Il Comitato interministeriale per la transizione digitale, guidato dal ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao, ha definito i principi del testo da sottoporre ai commenti degli operatori per il piano che, grazie ai 3,86 miliardi di euro del Recovery Plan (PNRR), punta a coprire con la banda ultralarga le cosiddette aree grigie e nere del territorio nazionale.

L’intervento pubblico, attraverso bandi di gara, servirà a coprire con almeno 1 Gbit/s in download e 200 Mbit/s in upload le unità immobiliari che, stando alla mappatura effettuata da Infratel, risultano non coperte da reti con una velocità di almeno 300 Mbit/s in download, livello superiore ai 100 Mbit/s ipotizzati.

Per l’intervento dello Stato, dopo che sono stati scartati i modelli diretto e a concessione, è stato scelto quello a incentivo, secondo cui i progetti presentati dai privati potranno essere finanziati in parte dal pubblico (attorno al 70% del valore delle opere) e l’infrastruttura realizzata resterà di proprietà dell’operatore aggiudicatario. I finanziamenti saranno però disponibili solo quando l’operatore avrà realizzato anche le tratte verticali, rendendo quindi effettivamente attivabili le connessioni per gli utenti senza ulteriori lavori.

Sarà inoltre possibile presentare progetti sia in fibra ottica, sia con sistema misto fibra-wireless e gli aggiudicatari avranno l’obbligo di consentire l’accesso wholesale (all’ingrosso) agli altri operatori. Per quanto riguarda la tabella di marcia, la consultazione pubblica partirà in agosto; in seguito ci saranno la pre-notifica e la successiva notifica della misura di aiuto alla Commissione europea, con lo scopo di arrivare all’avvio dei bandi tra fine anno o più probabilmente nel primo trimestre 2022, con aggiudicazione verso metà dell’anno.

Tempi più lunghi invece per il piano Italia 5G, visto che, su richiesta degli operatori, la chiusura della consultazione sulla mappatura degli investimenti è stata rinviata dal 26 luglio al 31 agosto.