potremo nemmeno più fidarci dei video per cercare di distinguere il vero dal falso.
Può il processo democratico sopravvivere, nella sostanza oltre che nella forma, quando gli elettori non possono più credere a quel che vedono e sentono? Se già facciamo fatica a confrontarci con gruppi di persone che hanno un’opinione radicalmente diversa della realtà, pur osservando gli stessi nostri fatti, come ci orienteremo quando ciascuno osserverà fatti differenti perché sintetici?
Questo sarà uno degli argomenti che affronteremo, insieme ad esperti del settore, durante il convegno virtuale InnovazionePiù, che si terrà dal 23 al 25 ottobre e a cui vi invitiamo caldamente a partecipare (è gratuito ma è necessario registrarsi in anticipo da questa pagina).