EU alla ricerca della competitività perduta: von der Leyen presenta la bussola strategica

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“L’Unione Europea ha tutti gli strumenti per eccellere nella competizione globale, ma deve agire con urgenza per superare le proprie debolezze strutturali”. È questo il messaggio chiave con cui la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha presentato oggi il Competitiveness Compass, la prima grande iniziativa del suo nuovo mandato.
Il piano si basa sulle raccomandazioni del rapporto Draghi sulla competitività europea, commissionato dall’esecutivo UE all’ex premier italiano. “L’Europa ha tutto ciò che serve per avere successo nella corsa verso il vertice”, ha dichiarato von der Leyen, sottolineando i punti di forza del continente: una solida base manifatturiera e industriale, una forza lavoro altamente qualificata, un mercato unico continentale e il primato nel commercio globale.
Tuttavia, negli ultimi 20-25 anni il modello economico europeo si è basato su tre pilastri ora venuti meno: manodopera a basso costo dalla Cina, energia a buon mercato dalla Russia e una parziale esternalizzazione della sicurezza. Il risultato è un persistente gap di produttività rispetto a Stati Uniti e Cina. Un gap che oggi deve essere colmato.
I tre pilastri della strategia: innovazione, decarbonizzazione e sicurezza

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
La bussola per la competitività si articola su tre assi principali: innovazione, decarbonizzazione e sicurezza economica che deriva da una riduzione delle dipendenze estere.
Riavviare il motore dell’innovazione
Il primo pilastro si concentra sul rilancio dell’innovazione europea. La Commissione ha identificato una preoccupante stagnazione nella struttura industriale del continente, con troppo poche startup capaci di introdurre tecnologie dirompenti. Nonostante l’Europa generi una quota di brevetti paragonabile a USA e Cina, solo un terzo viene poi sfruttato commercialmente. Per invertire questa tendenza, Bruxelles lancerà una strategia complessiva per l’IA che includerà le AI Factories per il training dei modelli e l’iniziativa Apply AI per accelerare l’adozione industriale dell’intelligenza artificiale.
Decarbonizzare, ma senza frenare lo sviluppo
Il secondo pilastro integra decarbonizzazione e competitività in un approccio unificato. Von der Leyen ha ribadito che gli obiettivi del Green Deal europeo rimangono “scolpiti nella pietra”, ma ha enfatizzato la necessità di rendere la transizione un volano per la crescita. O quanto meno non un freno. Il Clean Industrial Deal definirà un approccio alla decarbonizzazione guidato dalla competitività, mentre un Piano d’azione per l’energia accessibile affronterà il nodo dei costi energetici strutturalmente elevati. Anche se al momento sono tornati ai valori precedenti il conflitto Russia Ucraina, il costo dell’energia è ancora troppo alto per imprese e consumatori. Particolare attenzione viene dedicata ai settori energivori come acciaio, metalli e chimica, con piani d’azione dedicati.
Meno dipendenze per una maggiore sicurezza economica
Il terzo pilastro mira a rafforzare la resilienza e la sicurezza economica dell’UE. La Commissione punta a valorizzare la vasta rete di accordi commerciali dell’Unione, che già oggi copre 76 paesi rappresentanti il 38% del PIL mondiale. Verranno lanciati nuove Clean Trade and Investment Partnership per diversificare le catene di approvvigionamento di materie prime critiche, energia pulita e tecnologie verdi. Una revisione delle regole sugli appalti pubblici introdurrà una preferenza europea per settori e tecnologie critiche.
Gli strumenti abilitanti: dalla semplificazione alle competenze
Per raggiungere questi obiettivi, von der Leyen ha indicato cinque strumenti abilitanti, che sfrutteranno e perfezioneranno alcune delle qualità che caratterizzano il mercato unico.
Sciogliere i nodi della burocrazia
La semplificazione emerge come priorità assoluta tra gli strumenti orizzontali. La Commissione si impegna a tagliare del 25% gli oneri amministrativi ricorrenti per tutte le imprese e del 35% per le PMI, con un risparmio stimato di oltre 37 miliardi di euro all’anno. Un primo “Omnibus di semplificazione” verrà presentato già il prossimo mese, concentrandosi su finanza sostenibile, due diligence e tassonomia.
Rimuovere le barriere nel mercato unico
Il secondo abilitatore punta a rimuovere le barriere nel mercato unico, ancora oggi frammentato da 27 regimi normativi diversi. Una nuova Strategia orizzontale modernizzerà la governance del mercato unico, mentre la revisione del regolamento sulla standardizzazione renderà più rapido e accessibile lo sviluppo di standard comuni. Sarà portata avanti la proposta di costituzione di una “28esima giurisdizione”, un regime normativo semplificato a cui le aziende potranno volontariamente aderire per essere automaticamente conformi alle norme di tutti e 27 gli stati membri.
