Google porta le lamentele contro Microsoft sul piano formale: esposto alla Commissione EU
Google Cloud Platform (GCP) ha presentato un reclamo alla Commissione Europea, accusando le politiche di licenza software di Microsoft di essere anticoncorrenziali. In particolare, Google sostiene che i clienti siano costretti a pagare quattro volte di più per eseguire Windows Server su cloud non-Azure.
Amit Zavery, Vicepresidente e capo di GCP, ha sollevato per la prima volta queste preoccupazioni nel 2023, parlando di una “tassa software” che le aziende dovevano pagare per utilizzare le loro licenze on-premises di Windows Server nei datacenter di Google. Questo è però il primo reclamo antitrust che Google ha presentato alla CE contro Microsoft.
Secondo Zavery la strategia di Microsoft mira a sfruttare il monopolio del software per vincolare i clienti ad Azure. Windows Server rimane il sistema operativo dominante con oltre il 70% di quota di mercato e Google teme che Microsoft possa replicare questa dominanza nel mondo del cloud.
Zavery ha citato una ricerca secondo cui le aziende e le organizzazioni del settore pubblico europeo pagano fino a 1 miliardo di euro all’anno per eseguire vari tipi di software Microsoft in ambienti cloud al di fuori di Azure. Questi dati provengono da uno studio commissionato da CISPE, un gruppo commerciale sostenuto da AWS.
Microsoft ha in effetti introdotto importanti cambiamenti nelle licenze software nel 2019, visto che prima di allora i clienti potevano eseguire carichi di lavoro pre-acquistati su qualsiasi hardware o cloud. Google sostiene che Microsoft abbia ormai creato un legame tra Windows Server e Azure, forzando i clienti a scegliere Azure come unico luogo in cui possono facilmente distribuire Windows Server. I clienti che vogliono utilizzare le licenze esistenti su cloud non-Azure devono invece pagare un sovrapprezzo del 400% a Microsoft.
Google chiede alla Commissione Europea di agire ora, sostenendo che il mercato cloud dell’UE sia a un punto di svolta, con molti carichi di lavoro ancora in esecuzione on-premise che si sposteranno nel cloud in futuro. La Commissione Europea ha confermato di aver ricevuto il reclamo e che lo valuterà secondo le procedure standard. AWS, che ha sollevato preoccupazioni simili in passato, non ha ancora fatto sapere se presenterà un proprio reclamo.
Microsoft ha risposto affermando di aver già risolto amichevolmente preoccupazioni simili sollevate da fornitori cloud europei e si aspetta che Google non riuscirà a persuadere la Commissione Europea, così come non è riuscita a convincere le aziende europee.