Bonus per l’export digitale prorogato ed esteso anche alle piccole imprese
Il bonus per l’Export Digitale, lanciato nel novembre 2021 dal Ministero degli Esteri e dall’Agenzia ICE e dedicato in origine alle microimprese manifatturiere, è stato “esteso” verso l’alto anche alle piccole imprese.
La misura ha l’obiettivo di favorire l’internazionalizzazione delle attività attraverso soluzioni digitali, e prevede un contributo a fondo perduto di 4000 euro a fronte di spese ammissibili non inferiori a 5000 euro o, nel caso di reti e consorzi (costituiti da almeno 5 imprese), di 22.500 euro a fronte di spese ammissibili non inferiori a 25.000 euro.
Le soluzioni digitali per cui richiedere il contributo
Le tipologie di soluzioni digitali per le quali si può richiedere il contributo sono le seguenti:
– realizzazione di siti e-commerce e/o app mobile;
– realizzazione di una strategia di comunicazione, informazione e promozione per amplificare la presenza online attraverso attività di digital marketing (e-commerce, campagne, presenza social) adatte al settore di competenza;
– servizi di consulenza per lo sviluppo di processi organizzativi e di capitale umano;
– iscrizione e/o abbonamento a piattaforme SaaS (Software as a Service) per la gestione della visibilità e spese di content marketing.
Il bonus per l’export digitale è materialmente erogato da Invitalia (qui il link alla pagina dedicata al bonus per l’Export digitale) alla quale l’Agenzia ICE ha affidato gli adempimenti tecnici e amministrativi relativi al bonus, compresa appunto l’erogazione.
Una dotazione di 30 milioni di euro
Come accennato, all’origine la misura era rivolta solo alle microimprese manifatturiere, dove per “microimprese” si intendono Società, Ditte individuali, Artigiani con numero di dipendenti inferiore a 10 e con fatturato o totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro, e per “manifatturiere” realtà con codice Ateco C dal 10.00.00 al 33). I fondi disponibili erano (e sono) di 30 milioni di euro, e il termine ultimo previsto per la presentazione della domanda del contributo era il 15 luglio 2022.
Successivamente il termine di presentazione è stato prorogato per disponibilità di fondi residui (il nuovo termine non è ancora stato fissato da Invitalia), e poche settimane fa la platea dei soggetti ammessi è stata estesa alle piccole imprese, ovvero realtà con numero di dipendenti inferiore a 50 e con fatturato annuo o totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.
Elenco dei fornitori, i requisiti per l’ammissione
Il provvedimento prevede anche un elenco dei fornitori delle soluzioni digitali, e anche il termine di iscrizione a questo albo è stato prorogato.
Possono richiedere l’iscrizione all’elenco le società competenti in processi di sviluppo d’impresa e di digital transformation per l’export, che hanno fornito servizi o prestazioni, relativi a una o più delle spese ammissibili, per un ammontare di almeno 200.000 euro negli ultimi tre anni.
Prima tranche, approvate 495 domande
Una prima tranche di contributi è stata già assegnata: il 13 dicembre 2022 è stato firmato il Provvedimento relativo alla concessione delle domande inoltrate entro le ore 13 del 25 novembre 2022. Le domande ammesse al contributo sono state 495, per un importo totale di 2,095 milioni, mentre per altre 74 domande, corrispondenti a 333mila euro, è stato richiesto un approfondimento istruttorio.
Richiedere il Bonus per l’Export Digitale, assicura Invitalia sul suo sito, è semplice e veloce: una volta effettuato l’accesso con SPID all’apposito link sono sufficienti pochi minuti per compilare e trasmettere la domanda, e la procedura informatica è interamente guidata.