Trasformare i risparmi in investimenti per l’innovazione
Il terzo strumento affronta il nodo del finanziamento attraverso una nuova Unione del risparmio e degli investimenti. L’obiettivo è veicolare i capitali che oggi sono intrappolati nel risparmio o fuggono verso altri mercati verso un mercato finanziario interno più sviluppato, secondo la BCE, potrebbe generare 470 miliardi di investimenti aggiuntivi. Una rifocalizzazione del budget europeo dovrebbe semplificare l’accesso ai finanziamenti europei e permettere aiuti di stato se allineati con gli obiettivi dell’Unione.
Potenziare e trasformare le competenze
Sul fronte delle competenze, quarto pilastro, la Union of Skills punterà su investimenti in formazione continua, upskilling e reskilling per preparare la forza lavoro alle sfide future. Particolare attenzione verrà dedicata alla mobilità dei talenti e all’attrazione di professionisti qualificati dall’estero.
Coordinamento, coordinamento, coordinamento
Il quinto abilitatore introduce nuovi strumenti di coordinamento tra politiche UE e nazionali. Un Competitiveness Coordination Tool lavorerà con gli Stati membri per allineare l’implementazione degli obiettivi comuni, mentre un nuovo Fondo per la Competitività nel prossimo bilancio pluriennale semplificherà gli strumenti finanziari esistenti.
Le opportunità per il settore tecnologico
Il piano può rappresentare finalmente un punto di svolta per il settore tecnologico europeo, con iniziative concrete per colmare il divario con USA e Cina. La misura più rilevante è l’introduzione del 28° regime normativo, un sistema opzionale che permetterà alle startup innovative di operare in tutta l’UE sotto un unico insieme di regole. Questa soluzione, che copre aspetti di diritto societario, insolvenza, lavoro e fiscalità, mira a superare la frammentazione che oggi costringe le imprese tech a confrontarsi con 27 regimi normativi diversi, e riduce il rischio legato al fallimento, conseguenza sempre possibile per le startup innovative.
Sul fronte dei capitali, i dati presentati da von der Leyen sono allarmanti: solo il 5% del venture capital globale viene raccolto nell’UE, contro il 52% degli Stati Uniti e il 40% della Cina. Paradossalmente, l’Europa non soffre di una carenza di capitali – il risparmio delle famiglie europee ammonta a 1.400 miliardi all’anno, quasi il doppio di quello USA (800 miliardi) – ma manca di meccanismi efficaci per convogliare queste risorse verso l’innovazione. La nuova “Unione del risparmio e degli investimenti” punta a risolvere questo nodo attraverso nuovi prodotti finanziari, incentivi per il capitale di rischio e una maggiore fluidità degli investimenti transfrontalieri.
Focus su intelligenza artificiale e cloud
Le AI Factories e AI Gigafactories offriranno alle imprese europee l’accesso a capacità di supercalcolo per lo sviluppo e il training dei modelli, colmando il gap infrastrutturale con i competitor globali. L’iniziativa Apply AI promuoverà invece l’adozione industriale dell’IA in settori chiave, partendo dal dato che oggi solo il 13% delle aziende europee utilizza queste tecnologie.
Le ultime notizie su DeepSeek dalla Cina, del resto, mostrano che le barriere all’ingresso per lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale si stanno abbassando, sia in termini di conoscenze (non ci sono brevetti o proprietà intellettuali che costituiscano un vincolo), sia in termini di potenza di calcolo e investimenti necessari. Con le AI Factories, non c’è motivo per cui un’impresa o startup europea non realizzi in breve tempo nuovi modelli e servizi IA “made in Europe”.
Particolare attenzione viene dedicata al cloud computing, che sarà oggetto di un “EU Cloud and AI Development Act”. La Commissione punta anche a rivedere le linee guida sul controllo delle concentrazioni orizzontali, un passaggio chiave per facilitare il consolidamento e la crescita dimensionale delle imprese tech europee.
Le altre tecnologie strategiche
Il Compass delinea anche una roadmap tecnologica più ampia, con piani d’azione dedicati per:
- Quantum computing, con una nuova strategia UE e un Quantum Act
- Biotecnologie, attraverso un Biotech Act e una strategia per la bioeconomia
- Materiali avanzati, con un Advanced Materials Act che consenta un approvvigionamento dei materiali strategici
- Tecnologie aerospaziali, regolate da uno Space Act
- Reti digitali, con un Digital Networks Act