Gli USA espandono i controlli sui chip verso la Cina: nuove regole e impatto globale
Secondo quanto riportato da Reuters, l’amministrazione Biden si prepara a introdurre una nuova regola che amplierà il controllo degli Stati Uniti sulle esportazioni di attrezzature per la produzione di chip verso la Cina. Questa mossa, prevista per il prossimo mese, rappresenta l’ultimo capitolo nella strategia americana volta a limitare l’accesso di Pechino alle tecnologie avanzate dei chip.
La nuova normativa, un’espansione della cosiddetta Foreign Direct Product Rule, mira a bloccare le forniture ad alcune importanti fabbriche di semiconduttori cinesi, anche se in un delicato equilibrio tra pressione tecnologica e diplomazia la regola escluderà le spedizioni da alleati chiave come Giappone, Paesi Bassi e Corea del Sud, limitando così il suo impatto complessivo. Questa esenzione significa che i principali produttori di attrezzature per chip come ASML e Tokyo Electron non saranno direttamente colpiti (la notizia dell’esclusione ha fatto salire le loro azioni in borsa).
L’obiettivo dichiarato di Washington è ostacolare i progressi cinesi nel supercalcolo e nell’intelligenza artificiale che potrebbero avere applicazioni militari. La nuova regola si aggiunge ai controlli sulle esportazioni già imposti nel 2022 e 2023, che hanno limitato le spedizioni in Cina da parte di importanti aziende statunitensi come Nvidia e Lam Research.
La strategia americana non si limita comunque a misure unilaterali. Gli Stati Uniti hanno infatti lavorato per costruire una coalizione internazionale, raggiungendo accordi con Giappone e Paesi Bassi per limitare anche le loro esportazioni verso la Cina. Ora, stanno cercando di ampliare queste restrizioni e di coinvolgere altri paesi come Corea del Sud e Germania.
La Foreign Direct Product Rule dà al governo degli Stati Uniti il potere di bloccare la vendita di prodotti realizzati con software o tecnologia americana, anche se fabbricati all’estero. Questo approccio è stato già utilizzato in passato per limitare l’accesso di Huawei a determinati chip.
La risposta della Cina non si è fatta attendere. Il ministero degli Esteri cinese ha criticato la decisione dell’amministrazione Biden, definendola un tentativo di “costringere altri paesi a reprimere l’industria dei semiconduttori della Cina” e sostenendo che tali azioni minano il commercio globale e danneggiano tutte le parti coinvolte.
Nonostante la fermezza dell’approccio, gli Stati Uniti sembrano consapevoli della necessità di bilanciare pressione e diplomazia. La bozza della regola prevede esenzioni per oltre 30 paesi oltre a Giappone, Paesi Bassi e Corea del Sud, riconoscendo l’importanza del sostegno internazionale per l’efficacia dei controlli sulle esportazioni.
Mentre la regola è ancora in fase di elaborazione e potrebbe subire modifiche prima della sua pubblicazione il prossimo mese, essa sottolinea chiaramente l’importanza strategica dell’industria dei semiconduttori nel contesto della competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Allo stesso tempo, evidenzia la complessità di navigare le acque della diplomazia internazionale mentre si perseguono obiettivi di sicurezza nazionale in un mondo sempre più interconnesso tecnologicamente ed economicamente.